FSI partecipa al dibattito con il partito comunista a Gubbio
Giovedì 7 dicembre, alle ore 16.30, si è tenuto l’incontro organizzato dai militanti locali del FSI e dalla sezione “Lenin” del Partito Comunista di Gubbio. Presenti, oltre al presidente, Gian Marco Onorati (FSI Marino), Manuel Costanzi e Matteo Natalini (FSI Terni), la sottoscritta, nonché due simpatizzanti toscani (Luca Santi e Laura Panichi). Una ventina di persone (tra cui Daniela Salciarini, militante PCI) hanno ascoltato le relazioni di Fabio Sebastiani (PCI provincia di Perugia) e del nostro Stefano D’Andrea: il partito comunista, rinato dopo le varie scissioni susseguitesi negli ultimi anni, ha sposato una linea critica nei confronti delle politiche di Bruxelles. Tuttavia, all’interno del partito, risultano non essersi totalmente sciolti alcuni condizionamenti derivanti dalle analisi della cosiddetta “sinistra globalista”, e l’impianto ideologico appare per certi versi distante da quelli che sono i principi delle politiche nazionali poste in essere nel corso del cosiddetto “trentennio glorioso” in Italia. Mentre Stefano D’Andrea, nell’acceso dibattito, ha fatto notare come fossero inconciliabili posizioni immigrazioniste e di opposizione al controllo territoriale, monetario, nonché di limitazione alla circolazione di capitali, dall’altra parte sono presenti nel PCI voci discordanti riguardo ai “fondamentali” della visione sovranista, e la cui radice crediamo essere nel complesso travaglio nonché condizionamento culturale che, suo malgrado, la sinistra stessa ha subito negli ultimi 40 anni. Seppur siano state rimarcate queste pregnanti differenze, anche per mezzo di interessanti interventi dal pubblico, rileviamo un atteggiamento di apertura notevole, di interesse reciproco e di assoluto rispetto ideale. Per questo, nell’atto di ringraziare ulteriormente il PCI per aver messo a disposizione la sua sede eugubina, rinnoviamo l’invito ad organizzare insieme altri eventi, che magari riguardino argomenti che (come quello dell’immigrazione) ci vedano più distanti che vicini, nell’enunciazione di quelle che sono le differenze programmatiche nonché ideologiche dei nostri due partiti. Fermi nella convinzione reciproca che una nuova partecipazione politica diffusa produrrà una classe dirigente nuova, ed in grado di affrontare gli annosi temi che ci attendono, non esitiamo nel procedere quotidianamente nella militanza.
Martina Carletti
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