Tra gennaio e marzo denunciate 22 morti sul lavoro in più rispetto ai primi tre mesi del 2017, da 190 a 212 (+11,6%). L’aumento è legato ai casi avvenuti in itinere, ovvero nel tragitto di andata e ritorno tra la casa e il posto di lavoro, che sono aumentati di 24 unità (da 43 a 67), mentre quelli occorsi in occasione di lavoro sono stati due in meno (da 147 a 145).
Le denunce di infortunio sul lavoro con esito mortale presentate all’Istituto nel primo trimestre di quest’anno sono state, dunque, 212, 22 in più rispetto alle 190 dell’analogo periodo del 2017 (+11,6%). L’aumento riguarda solo i casi avvenuti in itinere, ovvero nel tragitto di andata e ritorno tra la casa e il posto di lavoro, che sono aumentati di 24 unità (da 43 a 67), mentre quelli occorsi in occasione di lavoro hanno fatto segnare una diminuzione di due unità (da 147 a 145). Nel primo trimestre del 2018 si è registrato un aumento di 23 casi mortali (da 170 a 193) nella gestione Industria e servizi e di un caso (da 13 a 14) in agricoltura, mentre nel Conto Stato i decessi denunciati sono stati due in meno (da 7 a 5).
Aumentano i morti sul lavoro al Nord
L’analisi territoriale evidenzia un incremento di 19 casi mortali nel Nord-Ovest, di 10 casi nel Nord-Est e di sette casi al Centro. Diminuzioni si riscontrano, invece, al Sud (-9 decessi) e nelle Isole (-5). A livello regionale, spiccano le 15 denunce in meno (da 19 a 4) dell’Abruzzo, teatro nel gennaio 2017 delle tragedie di Rigopiano e Campo Felice, e i sei casi mortali in meno in Sicilia (da 18 a 12) e Toscana (da 15 a 9). Aumenti si registrano, invece, in Lombardia (da 25 a 39), Piemonte (da 12 a 21) e Lazio (da 11 a 21).
L’assenza dal lavoro per un giorno non è sanzionabile: lo ha deciso la Cassazione
L’incremento rilevato nel confronto tra i primi tre mesi del 2017 e del 2018 è legato principalmente alla componente maschile, i cui casi mortali sono aumentati di 20 unità, da 160 a 180, mentre quella femminile ha fatto registrare un aumento di solo due casi, da 30 a 32 decessi. L’aumento interessa sia le denunce che hanno riguardato i lavoratori italiani (da 163 a 179 casi), sia quelle dei lavoratori stranieri (da 27 a 33). Dall’analisi per classi d’età emerge come una morte su due abbia coinvolto lavoratori di età compresa tra i 50 e i 64 anni, per i quali si registra un incremento tra i due periodi di 29 casi (+35%). In diminuzione, invece, le denunce per i lavoratori fino a 34 anni (da 32 a 25 casi) e per quelli tra i 45 e i 49 anni (da 26 a 17).
Le morti bianche nel mondo
Nota metodologica
I dati analitici sono disponibili nella sezione ‘Open data’ del sito Inail: si tratta delle denunce di infortunio con esito mortale e di malattia professionale presentate all’Istituto entro il mese di marzo. Dati provvisori, soggetti all’effetto distorsivo di ‘punte occasionali’ e dei tempi di trattazione delle pratiche e di consolidamento degli archivi. Per quantificare i casi accertati positivamente, infatti, sarà necessario attendere il consolidamento dei dati dell’intero anno 2018, con la conclusione dell’iter amministrativo e sanitario relativo a ogni denuncia.
Dopo l’introduzione dell’obbligo di trasmissione telematica all’Inail, a fini statistici e informativi, delle comunicazioni relative agli infortuni che comportano un’assenza dal lavoro di almeno un giorno (escluso quello dell’evento), obbligo che ricade su tutti i datori di lavoro e i loro intermediari, compresi i datori di lavoro privati di lavoratori assicurati presso altri enti o con polizze private, è stata invece temporaneamente sospesa la pubblicazione degli open data mensili relativi alle denunce complessive di infortunio, per evitare confronti di mese e di periodo non coerenti. La pubblicazione riprenderà entro il mese di agosto, una volta concluso il processo di adeguamento dei sistemi statistico-informatici dell’Istituto.
Fonte: http://www.today.it/economia/morti-lavoro-inail-trimestre-2018.html
Commenti recenti