Mandato d’arresto internazionale per ex leader catalano Puigdemont
di SICUREZZA INTERNAZIONALE
L’ex leader separatista catalano, Carles Puigdemont, attualmente in Finlandia, affronta un mandato d’arresto internazionale rilasciato dalla Spagna.
Sabato 24 marzo, l’ispettore finlandese Hannu Kautto ha riferito all’agenzia di stampa Reuters che la Finlandia ha recentemente ricevuto dalle autorità di Madrid un mandato d’arresto internazionale per il politico catalano Carles Puigdemont, ma prima di intraprendere azioni legali al riguardo il Paese scandinavo ha chiesto alla Spagna maggiori informazioni circa il documento. In una precedente intervista per l’emittente radiofonica spagnola Catalunya Radio, l’avvocato di Puigdemont, Jaume Alonso-Cuevillas, ha affermato che il suo assistito si consegnerà alle forze di polizia finlandesi.
Venerdì 23 marzo, Pablo Llarena, giudice del tribunale supremo spagnolo, ha emesso una sentenza che prevede che un totale di 25 politici separatisti catalani, tra cui lo stesso Puigdemont, compaiano davanti alla giustizia e vengano processati per ribellione, appropriazione indebita e insubordinazione statale. Di questi 25 politici, 5 sono ora detenuti preventivamente, dalla giornata di venerdì 23 marzo, nell’attesa del processo; tra loro vi è Jordi Turull, il quale, stretto alleato di Puigdemont, era stato indicato dai nazionalisti per sostituire l’ex leader alla presidenza della Generalitat catalana, e avrebbe dovuto candidarsi nella giornata di sabato 24 marzo per l’elezione a tale carica. Il primo verdetto della corte suprema richiede la presenza obbligatoria di Turull al processo, e rende dunque tali ipotesi elettorali irrealizzabili.
Venerdì 23 marzo, il portavoce del parlamento catalano, Roger Torrent, ha affermato che avrebbe continuato la sessione plenaria a dispetto della recente sentenza di comparizione, e ha letto una dichiarazione a sostegno dei leader pro-indipendentisti, nonostante l’opposizione del governo e dei partiti unionisti operanti in Catalogna. Il giorno seguente, varie fonti governative hanno reiterato a Torrent di cancellare la sessione parlamentare, aggiungendo che se egli dovesse continuare imperterrito a portare avanti il programma in agenda, il governo centrale di Madrid deciderà che azioni punitive intraprendere.
In caso Puigdemont dovesse far ritorno in Spagna, rischia una pena fino a 25 anni di detenzione per i seguenti capi d’accusa: ribellione e sedizione, per il suo coinvolgimento diretto nell’organizzazione di un referendum illegale sulla secessione della Catalogna dal governo centrale spagnolo lo scorso 1 ottobre 2017. In seguito al referendum e alle reazioni severe delle autorità di Madrid che ne sono derivate, Puigdemont si è recato in un esilio autoimposto in Belgio, poco dopo che il parlamento catalano ha presentato simbolicamente una dichiarazione di indipendenza dalla Spagna. Puigdemont ha infine lasciato Bruxelles e si è recato in Finlandia, giovedì 22 marzo, per incontrarsi con i legislatori locali e presenziare a una conferenza.
Consultazione delle fonti inglesi e redazione a cura di Claudia Castellani
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