Nell’Unione Europea la sovranità non è del popolo
di ANDREA ZHOK (FSI Trieste)
Gli odierni europeisti sembrano spesso immaginare che le decisioni prese a livello europeo siano qualcosa come: decisioni prese dal popolo europeo attraverso i suoi rappresentanti.
Peccato che non sia niente del genere.
L’unico organo popolare elettivo dell’UE è il Parlamento europeo, che conta un po’meno del due di picche, avendo solo funzioni legislative concorrenti con il Consiglio dell’UE (consiglio dei ministri europei).
Peraltro, come tutti sanno, gli eletti al Parlamento europeo sono eletti su base nazionale, con agende e dibattiti nazionali, senza che l’elettorato abbia la più pallida idea di quali siano le tesi o posizioni sostenute dagli stessi partiti in altri paesi (i parlamentari italiani del PSE vengono eletti senza la minima interazione con programmi e problemi trattati dai parlamentari tedeschi, o francesi, o spagnoli del medesimo PSE).
A parte il Parlamento, tutti gli altri organi sono rappresentanze dirette degli Stati nazionali.
La Commissione (European Commission), l’organo più importante di tutti, che detiene il potere esecutivo e anche l’iniziativa legislativa, è formata da un commissario per ciascuno stato membro.
I membri della Commissione sono a loro volta eletti dal Consiglio Europeo (European Council), che è di nuovo formato meccanicamente da un rappresentante per ogni Stato.
Così come un rappresentante per Stato siede nel Consiglio dei ministri europeo, che detiene il potere legislativo insieme al Parlamento.
Questo significa che le decisioni europee non sono decisioni prese dai popoli europei aggregati in rappresentanze ideologiche o ideali (partiti), secondo l’ordinario modello democratico, ma sono decisioni prese da alleanze più o meno provvisorie o stabili tra Stati.
Faccio notare che un sistema di alleanze a geometrie variabili tra Stati nazionali è né più né meno quello che è sempre esistito ed esisterebbe anche in assenza di Unione Europea.
La differenza è che mentre nel caso di normali alleanze variabili tra stati la decisione di un gruppo di paesi non avrebbe validità legale su terze parti non concordi, nel caso europeo tali alleanze, in alcune materie (economiche), hanno i mezzi legali per imporsi a chi è in disaccordo.
Si noti la differenza con un normale processo democratico: se in un paese si deve giungere ad una decisione controversa ciò accadrà con una discussione pubblica, con un voto democratico di rappresentanti di questa o quella posizione, e solo infine, eventualmente, la maggioranza dei cittadini potrà imporre la volontà sulla minoranza.
Sul piano europeo non c’è discussione comune, non c’è voto su questioni comuni, e alla fine un’alleanza tra Stati maggioritaria può imporsi ad una minoritaria.
NB: quest’ultimo meccanismo è quello che chi aspira ad un’ulteriore cessione di sovranità (gli Stati Uniti d’Europa) vorrebbe essere esteso a tutte la materie (e non solo, come ora, ai settori economici: mercato comune, unione doganale e politica monetaria).
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