Contro la standardizzazione della didattica
di GIAMPIERO MARANO (FSI Varese)
Negli ultimi venti anni il fondamentale articolo 33 della Costituzione è stato oggetto di continue aggressioni da parte dei vari Carneadi che hanno messo mano alla riforma della scuola, tutti traditori asserviti a interessi oligarchici e antinazionali. L’art. 33 sancisce infatti il libero insegnamento dell’arte e della scienza, principio fortemente inviso al totalitarismo mercatista europeo, che anzi non perde occasione per stigmatizzare la mancata genuflessione della classe docente alle ragioni dell’economia, per definizione indiscutibili.
Nel lavoro quotidiano degli insegnanti le conseguenze più vistose di questa violenza teppista, spesso esercitata subdolamente sotto le mentite spoglie di una fredda e burocratica “standardizzazione della didattica”, non sono né poche né irrilevanti – per non parlare dell’impatto spaventoso sulle giovani generazioni.
In realtà, soltanto una civiltà educativa giunta allo stadio terminale e rovesciatasi ormai nel suo opposto riesce a partorire mostruosità liberticide come i test Invalsi, i corsi di formazione per insegnanti, l’utilizzo obbligatorio delle nuove tecnologie (ICT), le prove per classi parallele, la metodologia CLIL, la scuola delle competenze, le programmazioni di dipartimento, le griglie di valutazione, l’adozione collettiva e non più individuale dei libri di testo.
A quale altro insulto all’intelligenza, a quali mortificazioni dell’humanitas inscritta nella nostra tradizione culturale dovremo ancora assistere prima di bloccare questa deriva e cancellare una ad una le riforme imposte da Bruxelles?
Assolutamente d’accordo con questa a analisi, gradualmente abbiamo perso il nostro ruolo e la nostra libertà di insegnamento a favore di una didattica standardizzata che non favorisce la crescita critica e psicologica….