Bruxelles – Lavorare, e farlo in silenzio. Mario Draghi si permette di dare un consiglio al governo italiano. Lo fa solo perché interpellato in merito. Il presidente della Banca centrale europea non p solito entrare nel merito di Stati membri dell’Ue, in questo caso dell’Eurozona, ma come sempre avviene in occasione della audizioni in Parlamento europeo risponde a tutte le domande. Pure a chiarimenti. Quelli che ha voluto Fulvio Martusciello (Fi/Ppe). Una decina di giorni fa Draghi aveva detto che le parole e i contenuti del dibattito politico italiano su manovra e conti pubblici avevano causato danni poiché i mercati si sono messi in allarme. Oggi Draghi conferma quanto già detto.
“Ho detto che le parole hanno fatto danni perché famiglie e imprese pagano tassi più alti di prima”, scandisce Draghi. Spiegando nel merito, il presidente della Bce dice a Martusciello che “sui nuovi prestiti le banche hanno aumentato i tassi di un importo attorno ai 20 punti base, soprattutto alle piccole e medie imprese”. Quando alla grandi imprese che emettono obbligazioni, per loro i costi “sono saliti di più di 60 punti base”. E non è tutto. “La questione importante è che non sono solo saliti i tassi, ma sono diventate più stringenti anche le condizioni relative alle garanzie richieste” dalle banche per la concessione di prestiti e l’erogazione di mutui.
Il fatto che tutto questo sia sia verificato in concomitanza col dibattito politico italiano per Draghi non è un caso. Certo ciò che conta alla fine sono le misure che verranno messe a punto dal governo Conte. Nell’attesa i mercati osservano, e si preparano. Anche agli scenari meno attesi. “La presentazione della legge di Bilancio e la discussione parlamentare sono entrambe delicate e importanti”, sottolinea Draghi. Ma il silenzio, o l’attenzione alla parole, hanno comunque il loro peso.
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