C’è Soros dietro il caso Facebook-Oxford Analytica?
di OLTRE LA LINEA (Davide Pellegrino)
George Soros, durante il World Economic Forum tenutosi a Davos a gennaio, ha descritto Facebook quale “minaccia per la democrazia”, quindi da chiudere all’istante. Con i milioni di difetti che può avere, infatti, offre all’utente pagine che contrastano quella narrativa volta a far sopravvivere la realtà unipolare a guida statunitense.
Basti pensare a Sputnik, RT, Russia Insider, Russkiy Mir, al-Mayadeen, al-Manar, tutte finite nel mirino della psicopolizia dem da anni, ormai. Un crimine per chi persegue la mondializzazione coatta, la messa sotto tutela della sovranità nazionale degli Stati e la creazione di una catena di circoscrizione nei confronti della Russia a vantaggio del globalismo. Il pluralismo di informazione, infatti, mette inevitabilmente a repentaglio tali progetti criminaloidi.
Analizzando questo particolare si capiscono i perché e i burattinai dietro il contenzioso tra Mark Zuckerberg e la Cambridge Analytica. Il furto dei dati degli utenti Facebook di quest’ultima per influenzare le elezioni, violando apertamente i termini e le condizioni del social network, ci dà, inoltre, una conferma cristallina. Dimostra, ancora una volta, quanto gli USA siano esperti del cosiddetto “reverse blame”: puntare il dito contro qualcuno per sotterrare il marciume in casa.
Viene da pensare che la retorica sul Russiagate e sui “famosi cinque account Twitter di Mosca” sia stata una strategia del Congresso per sviare l’attenzione dell’opinione pubblica sulle azioni di tale agenzia. Non è un mistero: Wikileaks, già anni prima della candidatura di Donald Trump, aveva provato che l’NSA simula attacchi hacker russi abitualmente. Così come aveva dimostrato il sistema di spionaggio voluto da Barack Obama nei confronti delle servili cancellerie europee.
Aggiungiamoci anche che Alex Stamos, il capo della sicurezza della società incriminata, è stato beccato a dire che gli oppositori politici li si può intrappolare con scandali sessuali e mazzette, cioè tutte le tattiche che la CIA e il Deep State usano negli Stati non allineati per preparare il terreno ad un cambio di regime in direzione globalista, e capirete che le interferenze sono tutte occidentali, non moscovite.
Fonte: http://www.oltrelalinea.news/2018/03/23/ce-soros-dietro-il-caso-facebook-oxford-analytica/
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