Il patriottismo atlantico di Giorgia Meloni
di INDIPENDENZA
La cornice è atlantica, quella della Conservative Political Action Conference (Cpac), edizione 2019, a Washington. È la più grande manifestazione al mondo dei conservatori, organizzata dall’American Conservative Union (ogni anno, dal 1973).
Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d’Italia, iscritta insieme alla Lega di Salvini alla piattaforma “The Movement” di Steve Bannon (l’uomo che, per conto di Washington, sta raccordando le forze atlantiche sedicenti sovraniste in Europa), è stata l’unica politica italiana invitata, una settimana fa, a parlare di sovranità e di Europa. Ha reiterato le posizioni subalterne ed atlantiche della tradizione della destra italiana. Tanto per esser chiara e gradita alla platea e al presidente Trump, anch’egli partecipe della Conferenza, ha esordito sul Venezuela allineando il suo partito al tentativo USA di scardinamento della sovranità e del tipo di società che si sta costruendo nel paese latinoamericano («il partito che presiedo, Fratelli d’Italia, è in prima linea nel sostenere la causa della libertà del popolo venezuelano dal dittatore comunista Maduro») ed esprimendo «una posizione chiara a sostegno di Guaidó», il patetico e ormai scaduto nel ridicolo fantoccio degli USA.
Si è quindi soffermata sull’Unione Europea (sulla sua «deriva antidemocratica») affermando che «a chi vuole gli “United States of Europe” noi rispondiamo che vogliamo “a United Europe of States”». Insomma «una grande confederazione di Stati nazionali liberi e sovrani, capaci di cooperare su alcune grandi materie: immigrazione, sicurezza, mercato unico, difesa, politica estera; ma liberi di autodeterminarsi su tutto ciò che può essere meglio deciso a livello nazionale e locale». Pari pari l’idea degli “United States of Europe” dell’atlantico Altiero Spinelli. Uno stato confusionale della Meloni? Certo, ma in quello scioglilingua “United States of Europe” / “United Europe of States” in cui la Meloni si è persa, lei un intendimento chiaro e compiacente verso Washington ce l’aveva: sostenere l’idea statunitense di Europa contro quella germanica, forse carolingia (vedremo se il Trattato di Aquisgrana franco-tedesco reggerà).
In tutto questo, in conclusione, dov’è il patriottismo di Fratelli d’Italia? Nell’atlantismo, of course, nonostante e contro gli interessi dell’Italia, subalterna al pluridecennale asservimento a tutto campo nei confronti degli USA.
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