Huawei è tornata
da LA CITTA’ FUTURA (Stefania Fusero)
Huawei è “come un fiore di pruno” che “diventa più dolce al gelo di un rigido inverno”. (Xú Zhíjūn, attuale presidente di turno nella sua relazione annuale del 31 marzo, 2023).
Il 30 agosto scorso, proprio mentre Gina Raimondo, Segretaria USA al Commercio, concludeva la sua visita ufficiale in Cina, Huawei iniziava la prevendita del suo nuovo cellulare Mate 60, alimentato dall’avanzato processore Kirin 9000s, ogni parte rigorosamente made in China.
L’uscita quasi alla chetichella di Huawei Mate 60 ha sorpreso la comunità tecnologica, perché normalmente l’azienda organizza un grande evento per lanciare i suoi prodotti di punta, ma il pubblico cinese ha risposto con entusiasmo e le vendite del nuovo cellulare sono state imponenti.
Una coincidenza che il lancio sia avvenuto online proprio durante la visita della ministra del Commercio USA, cui spetta la supervisione dei controlli sulle esportazioni che gli Stati Uniti utilizzano per limitare l’accesso della Cina ai chip avanzati? Sui social media cinesi sono presto apparsi meme che mostrano Raimondo come improbabile nuova ambasciatrice del marchio Huawei Mate 60 e si è levata un’incontenibile ondata di orgoglio nazionale.
Nel contempo, in un clima di costernazione, in Occidente si smontava freneticamente il nuovo modello e se ne analizzavano le varie parti. Davvero Huawei ha prodotto un modello tanto avanzato senza utilizzare tecnologia USA? E in caso affermativo, come è riuscito il gigante cinese a superare il percorso minato appositamente creato dall’amministrazione USA per bloccare lo sviluppo tecnologico delle aziende cinesi e in particolare di Huawei?
Huawei e il rigido inverno
Huawei è una società indipendente e privata di proprietà dei dipendenti attraverso un programma di partecipazione azionaria. Nessuno può possedere un’azione senza lavorare in Huawei e nel 2018 c’erano 96.768 dipendenti azionisti. Il fondatore, Ren Zhengfei, possiede una partecipazione dell’1,14% nella società.
Le azioni conferiscono diritto di voto. I dipendenti azionisti eleggono i membri per formare una Commissione di Rappresentanza, ottenendo un voto per ogni azione posseduta. Successivamente la Commissione elegge il Consiglio di Amministrazione e il Consiglio di Sorveglianza della società. Nelle ultime elezioni del gennaio 2019, 86.514 dipendenti azionisti hanno votato per eleggere 115 rappresentanti in 416 seggi elettorali in tutto il mondo.
Fondata nel 1987, Huawei è leader nel mercato globale delle infrastrutture per la tecnologia wireless di quinta generazione (5G) ed è stata anche il più grande produttore di telefoni cellulari del pianeta.
Ma le sanzioni imposte dall’amministrazione Trump nel 2019, che vietano la tecnologia e i servizi di “avversari stranieri” ritenuti rappresentare “rischi inaccettabili” per la sicurezza nazionale, sanzioni confermate ed esacerbate dal governo Biden, hanno di fatto negato a Huawei l’accesso ai chip per computer che utilizzino anche in minima parte tecnologia statunitense. Ciò ha reso problematico l’utilizzo dei telefoni Huawei nei Paesi occidentali, non piu’ in grado di connettersi alle reti 5G, né di utilizzare il sistema operativo Android di Google ed accedere ad applicazioni popolari come Maps.
Così, se nel 2020 Huawei occupava una quota di mercato per i telefoni cellulari del 20%, più di Apple o Samsung, nel 2022 tale quota era precipitata al 4%. Nel 2022, i ricavi di Huawei ammontavano a 92 miliardi di dollari, ben al di sotto del picco del 2020 di circa 140 miliardi di dollari e l’utile netto di quell’anno, pari a poco più di 5 miliardi di dollari, è stato molto inferiore ai quasi 18 miliardi di dollari nel 2021.
Il governo USA ha mostrato un accanimento particolare nei confronti di Huawei, contro cui ha ingaggiato una campagna di soppressione globale. Perché? Forse perché la società cinese è leader di mercato nelle stazioni base 5G a livello globale, dove ha tecnologicamente superato gli USA? Un fatto è comunque innegabile: gli USA continuano ad esercitare la massima pressione sui loro satelliti occidentali perché escludano le apparecchiature Huawei dalle reti di telecomunicazione 5G, anche se le apparecchiature del gigante cinese sono più avanzate e meno costose di quelle dei concorrenti.
E l’Unione Europea (UE)? Se inizialmente aveva lasciato facoltà di scegliere ai Paesi membri, lo scorso giugno Thierry Breton, commissario UE per il mercato interno, ha invitato altri Stati membri, oltre i dieci che hanno già limitato o bandito Huawei dalle loro reti 5G, a rimuoverlo, citando rischi per la sicurezza nazionale.
Insomma, le misure di soppressione statunitensi sono riuscite a escludere Huawei e altre aziende cinesi dai mercati degli USA, dei Cinque Occhi[1] e di gran parte dell’Europa, e hanno praticamente tagliato fuori Huawei per alcuni anni dal mercato dei telefoni cellulari, infliggendo gravissimi danni alla compagnia.
Guerre giudiziarie, ostaggi economici
Il 1° dicembre 2018, Meng Wanzhou, responsabile finanziaria di Huawei e figlia del fondatore, venne arrestata all’aeroporto internazionale di Vancouver, Canada, su richiesta del Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti. L’accusa era di frode bancaria e telematica in relazione a transazioni finanziarie condotte da Skycom, che aveva funzionato come filiale di Huawei con sede in Iran, in violazione delle sanzioni unilaterali – illegittime quindi secondo il diritto internazionale – imposte dagli USA contro l’Iran.
Dopo quasi tre anni di arresti domiciliari in Canada impiegati in una dura battaglia giudiziaria per evitare di essere estradata negli USA, Meng è finalmente ritornata in Cina il 25 settembre 2021 e l’anno successivo il giudice ha archiviato le accuse.
Poteva andare anche peggio: gli USA sono usi ad utilizzare la coercizione della legge a fini economici, basti pensare a quanto accaduto al francese Frédéric Pierucci, senior manager di Alstom, arrestato il 13 aprile 2013 con l’accusa di corruzione durante uno scalo all’aeroporto di New York. L’arresto ebbe luogo mentre l’americana General Electric era in trattative per acquisire il controllo del settore energia della multinazionale francese. Subito dopo l’arresto gli fu offerto di diventare un informatore dell’FBI all’interno di Alstom, ma Pierucci rifiutò. Successivamente gli venne negato il rilascio su cauzione; licenziato da Alstom il 20 settembre 2013, perse quindi l’assistenza giudiziaria della compagnia.
Dopo aver trascorso 14 mesi in strutture carcerarie di massima sicurezza in attesa del processo, riuscì finalmente ad ottenere la cauzione. Nel settembre 2017, un tribunale del Connecticut condannò Pierucci a due anni e mezzo di carcere, quindi venne rilasciato nel settembre 2018.
Nell’aprile 2014, quando seppe che il ramo energia di Alstom era stato venduto alla General Electric, Pierucci comprese che il suo arresto, il rifiuto della cauzione e la continuazione della detenzione facevano parte di una strategia di guerra economica e si è autodefinito pertanto un “ostaggio economico”.
La lunga marcia di Huawei
“Le sanzioni statunitensi hanno sicuramente esercitato pressione su Huawei, ma la pressione agisce anche da forza motrice”, ha affermato recentemente Ren.
Nel 2019, pochi mesi dopo che la società era stata inserita nella lista nera del governo degli Stati Uniti, Ren avviò il programma “Top Minds”, denominato in seguito “Genius Youth”, per reclutare talenti. Huawei inoltre organizza o partecipa a competizioni internazionali, attività di scambi e stage aziendali.
Huawei ha 207.000 dipendenti in tutto il mondo e il 55,6% è costituito da personale di ricerca e sviluppo. Questo dato è in aumento rispetto alla fine del 2021, quando la società impiegava 195.000 persone, di cui il 54,8% in ricerca e sviluppo.
Huawei investe circa 3-5 miliardi di dollari ogni anno nella ricerca teorica di base, collaborando con le università per esplorare congiuntamente conoscenze scientifiche apparentemente inutili; se in precedenza la collaborazione era principalmente con università occidentali, ora Huawei collabora soprattutto con istituzioni accademiche cinesi.
La tecnologia di consumo, come i telefoni cellulari, non è che un ramo della produzione di Huawei, e non il principale. Un settore strategico è quello della produttività aziendale e Huawei, oltre ad altre aziende cinesi, è in grado di offrire servizi di intelligenza artificiale basati su cloud insieme a formazione e consulenza a migliaia di aziende.
Una notevole serie di prodotti pilota cinesi nel campo dell’automazione industriale sono stati realizzati principalmente da Huawei: fabbriche, miniere, porti e magazzini completamente automatizzati sono già operativi e Pechino sta avviando il primo servizio di taxi commerciale autonomo. Huawei ha 10.000 contratti per reti 5G private in Cina, di cui 6.000 nelle fabbriche. La divisione cloud di Huawei ha appena lanciato una piattaforma software progettata per aiutare le aziende cinesi a costruire sistemi di intelligenza artificiale proprietari utilizzando i propri dati.
Ed oggi, con il lancio di Mate 60, Huawei sembra rinascere come una fenice dalle ceneri anche nel settore dei telefoni cellulari, in cui Huawei era stata praticamente spazzata via dal mercato globale.
Forse sarà stata una coincidenza casuale che le prevendite online siano iniziate proprio durante la visita della ministra del Commercio USA, ma sicuramente non è una coincidenza che la presentazione ufficiale dei nuovi prodotti Huawei sia avvenuta in pompa magna il 25 settembre, esattamente due anni dopo il ritorno di Meng Wanzhou in Cina dopo gli anni di detenzione arbitraria in Canada.
Huawei non è morta, a dispetto di tutti gli ostacoli frapposti lungo il suo cammino, dimostrando di non essere una compagnia ordinaria, come ordinario certo non è il suo fondatore e amministratore delegato.
Ren Zhengfei
Nato il 25 ottobre 1944 in una famiglia rurale in cui entrambi i genitori erano insegnanti, Ren Zhengfei trascorse i primi anni anni in una remota città montuosa nella provincia di Guizhou. Il primo di sette fratelli, studiò all’Istituto di ingegneria civile e architettura di Chongqing. Dopo la laurea, lavorò nel settore dell’ingegneria civile fino al 1974, quindi nel Corpo di ingegneria militare. Ritiratosi dall’esercito nel 1983, lavorò poi alla Shenzhen South Sea Oil Corporation. Insoddisfatto del suo lavoro, nel 1987 decise di fondare Huawei con un capitale di 21.000 CNY. Diventò amministratore delegato di Huawei nel 1988 e da allora mantiene il titolo.
La vita personale, familiare e professionale di Ren è inestricabilmente, spesso dolorosamente intrecciata con la vita stessa della Repubblica Popolare Cinese e ne ha attraversato alcune delle fasi più significative, dal Grande Balzo in Avanti, la Rivoluzione Culturale, fino alla Riforma e Apertura.
Dalla tradizione culturale cinese Ren ha ereditato una fede incrollabile nel potere della conoscenza, dello studio, del lavoro e un enorme rispetto per il talento, nonché l’umiltà e la disposizione ad imparare dagli altri, come emerge da suoi discorsi pubblici recenti.
Ren e l’Occidente:
Quando ero giovane ammiravo l’Occidente perché la sua tecnologia era così avanzata… Dopo aver fondato Huawei, ho continuato ad ammirare l’Occidente. A quel tempo, abbiamo lanciato uno slogan “utilizzare le migliori parti di macchine e strumenti che ci sono al mondo per creare i migliori prodotti del mondo” e ci siamo riusciti…
Quando gli Stati Uniti ci hanno … imposto dure sanzioni, Eric Zhijun XU [vicepresidente e presidente di turno di Huawei] mi ha detto in una riunione aziendale: “Gli Stati Uniti non hanno capito di aver trasformato la persona più filo-americana nella persona più anti-americana bloccandoci.” No, non sono diventato anti-americano, perché se vogliamo essere i più avanzati, dobbiamo imparare da tutte le persone avanzate…
Fortunatamente, abbiamo trascorso gli ultimi 20 anni preparandoci sulla base dei fondamentali e investendo centinaia di miliardi per coltivare un gruppo di scienziati che ricercano i fondamenti ed esperti che conoscono gli aspetti tecnici… In tre anni abbiamo completato lo sviluppo della sostituzione di oltre 13.000 parti meccaniche e riprogettato 4.000 schede elettroniche. Solo ora la fornitura dei nostri circuiti stampati si è stabilizzata perché ora disponiamo di una fornitura di parti meccaniche prodotte in Cina.
Ren pensa che la matematica sia tutto:
Perché la nostra azienda valorizza la matematica? Cos’è la radio? Cos’è la comunicazione? Le onde elettromagnetiche non sono solo equazioni? Il dottor Erdal Arikan dalla Turchia ha scritto un articolo di matematica, che dieci anni dopo è diventato il fondamento della tecnologia 5G. All’inizio degli anni ’60, uno scienziato sovietico, Peter Ufimtsev, pubblicò un articolo che mostrava come le sfaccettature del diamante potevano diffondere le onde radio, che contribuirono a modellare il caccia stealth F22 degli Stati Uniti vent’anni dopo. Negli anni ’50, il professor Wu Zhonghua dell’Accademia cinese delle Scienze ha gettato le basi per l’odierna industria dei motori a reazione con la sua teoria generale del flusso tridimensionale per le turbomacchine… In futuro, mentre ci muoviamo verso una società dell’informazione, l’importanza della matematica continuerà ad aumentare. L’intelligenza artificiale è [basata sulla] matematica, e i problemi degli algoritmi sono problemi di matematica…
Ren sul sistema sociale cinese:
Il sistema sociale cinese ha dei vantaggi unici. Le infrastrutture cinesi, come ferrovie ad alta velocità, autostrade, sistemi di alimentazione elettrica e sistemi di telecomunicazione, sono state estese ad aree remote e scarsamente popolate. Senza il potere dello Stato di fare queste cose a prescindere dai costi, gli agricoltori non sarebbero in grado di liberarsi dalla povertà. Questa è la superiorità del socialismo…
Perché la rete elettrica americana non è stabile come quella cinese? La rete elettrica cinese è organizzata secondo una distribuzione scientifica in aree popolate o non, mentre le aziende private americane sono disposte a coprire solo luoghi in cui possono fare soldi. In particolare, la Cina è leader nel mondo nella trasmissione di corrente continua ad alta tensione, il che richiede il coordinamento di migliaia di apparecchiature. Senza la pianificazione e il coordinamento a livello nazionale, questo risultato non sarebbe possibile… Gli Stati Uniti hanno più di 60 reti elettriche, che non possono essere coordinate per raggiungere un simile risultato…
Note:
[1] Si tratta dell’alleanza “di sorveglianza” fra Australia, Canada, Nuova Zelanda, Regno Unito e Stati Uniti. Edward Snowden ha fatto trapelare documenti rivelanti che i Cinque Occhi hanno spiato persone e raccolto informazioni caratterizzandosi come “un’organizzazione di intelligence sovranazionale che non risponde alle leggi conosciute dei propri paesi”.
Fonti:
https://www.huawei.com/ke/facts/question-answer/who-owns-huawei
Arran Hope, This is the state of play at Huawei under sanctions, 21 giugno 2023 https://thechinaproject.com/2023/06/21/this-is-the-state-of-play-at-huawei-under-sanctions/
- Cerulus-S.Wheaton, How Washington chased Huawei out of Europe, 23 novembre 2022
https://www.politico.eu/article/us-china-huawei-europe-market/
Ryan Browne, Top EU official urges more countries to ban China’s Huawei, ZTE from 5G networks, 16 giugno 2023 https://www.cnbc.com/2023/06/16/eu-urges-more-countries-to-ban-chinas-huawei-zte-from-5g-networks.html
Frédéric Pierucci, The American Trap: My Battle to Expose America’s Secret Economic War Against the Rest of the World, Hodder & Stoughton 2019
https://www.huawei.com/it/executives/board-of-directors/ren-zhengfei
Latest Speech by Ren Zhengfei: I’m also an Apple Fan! Engaging Q&A Session Revealed https://youtu.be/6ciPVK4IsHU?si=9azJv7M4VKXLb18E
D.P.Goldman, Why America Is Losing the Tech War with China, 23 luglio 2023 https://nationalinterest.org/blog/techland/why-america-losing-tech-war-china-206664
FONTE: https://www.lacittafutura.it/editoriali/huawei-%c3%a8-tornata
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