Giovanni Infantino. Quando il calcio fa politica
di SCIABOLATA MORBIDA (Gianni Infantino)
Gianni Infantino, Presidente FIFA, sulle riforme da applicare al calcio:
Quello che vedo non mi piace.
Nel 2017 i trasferimenti internazionali hanno raggiunto i 6,4 miliardi di dollari, le commissioni per gli agenti il mezzo miliardo, mentre per la formazione ci sono soltanto 60 milioni;
– Soldi, questi, che andrebbero ai piccoli club.
Com’è possibile che, mentre il giro d’affari aumenta, gli investimenti per i giovani si riducano?
– Servono poi regole di trasparenza inderogabili per gli agenti.
A volte certe cifre sembrano ben altro che commissioni.
Gli stessi agenti, quelli seri, ci chiedono regole: soltanto nel calcio chiunque può improvvisarsi agente.
– Voglio regole sui trasferimenti, anche per l’immagine del calcio: non è bello che il mondo veda circolare sei miliardi e poi, se le autorità giudiziarie intervengono, si scoprono nero e illegalità.
– Riduzione della finestra di mercato estiva: troppo lunga, i campionati devono cominciare con squadre già fatte.
– Riduzione del numero di trasferimenti a gennaio: era il mercato di riparazione, non si può rifare la squadra.
Non mi piace un giocatore che fa il girone di andata con un club e quello di ritorno con un altro.
Non è nostalgia, le regole cambiano, ma vorrei recuperare i valori che hanno reso grande il calcio.
E ancora:
– riduzione dei prestiti;
– più fondi per la formazione;
– rose con massimo 25 elementi. I migliori devono giocare, non fare la panchina negli stessi grandi club.
Penso che queste cose si possano applicare anche in un “sistema di mercato”: se sono regole per tutti, non sono discriminatorie.
Gli americani hanno il sistema più regolamentato al mondo, eppure sono quelli che guadagnano di più: hanno capito che al movimento serve una competizione equilibrata per crescere».
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