Le vere sovraniste sono Francia e Germania
di L’INTELLETTUALE DISSIDENTE (Matteo Cosco)
Epicuro credeva che “non è tanto l’aiuto degli amici a servirci, ma la fiducia che essi ci aiuterebbero nel momento del bisogno”: lo sanno bene Angela Merkel ed Emmanuel Macron, i due leader firmatari del Trattato di Aquisgrana il cui fine sarà quello di rilanciare la partnership tra Francia e Germania, dando così origine ad una nuova superpotenza nel cuore dell’Europa ed in seno alla Nato.
Questa strana amicizia che sfida la storia, sa di opportunismo politico e di retorica stantia che puzza di vecchio; lo dimostra il fatto che i due leader sono stati accolti al loro arrivo dai manifestanti con una selva di fischi, come accadde parimenti a Konrad Adenauer e Charles de Gaulle. Nel 1963 i due statisti firmarono, sempre ad Aquisgrana, il trattato dell’Eliseo che segnava la riconciliazione e la fine degli storici contrasti tra i due paesi che si univano di fronte al pericolo sovietico.
Seguendo i corsi e ricorsi storici, si comprende come, quando l’opportunismo politico lo richiede, anche i peggiori nemici possono stringersi la mano, cercando di mascherare il tutto con una facciata di retorica europeista: se all’epoca era il pericolo sovietico a dettare la riconciliazione tra la sanguinaria Germania e la Francia, oggi la formalizzazione sul piano economico -finanziario e politico è dovuta all’ascesa de “i nazionalismi e populismi che minacciano l’Europa”, come affermano Macron e Merkel. Come da prassi, anche l’infaticabile Juncker, di cui non sentivamo la mancanza, non ha esitato a benedire l’accordo tra i due paesi.
Rassegniamoci: si scrive Unione Europea, ma si legge asse franco -tedesco. In fin dei conti Germania e Francia da sempre impongono le proprie agende politiche nel vecchio continente, sancendone equilibri e strategie. Tuttavia, è grottesco che i detrattori del sovranismo e i predicatori dell’austerità -ma solo di quella imposta ai figli di un dio minore- concludano un accordo bilaterale, creando di fatto una “conventio ad excludendum” verso l’Italia e i paesi del blocco di Visegrad. La retorica europeista a cui ci eravamo abituati predicava l’unione dei popoli nella diversità, la fratellanza e la cooperazione tra le nazioni, altissimi principi trasformati dalla realtà in becera apparenza.
I veri nazionalisti si sono infine rivelati proprio Macron e Merkel, due leader politicamente indeboliti in patria: il primo in calo di popolarità e ossessionato dalle proteste dei gilets jaunes che non conosce e comprende, la seconda ormai in uscita dalla cancelleria a causa dell’avanzata dell’ultradestra di AfD.
Entrambi continuano a raccontare la favola che che dipinge l’accordo bilaterale come una risposta ai populismi, accusando l’Italia e i paesi di Visegrad dio essere nazionalisti, di aver abbandonato l’austerità e di aver tradito i principi cardine del riformismo; nel mentre concludono uno dei trattati più “nazionalisti” che la storia europea ricordi. E’ inaccettabile che la classe politica europea, dall’alto delle sue torri d’avorio, continui ad accostare due concetti che -a ben vedere!- sono distinti e separati: quello di nazionalismo e di populismo.
Il trattato segna la fine dell’Unione come l’abbiamo conosciuta fino ad oggi. L’ago della bilancia politica pende oramai in favore dell’asse franco -tedesco, a discapito degli altri stati vassalli come Spagna, Italia e infine Gran Bretagna, unica potenza ancora in grado di esercitare un certo contrappeso. A quanto pare, le narrazioni e le petizioni di principio europeiste servono a mascherare i veri rapporti di forza e il perseguimento degli interessi nazionali, ma soltanto quelli di Francia e Germania.
Fonte: https://www.lintellettualedissidente.it/cartucce/patto-aquisgrana-francia-germania-macron-merkel/
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