A Catanzaro gli scandali dell’azienda dei trasporti finiscono in tribunale
di LA CITTA’ FUTURA (Tonino Jiritano)
In AMC vige un sistema in cui al diritto si sostituisce il privilegio: un metodo che tiene a galla l’azienda ma che è inaccettabile e pericoloso.
Per quanto riguarda la gestione del personale, in AMC vige un sistema in cui al diritto di sostituisce il privilegio. Come definire, altrimenti, un sistema in cui il premio di risultato di secondo livello viene elargito a discrezione degli organi dirigenziali e delle organizzazioni sindacali compiacenti (i cui esponenti a loro volta vengono nominati dirigenti aziendali) senza neanche rendere noti i criteri usati? Ma questo è niente.
Ad alcuni fortunatissimi, ad esempio, vengono concessi importanti avanzamenti di carriera per i quali è previsto – come da “regolamento di avanzamenti e promozioni” sottoscritto in data 18.07.2016 dagli stessi sindacati aziendali – il requisito della laurea, pur non avendo i fortunatissimi tale titolo, e addirittura senza neanche un vero e proprio concorso! E non si tratta dello sperpero di pochi spicci ma di circa un milione di euro per un totale di 54 passaggi di livello, numeri messi nero su bianco dal direttore generale in sede di riunione coi sindacati il 12.12.2018. Quanti di questi 54 passaggi, e del relativo milione di euro, e quanti di quelli avvenuti negli anni scorsi, vengono fatti in violazione al suddetto regolamento?
Altri lavoratori, invece, un po’ meno fortunati, risultano essere regolarmente prescelti per svolgere turni in regime di straordinario a fronte di eventi non programmabili, come l’assenza per malattia di un autista, anche in presenza di personale in servizio disponibile ma impiegato in altre funzioni (ad esempio controlleria). Pure in questo caso non si tratterebbe di pochi spicci dei contribuenti sottratti a diverso utilizzo ma di circa 120 mila euro l’anno, come risulta dai documenti consegnati ai consiglieri comunali di Catanzaro. Ora l’amministrazione, sempre da verbale del 12.12.2018, si impegna ad azzerare lo straordinario, visto che è diventato “fisiologico”, in modo da liberare risorse che andranno a finanziare i passaggi dei part-time in full-time. Per i passaggi di livello dei dirigenti sindacali, però, le risorse le hanno trovate… Aspettiamo fiduciosi, come aspettiamo di vedere in che cosa consisterà “la vendita diretta del biglietto a bordo” visto che al momento, a quanto ci raccontano certi autisti, alcuni controllori invece di elevare le multe già praticano la vendita diretta del biglietto… con relativa “cresta” di 50 centesimi!
Ancora meno fortunati sono gli immancabili furbetti del cartellino, quei lavoratori che dopo aver timbrato sbrigano propri affari personali o disattendono i doveri d’ufficio. A sentire i colleghi, ci sarebbe chi sistematicamente timbra e poi con l’auto aziendale va al bar nel centro di CZ lido; altri che timbrano e poi vanno a portare i figli e moglie a scuola; altri ancora che timbrano e vanno in bicicletta o vanno a passeggio sul Corso. Ma il caso più eclatante sembrerebbe quello occorso mercoledì 11 dicembre, quando una lavoratrice invia il certificato medico per malattia e alle ore 8,00 del mattino risulta timbrata! Dalla verifica delle telecamere si accerta che il signor C. timbrava cartellini di vari colleghi, compresa l’ammalata. L’azienda decide ovviamente di sospenderlo per ben 2 giorni (non saranno troppi!?) e i sindacati, che fanno? Come da verbale del 12.12.2018 chiedono l’eliminazione della telecamera posta sul lettore badge! Sul punto, il direttore si dichiara indisponibile, salvo poi ritrovarsi alle ore 18 del giorno dopo, ad uffici chiusi, con il lettore badge divelto e montato con tutti collegamenti ai PC in altro luogo, a riparo da occhi elettronici troppo indiscreti…
Infine, i più sfortunati tra i privilegiati, un’altra categorie di evergreen: gli inidonei. Su un organico di 180 dipendente 80 sono negli uffici, una percentuale altissima! E molti transitati dall’area operativa con lo stesso motivo: “labirintite” certificata sempre dallo stesso medico… e sempre con l’ausilio di uno stesso sindacalista che predispone tutto il passaggio. Altri, invece, dichiarati “poco” vedenti che, stando a quello che raccontano i colleghi, arrivano in ufficio cavalcando moto di alta cilindrata.
E agli altri dipendenti, la maggioranza, che cosa rimane? Unicamente il privilegio di godere di veicoli che circolano anche se privi della revisione e senza aria condizionata; di capolinea senza servizi igienici o con servizi inaccessibili; di divise scadenti. E poi ci sono i veri e propri dannati: i lavoratori iscritti alla USB a cui vengono riservati i turni peggiori, a cui giornalmente viene perpetrato il c.d. bossing, con lettere e convocazioni intimidatorie e telefonate ai giornalisti per sapere se i nostri dirigenti sindacali hanno espresso opinioni sull’azienda durante l’orario di lavoro.
La situazione dell’AMC, tuttavia, non è un caso isolato ma si inserisce in un contesto regionale che fa acqua da tutte le parti. A molte località prive di un vero e proprio trasporto pubblico locale (a Crotone, a Vibo ed in altre località il servizio è reso da privati) si affianca la situazione dell’ATAM di Reggio che non riesce a pagare regolarmente gli stipendi, come alla Zenith services Group Srl (vincitrice dell’appalto delle Ferrovie della Calabria relativo ai servizi di pulizia e sanificazione delle carrozze) visto che le Ferrovie della Calabria – il grande gestore dei trasporti locali – salda le fatture con grave ritardo. Ma non possiamo aspettare il peggio per intervenire né accettare i metodi utilizzati per tenere l’AMC a galla.
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