Flat tax, Salvini: “Giusto che chi guadagna di più paghi meno tasse perché spende e investe di più”
di IL FATTO QUOTIDIANO
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I COMMENTI DAL FRONTE:
1. Stefano D’Andrea- Presidente FSI: “Così si viola il principio di progressività del dettato costituzionale”
Si tratta di leggi Reganiane anti progressive e anti-costituzionali che favoriscono i più ricchi a scapito dei meno abbienti. Ogni governo autenticamente fedele alla Costituzione dovrebbe aver presente la varietà degli scaglioni che componevano, viceversa, quella redatta dal ministro Mariano Rumor del 1973.
2. Andrea Franceschelli – FSI Pescara: “In questo modo si continua lo spostamento della tassazione dai redditi ai consumi”
2018, Tria: “L’Iva finanzi la flat tax”
2012, Monti: “Nell’ambito del processo di attuazione della riforma fiscale, saranno predisposti schemi di provvedimenti normativi diretti al riequilibrio del sistema impositivo, anche relativamente alla tassazione dei redditi finanziari, nonché alla riduzione degli effetti distorsivi delle scelte degli operatori economici ed al graduale spostamento dell’asse del prelievo dalle imposte dirette a quelle indirette.”da l’Atto d’indirizzo per il conseguimento degli obiettivi di politica fiscale per gli anni 2012/2014.
Il trend di spostamento della tassazione dai redditi ai consumi non si arresta.
3. Lorenzo D’Onofrio – Segretario FSI: “LA #FLATTAX VA NEL WC, parola di Senatore”
1) La proposta di una flat tax sul reddito figura anche nell’agenda del Washington Consensus, il programma ultraliberista propugnato a partire dai tardi anni ’80 dal Fmi con ESITI DEVASTANTI.
2) Gli studi che promettono miracoli (crescita, recupero dell’evasione) si basano su modelli di equilibrio generale controversi (guarda caso, simili a quelli usati per valutare il TTIP).
3) Di solito la flat tax porta a un calo del gettito dell’imposta sul reddito, cui si supplisce o con una patrimoniale (come a Hong Kong), o con imposte indirette (come nell’Est Europa).
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Il leader della Lega e ministro dell’Interno spiega così il ragionamento dietro la riforma fiscale prevista dal contratto di governo con il M5s: “L’importante è che ci guadagnino tutti: se uno fattura di più, risparmia di più, reinveste di più, assume un operaio in più, acquista una macchina in più e crea lavoro in più”
“E’ giusto che chi guadagna di più paghi meno tasse. Perché spende e investe di più”. Il neo ministro dell’Interno Matteo Salvini riconosce che, a regime, il risultato della “flat tax a due aliquote” prevista dal contratto di governo Lega–M5s sarà favorire chi ha redditi più elevati, come hanno rilevato diversi osservatori. Ma rivendica: “L’importante è che ci guadagninotutti: se uno fattura di più, risparmia di più, reinveste di più, assume un operaio in più, acquista una macchina in più, e crea lavoro in più. Non siamo in grado di moltiplicare pani e pesci. Il nostro obiettivo è che tutti riescano ad avere qualche lira in più nelle tasche da spendere”. Il leader del Carroccio lo ha detto ai microfoni di Radio anch’io, su Rai Radio1.
Martedì il premier Giuseppe Conte, durante il primo discorso al Senato, ha affermato che “l’obiettivo è la flat tax, ovvero una riforma fiscale caratterizzata dall’introduzione di aliquote fisse, con un sistema di deduzioni che possa garantire la progressività dell’imposta, in piena armonia con i principi costituzionali”. All’articolo 53, la Carta recita infatti che “Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva” e “il sistema tributario è informato a criteri di progressività”.
Il deputato della Lega Claudio Borghi dal canto suo ha sostenuto che “il lavoratore dipendente di classe media, il funzionario, il quadro, saranno quelli che avranno il maggior beneficio. La grande maggioranza di quelli che avranno uno sgravio sono quelli della famosa classe media che stava sparendo”. Non è ancora chiaro comunque in che tempi il nuovo esecutivo intenda introdurre il nuovo sistema fiscale: su questo i senatori Alberto Bagnai e Armando Siri si sono contraddetti, con il primo convinto che partirà prima per le imprese e il secondo pronto a garantire che già dal 2019 ci sarà anche per le famiglie, forse partendo da quelle con “due o tre figli“.
Secondo i calcoli di Massimo Baldini e Leonzio Rizzo su lavoce.info, “metà circa del risparmio andrebbe al decimo decile”, quello di chi guadagna oltre 100mila euro l’anno: questi nuclei risparmieranno in media oltre 10mila euro l’anno. Al contrario la “classe media”, identificata con i decili dal sesto all’ottavo, otterrà un risparmio medio “di circa 1.500 euro all’anno, 125 euro al mese per famiglia”. Per il primo decile, i più poveri, il risparmio sarà quasi inesistente. Anche Carlo Cottarelli, ex commissario alla spending review e per quattro giorni premier incaricato prima della nascita del governo Conte, ha sottolineato che “la flat tax sposta la distribuzione del reddito verso i più abbienti” con “la speranza è che questo causi una ripartenza dell’economia perché i più abbienti sono più produttivi. Ma attenzione: non credo che avverrebbe e se avviene si verifica in un modo incerto. Bisogna abbassare la tassazione con la riduzione della spesa, ma cambiare la distribuzione del reddito sperando che abbia un effetto espansivo non sono convinto che possa accadere”.
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