di LUCIANO BARRA CARACCIOLO
1. Secondo
uno dei più recenti sondaggi pubblicati dal
mainstream mediatico (e scelto in modo sostanzialmente casuale, data anche l’omogeneità della parte predittiva delle analisi che generalmente
tutti i sondaggi riflettono), questa è la proiezione attuale del potenziale esito elettorale:
Da questo sondaggio emergerebbe che il PD sarebbe al 22,1%, cioè ben al di sotto della soglia del 25%, considerata (
sempre dal mainstream mediatico) quella per cui, ove non fosse raggiunta, l’attuale
leadership sarebbe sottoposta a una profonda critica interna (eufemisticamente parlando: e sempre che ci siano, numericamente, abbastanza esponenti dissenzienti in posizione tale da essere in realmente grado di condurla).
D’altra parte, la Lega, in questo trend seriale di sondaggi, sarebbe in regresso almeno da ottobre 2017 e proseguirebbe a perdere terreno nei confronti del principale alleato e contender alla (eventuale) carica di capo del governo.
SONDAGGI TP, POLITICHE 2018 – Stabile il M5S rispetto ad una settimana fa, è il primo partito italiano con il 26,8% dei consensi. Segue il Partito Democratico al 21,9%, in flessione dello 0,1%. Duello per la leadership nel CDX, con Forza Italia in ribasso dello 0,2% e che scende al 15,3%, mentre la Lega si avvicina pericolosamente con il 14,8%, in rialzo dello 0,8%.
Liberi e Uguali al 5,3%, cede lo 0,3%, guadagna invece Frahtelli d’Italia lo 0,3% e supera la Sinistra portandosi al 5,5%. Più Europa (Bonino) sale al 2,1% (+0,2%), balzo in avanti di mezzo punto per Noi con l’Italia che si attesta al 2,0%.
Stupisce il dato di Casapound sottostimato dagli altri sondaggisti, TP lo indica all’1,9%, bene anche Potere al Popolo all’1,5%. Insieme vale lo 0,7% e Civica Popolare appena lo 0,5%.
Coalizioni: il Centrodestra al 37,6% registra un rialzo dell’1,3% in soli 7 giorni.
Stabile il Movimento 5 Stelle che con il 26,8%, resta davanti e allunga sul Centrosinistra al 25,6%, perde mezzo punto in una settimana.
Rimane un dato: il partito maggiore, sondaggisticamente parlando, è il M5S, attualmente accreditato di un risultato che oscilla tra poco meno del 27% e poco più del 28%.
Ed è pur vero che tale (non?)-partito è stato, fino a poco tempo fa, del tutto restio ad accettare delle alleanze, ma è anche vero che, superata (
a quanto parrebbe), questa pregiudiziale, la sua
natura non catalogabile secondo il criterio formale (e
ormai superato, dagli eventi politico-economici “strutturali”)
destra-sinistra, lo abilita potenzialmente quasi ad ogni tipo di alleanza o “geometria” di governo.
Temiamo che alla prova dei fatti, molti dei calcoli ancora oggi “giustificativi” di questa scelta (tra cui il timore del M5S al governo), si riveleranno gravemente sbagliati (e, se i sondaggi non sono del tutto inattendibili, in pratica già si stanno rivelando tali).
“Il regime parlamentare, riconsacrato dalla nuova costituzione italiana secondo uno schema che ricalca sostanzialmente quello trasmessoci dagli ordinamenti del secolo scorso, può ritenersi suscettibile di realizzare, oggi, nella diversa realtà sociale che si é andata maturando, il principio democratico?
E’ questo il problema più grave che si presenta attualmente ad ogni osservatore del fenomeno politico, e di esso, della necessità di una chiara impostazione dei suoi termini, di un’esatta valutazione degli ostacoli che ne insidiano la soluzione, é necessario che si diffonda la consapevolezza, dipendendo dalla seria volontà di affrontarlo, dalla capacità di avviarlo verso uno sbocco soddisfacente, la sorte del regime democratico nell’attuale momento storico.
Secondo un’opinione, l’ordinamento parlamentare, quale é organizzato e funziona nel mondo moderno, trova, con la sua origine, il suo unico e necessario fondamento nell’ideologia e nella pratica liberale, e pertanto si presenta inutilizzabile, perché privo dell’atmosfera che gli é indispensabile, in uno Stato poggiante sull’equilibrio instabile di forze sociali divise da profondi contrasti di interessi e costretto ad intervenire nei loro confronti non tanto per garantire a ciascuna la libertà esterna di azione, quanto per prendere posizione sul contenuto dei contrasti medesimi.
E’ certo, ed é stato numerose volte constatato, che la forma, la quale si chiama parlamentare perché ha come suo organo centrale il Parlamento, funzionante quale centro di convergenza e di mediazione delle varie correnti politiche del paese, attraverso la libera discussione e nel rispetto del principio maggioritario, PRESUPPONE UNA SOSTANZIALE OMOGENEITÀ DEL TESSUTO SU CUI QUELLE CORRENTI SI INNESTANO.
IL CONTRASTO, che é postulato dallo stesso giuoco dialettico di formazione della volontà comune, attraverso l’assunzione al potere della parte di volta in volta prevalente, NON PUÒ AMPLIARSI FINO AD INCIDERE SUI FINI FONDAMENTALI, SUI VALORI SUPREMI POSTI A BASE DEL COMPLESSIVO ASSETTO STATALE.
Solo questa
SOSTANZIALE OMOGENEITÀ DEL FONDO IDEOLOGICO DELLE VARIE CORRENTI POLITICHE È CAPACE DI GARANTIRE l’effettivo rispetto del metodo democratico, il giuoco leale, la tutela dei diritti delle minoranze, il riconoscimento a queste di potere divenire legittimamente maggioranza.
Ed è da tale constatazione che appare dedotta la distinzione solita a farsi fra partiti di governo e partiti non al governo, cioè INSUSCETTIBILI DI ASSUMERE IL POTERE, IN QUANTO PONENTISI IN POSIZIONE DI RADICALE ANTITESI CON LA STRUTTURA ECONOMICO-SOCIALE PROPRIA DEL TIPO DI STATO.
Ciò é comprovato dall’osservazione storica, che (a parte il caso dell’Inghilterra, dove opera la speciale psicologia- di quel popolo) mostra la coincidenza fra il massimo fiorire del regime parlamentare e l’accentramento del dominio politico nelle mani della borghesia, la quale concepì lo Stato soprattutto come strumento di garanzia al più libero esplicarsi delle attività dei singoli, e di tutela del possesso privato della ricchezza, ed ottenne la saldezza del regime instaurato con l’esclusione dalla partecipazione attiva ad esso dei ceti dei lavoratori impossidenti, del cui aiuto essa si era pure giovata nella lotta sostenuta contro il precedente assetto …” [C. MORTATI, Parlamento e democrazia, in Studium, 1948, n. 11, 1-4].
6. Appare chiaro che Mortati, nel clima in cui scrisse, nel 1948, facesse riferimento ad un’omogeneità “tra le varie correnti politiche del paese” che fosse imperniata sull’aderenza indiscussa al modello costituzionale ed alla sua attuazione.
Nella situazione attuale questa omogeneità è di segno esattamente opposto, essendo indubbio che la Costituzione del 1948 sia “fondata sul lavoro”.
“la spesso denunciata “instabilità” di governo del dopoguerra, non pare tanto imputabile al sistema emergente dall’uso della legge elettorale proporzionale, ma ad un fenomeno di segno opposto: cioè all’esistenza di “forze” capaci di determinare l’indirizzo politico-governativo nel fondamentale campo delle politiche economiche, ma non elettoralmente “pesate” e, nondimeno, “pesanti”.
Queste componenti del gioco politico non sono numericamente rappresentabili, in termini di decisività nella formazione delle maggioranze “teoriche” (cioè elettoralmente espresse), ma decidono (le politiche economiche del dopoguerra così come di promuovere la “costruzione europea”).
Queste forze, peraltro, si formano (o preesistono e si rinnovano, nella loro azione, rispetto alle epoche precedenti, incluso il fascismo) e si rafforzano nel quadro politico dell’epoca.
Più ancora, emerge che esse trovano in istituzioni come la Banca centrale e in, più o meno chiare, pressioni dei partners europei e internazionali in genere (le tracce di ciò emergono dalle fonti, dirette e storiche, citate da Arturo), un canale di determinazione dello stesso indirizzo politico-economico che bypassa il processo elettorale, rendendolo appunto “idraulico” (cioè tollerabile a condizione che sia compatibile con esiti pre-determinati al suo esterno)”.
8. Allorché questo fondamento e questa legalità costituzionali siano ormai venuti meno, essendo anzi la Costituzione sottoposta a un
attacco finale su cui convergono le più diverse forze politiche (
in apparenza diverse), in fondo che cosa sarebbe cambiato nel votare con un sistema proporzionale corretto con una modesta soglia di sbarramento (nel
Consultellum era posta al 2%)?
Naturalmente si può sempre pensare (in buona fede) che i sondaggi possano essere totalmente fuorvianti e inattendibili…
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