La delusione, la consapevolezza
di STEFANO ROSATI (FSI Rieti)
La vicenda CARIGE, con maggioranza e opposizione che si accusano vicendevolmente di aver fatto le stesse cose, conferma per l’ennesima volta che ormai, in politica, c’è sempre e solo un vincitore: il pilota automatico (Draghi©). Dentro i Trattati non c’è spazio per fare qualcosa di diverso.
Non c’è spazio per la politica, nei Trattati.
La delusione dei molti che avevano riposto fiducia nel Governo in carica è quindi priva di senso.
Così come è privo di senso andare in ‘Europa’ a sbattere i pugni, o (chiedere i voti per ) andare al Parlamento Europeo con la sciocca suggestione che in Commissione ci sarà così un “altroeuropeista” che cambierà le cose.
Se si vogliono cambiare le cose si può solo recedere dai Trattati.
La delusione, come ripiegamento infantile su se stessi, non consente o rallenta la presa d’atto, la visione oggettiva delle cose. La consapevolezza, insomma, “sereno animo pacatoque”.
Bisogna prendere atto della grandezza tecnica dei Trattati che nascono da una precisa ricognizione dei ‘vuoti’, del non detto dalle Costituzioni dei Paesi aderenti. Del non detto perché non c’era bisogno di dirlo, perché era vivo il ricordo delle cause che avevano scatenato due conflitti mondiali.
Non c’era bisogno di dirlo perché i liberali erano quattro noci nel sacco. La Costituzione del 1948 nulla dice espressamente sulla moneta, sulla Banca centrale (la Banca d’Italia non è nemmeno nominata), sugli aiuti alle imprese, sulla concorrenza, sull’inflazione.
I Trattati invece raggiungono un elevato livello di dettaglio su questi temi riempendo così questi spazi vuoti, gli spazi vuoti che la nostra consapevolezza, la nostra memoria storica avrebbero dovuto presidiare perché sono lo spirito della Costituzione.
Bisogna prendere atto che rimanendo nell’Unione Europa nessuna maggioranza potrà fare molto di più.
Ed essere quindi consapevoli che l’unica via sensata, razionale, oggettiva per cambiare le cose è il recesso dai Trattati.
Sembra che i gilet gialli lo abbiano capito. In Italia, invece, abbiamo le madamin, che non sanno nemmeno perchè vanno in piazza, ed il proteiforme ed eterodiretto M5S creato a tavolino per incanalare il malcontento.
Non stupisce quindi che i gilet gialli abbiano prontamente respinto qualsiasi ipotesi di apparentamento con il M5S. A quanto pare, i Francesi non si fanno minchionare dall’incravattato DiMaio né dal Che Guevara dei poveri: l’inafferrabile Dibba.