La privatizzazione delle ferrovie britanniche non sta funzionando come il governo sperava e così Londra è pronta a fare una, seppur parziale, marcia indietro. Il governo del Regno Unito nazionalizzerà temporaneamente l’East Coast rail service: la decisione è arrivata perché le due compagnie che operano su quelle tratte, la Virgin e la Stagecoach unite nel marchio Vtec, non hanno rispettato il contratto da 3,3 miliardi che avevano stipulato. E così dal 24 giugno il servizio tra Londra, Edimburgo e Iverness, dall’Inghilterra al Galles, passando per la Scozia, tornerà in mani pubbliche.
“La tratta continua a generare guadagni sostanziali, non è una ferrovia in difficoltà. Tuttavia, Virgin e Stagecoach hanno fatto un’offerta sbagliata”, ha dichiarato il segretario di Stato ai Trasporti, Chris Grayling che ha difeso la scelta di appaltare il servizio ai privati.
Le accuse dei laburisti
Ma il Labour ha affermato che la ri-privatizzazione della tratta, avvenuta alla vigilia delle elezioni del 2015, è stata un’operazione “cinica”. “Abbiamo avuto un salvataggio dopo l’altro. Le compagnie ferroviarie vincono, i passeggeri e i contribuenti perdono”, ha attaccato il Segretario ombra ai Trasporti, Andy McDonald. “Nessun trucchetto può risolvere le carenze di un sistema privatizzato ormai rotto, in cui il pubblico si assume il rischio e le aziende ottengono il profitto, aiutate e e favorite” dal governo, ha affermato. “
Non possiamo aspettarci che le aziende si assumano responsabilità illimitate, altrimenti non farebbero offerte per partecipare al franchising”, si è difeso però Grayling. Il ministro aveva annunciato a novembre che l’appalto l’appalto della East Coast sarebbe sarebbe terminato tre anni prima del previsto, nel 2020, consentendo agli operatori di risparmiare 20 miliardi di sterline in pagamenti fino al 2023. Ma il numero di passeggeri ridotto e le conseguenze minori entrare rispetto alle aspettative hanno visto Stagecoach perdere circa 200 milioni di sterline fino ad ora, e così il governo ha deciso di intervenire prima.
I privati si difendono
Eppure l’amministratore delegato della compagnia, Martin Griffiths, ha dichiarato che l’azienda è stata “sorpresa e delusa” dalla decisione. Negli ultimi tre anni, ha detto, Vtec ha “attirato più passeggeri, aumentato gli investimenti, ha soddisfatto i clienti e ha effettuato pagamenti significativi al contribuente per reinvestire nei servizi pubblici”. È la terza volta in un decennio che un operatore ferroviario privato non è riuscito a portare a termine il suo contratto sulla linea principale della costa orientale, che è stata ri-nazionalizzata tra il 2009 e il 2015.
Il problema potrebbe riproporsi su altre tratte perché a quanto pare le compagnie, per accaparrarsi l’affare ferrovie, hanno l’abitudine di fare offerte nelle gare troppo al ribasso, offerte che poi non riescono a rispettare. Anche la South Western, la TransPennine Express e la Greater Anglia, tre operatori privati delle ferrovie britanniche, stanno attraversando un periodo di difficoltà e non è escluso che anche nei loro confronti possa esserci un intervento del governo.
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