Superamento dei tetti di spesa in sanità: opportunità o illusione?
di RAFFAELE VARVARA (FSI Milano)
Fa discutere la proposta del governo di rivedere il tetto di spesa per il personale sanitario, da anni fissato alla spesa del 2004 ribassata del 1,4%. Questo parametro rappresenta la causa profonda che ha creato carenze d’organico, aumento delle liste d’attesa e costringe gli operatori sanitari a turni massacranti per coprire buchi e garantire il diritto alla salute; Il tetto di spesa (si scrive così ma si legge de-finanziamento progressivo del SSN e de-capitalizzazione del lavoro in sanità) era stato introdotto dai governi precedenti, in ossequio alle prescrizioni di austerità imposte dall’UE, sul taglio della spesa pubblica.
Ma come si supera questa norma se i fondi stanziati per la sanità nella legge di bilancio del 2019 sono sufficienti a malapena a compensare le misure di inflazione e consentono al massimo di tirare avanti la baracca così com’è? Vuoi vedere che si tratta dell’ ennesima manovra bluff o a costo zero? Proprio così, ormai la politica nostrana, deprivata della facoltà di operare investimenti pubblici in autonomia secondo le esigenze della popolazione, ci abitua a questo tipo di illusioni: del resto non può essere altrimenti continuando ad operare nella gabbia del modello capitalistico dove tutto è ridotto a merce, compreso la salute.
La norma, dunque, è un bluff per due motivi: 1. da un lato rompe il muro della spesa del 2004 ma stabilisce come tetto quello del 2018 (a sua volta già ridotto per effetto del precedente tetto), quindi da un tetto si passa a un altro tetto; 2. Questa norma da sola non risolve i problemi relativi agli organici se non è sostenuta da alcuna misura per il superamento della carenza delle professioni.
Il disegno è chiaro: mentre chi ci governa gioca con gli ultimi spiccioli rimasti fingendo di spostarli di qua o di la, questo sistema capitalistico capeggiato dagli organi dell’ UE avanza inesorabilmente e silenziosamente e, approfittando del nostro tacito consenso e ignoranza, ci sta portando via la sanità pubblica, spolpandola dall’interno, per consegnarla nelle mani dei privati e consentire loro ingenti profitti.
Al Paese servono almeno 50mila infermieri per garantire i bisogni di non autosufficienza dei malati cronici sul territorio. Un investimento pubblico così imponente è possibile solo da una forza politica che riconosce l’ urgenza di riappropriarci di quote di “sovranità sanitaria” per rifinanziare il fondo sanitario nazionale, senza vincoli di bilancio, riconoscendo la natura incrementale della spesa sanitaria. Per questo credo nel FSI!
Ci libereremo!
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