Russia-Iran: il vertice che ha riavvicinato Putin e Raisi
di SICUREZZA INTERNAZIONALE (Anna Peverieri)
Il presidente dell’Iran, Ebrahim Raisi, è giunto a Mosca, mercoledì 19 gennaio, in occasione del bilaterale di alto livello con la controparte russa, Vladimir Putin. Prima del vertice, il leader iraniano ha definito l’incontro un “punto di svolta” nei rapporti di Mosca e Teheran.
A riportarlo, il medesimo mercoledì, è stata l’agenzia di stampa russa TASS. Prima di recersi nella capitale russa, dove resterà fino al 20 gennaio, il presidente iraniano ha descritto Russia e Iran come due nazioni “forti, indipendenti e influenti” nella regione, ribadendo che i due Paesi dovrebbero rafforzare i rapporti bilaterali dal punto di vista della sicurezza e del commercio, attraverso un costante dialogo. Seduti l’uno di fronte all’altro, all’interno del Cremlino, Raisi ha rivelato di non vedere limiti circa le possibilità di sviluppo di legami con la Russia, soprattutto perché Teheran ha sottolineato che, nell’ultimo periodo, le relazioni bilaterali tra i due Paesi siano state innalzate “ad un livello strategico”. È per tale ragione che i legami bilaterali potranno solo svilupparsi ulteriormente, ha affermato il leader iraniano. “Il rafforzamento della cooperazione bilaterale tra Iran e Russia porterà allo sviluppo dell’economia dei due Paesi, ma garantirà anche maggiore sicurezza nella regione e nel mondo”, ha affermato il presidente iraniano.
Tra le aree di possibile cooperazione tra Mosca e Teheran, Raisi ha citato la “lotta al terrorismo” e alla criminalità organizzata, affermando che la loro “esperienza di successo” in Siria – dove entrambe le parti hanno sostenuto il presidente siriano, Bashar al-Assad – può essere impiegata anche in Afghanistan e nel Caucaso. “L’infiltrazione della NATO – sotto qualsiasi forma – nel Caucaso e nell’Asia Centrale minaccerà gli interessi comuni dei Paesi indipendenti”, ha affermato Raisi. In tale cornice, è importante sottolineare che, a partire da novembre, le tensioni tra Russia e Occidente si sono particolarmente acuite riguardo la questione ucraina e l’espansione dell’Alleanza Atlantica verso Oriente. “Proprio come voi [la Russia], anche noi ci siamo opposti alle sanzioni statunitensi di 40 anni fa”, ha affermato il presidente iraniano. “Le circostanze eccezionali di oggi richiedono una sinergia significativa tra i nostri due Paesi, in particolare contro l’unilateralismo degli Stati Uniti”, ha tuonato Raisi. Inoltre, nel corso del bilaterale, l’Iran ha consegnato alla parte russa una bozza di documenti su un nuovo accordo di cooperazione ventennale. La precedente intesa era scaduta, lo scorso anno, quindi le parti stanno cooperando per rinnovarla ed apportare miglioramenti.
Per quanto riguarda le dichiarazioni rilasciate da Putin, è importante sottolineare che quest’ultimo ha elogiato la “stretta collaborazione” che ha legato i due Paesi sulla scena internazionale. “È molto importante per me conoscere la sua opinione sull’accordo sul nucleare iraniano”, ha affermato Putin, riferendosi al Joint Comprehensive Plan of Action (JCPOA), i cui colloqui per il rilancio sono ancora in corso. Discutendo della cooperazione di Mosca e Teheran sulla sfera internazionale, Putin ha elogiato gli sforzi congiunti dei due Paesi in Siria, dove le parti hanno svolto un ruolo chiave nell’”aiutare il governo siriano a superare le minacce poste dal terrorismo internazionale”. Il capo del Cremlino ha anche espresso preoccupazione per la situazione in Afghanistan, sotto guida talebana dallo scorso 15 agosto.
L’ultimo incontro di alto livello tra presidenti di Russia e Iran è avvenuto nel marzo 2017. Al centro del bilaterale del 19 gennaio, le parti hanno soprattutto posto il rilancio del JCPOA. Quest’ultimo è stato firmato durante l’amministrazione dell’allora presidente USA, Barack Obama, il 14 luglio 2015, a Vienna, da parte di Iran, Cina, Francia, Russia, Regno Unito, Stati Uniti, Germania e Unione Europea. Questo prevede la sospensione di tutte le sanzioni nucleari imposte precedentemente contro l’Iran dall’Unione Europea, dall’Onu e dagli USA, in cambio della limitazione delle attività nucleari da parte del Paese mediorientale e ispezioni dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica presso gli impianti iraniani. L’8 maggio 2018, durante la presidenza di Donald Trump, Washington si è ritirata unilateralmente dall’accordo, imponendo nuove sanzioni contro Teheran che hanno, da un lato, aggravato le condizioni economiche del Paese mediorientale, e, dall’altro lato, acuito le tensioni tra Iran e Stati Uniti.
I colloqui sul nucleare hanno fatto scarsi progressi da quando sono ripresi a novembre, dopo una pausa di cinque mesi a seguito dell’elezione del nuovo presidente iraniano, Ebrahim Raisi. “Oggi c’è una bozza congiunta accettabile sul tavolo dei negoziati che chiamiamo documenti del primo e del 15 dicembre”, ha affermato il ministro degli Esteri iraniano, aggiungendo che entrambi i documenti riguardavano la questione nucleare e le sanzioni statunitensi. “Da oggi partiranno le nostre trattative sulla base di questo documento congiunto. Garanzie e verifiche sono tra i temi all’ordine del giorno”, ha aggiunto il rappresentante di Teheran.
I precedenti negoziati sul nucleare iraniano avevano avuto inizio il 6 aprile e, secondo gli attori coinvolti, si erano conclusi con un consenso su circa l’80% delle questioni. Poi, il 17 luglio, sono stati sospesi, alla luce del “periodo di transizione”. Invece, il JCPOA è stato firmato durante l’amministrazione di Barack Obama, il 14 luglio 2015, a Vienna, da Iran, Cina, Francia, Russia, Regno Unito, Stati Uniti, Germania e Unione Europea. L’intesa prevedeva la sospensione di tutte le sanzioni nucleari imposte precedentemente contro l’Iran dall’Unione Europea, dall’Onu e dagli USA, in cambio della limitazione delle attività nucleari da parte del Paese mediorientale e ispezioni dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica presso gli impianti iraniani.
L’8 maggio 2018, durante la presidenza di Donald Trump, Washington si era ritirata unilateralmente dall’accordo, imponendo nuove sanzioni contro Teheran che hanno, da un lato, aggravato le condizioni economiche del Paese mediorientale, e, dall’altro lato, acuito le tensioni tra Iran e Stati Uniti.
Fonte: https://sicurezzainternazionale.luiss.it/2022/01/20/russia-iran-vertice-riavvicinato-putin-raisi/
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