Il Rapporto Mueller scagiona Trump dal Russiagate
Il testo che segue è la sintesi del rapporto del consigliere speciale Robert Mueller sulle indagini riguardanti il Russiagate. Tale sintesi è stata scritta e resa pubblica dal procuratore generale degli USA William Barr (NdR).
Traduzione a cura di Emilio di Somma (FSI TORINO)
IL PROCURATORE GENERALE
WASHINGTON, D.C.
L’onorevole Lindsey Graham, Presidente, Commissione Giustizia, Senato degli Stati Uniti, 290 Russell Senate Office Building, Washington, D.C., 20510
L’onorevole Jerrold Nadler, Presidente, Commissione Giustizia, Camera dei Deputati degli Stati Uniti, 2132 Rayburn House Office Building, Washington, D.C., 20515
L’onorevole Dianne Feinstein, Membro, Commissione Giustizia, Senato degli Stati Uniti, 331 Hart Senate Office Building, Washington, D.C., 20510
L’onorevole Doug Collins, Membro, Commissione Giustizia, Camera dei Deputati degli Stati Uniti, 1504 Longworth House Office Building, Washington, D.C., 20515
Gentile Presidente Graham, Presidente Nadler, Membri Feinstein e Collins:
Come supplemento alla notifica inviata venerdì, 22 Marzo 2019, scrivo oggi per informarvi delle conclusioni principali raggiunte dal consigliere speciale Robert Mueller III e per informarvi sulla situazione delle mie osservazioni iniziali sul rapporto che ha preparato.
Il Rapporto del Consigliere Speciale
Venerdì, il Consigliere Speciale mi ha inviato un “rapporto confidenziale spiegando la decisione circa la prosecuzione o l’abbandono” che ha raggiunto, come richiesto dal 28 C.F.R. § 600.8(c). Questo rapporto è intitolato “Rapporto sulle indagini circa l’interferenza russa sulle elezioni presidenziali del 2016”. Nonostante la mia analisi sia ancora in svolgimento, credo sia nell’interesse pubblico che io descriva il rapporto e riassuma le conclusioni principali raggiunte dal Consigliere Speciale ed i risultati delle sue indagini.
Il rapporto spiega che il Consigliere Speciale ed il suo staff hanno investigato in maniera approfondita le accuse che membri della campagna presidenziale di Donal J. Trump, ed altri a quella associata, abbiano cospirato con il governo russo nel tentativo di interferire con le lezioni presidenziali degli S.U. nel 2016, o hanno attivamente cercato di ostacolare le relative indagini federali. Nel rapporto, il consigliere speciale ha annotato che, nel completare le sue indagini, ha impiegato 19 avvocati che erano assistiti da un team di circa 40 agenti del FBI, analisti dell’intelligence, finanzieri forensi ed altro staff professionale. Il consigliere speciale ha emesso più di 2800 subpoena (nt. obbligo di testimonianza o presentazione di prove), eseguito quasi 500 mandati di perquisizione, ottenuto più di 230 ordini di comunicazione di dati ed emesso quasi 50 ordini di monitoraggio telefonico, ha eseguito 13 richieste di prove presso governi stranieri ed interrogato circa 500 testimoni.
Il consigliere speciale ha ottenuto un numero di accuse ed incarcerazioni di individui ed entità collegate a tali indagini, di cui tutte sono state rivelate al pubblico. Durante il corso delle indagini, il consigliere speciale ha inoltre riferito materiale presso altri uffici per studiare ulteriori provvedimenti. Il rapporto non raccomanda ulteriori accuse, né il consigliere speciale ha ottenuto alcuna accusa secretata che non sia stata rivelata al pubblico. Sotto, riassumo le conclusioni principali rivelate nel rapporto del consigliere speciale.
Interferenza Russa nelle elezioni presidenziali del 2016. Il rapporto del consigliere speciale è diviso in due parti. La prima descrive i risultati delle indagini del consigliere circa l’interferenza russa nelle elezioni presidenziali del 2016. Il rapporto descrive i tentativi russi di influenzare le elezioni e documenta crimini commessi da persone associate al governo russo in connessione a tali sforzi. Il rapporto spiega che una prima considerazione delle indagini del consigliere verteva sulla possibilità che un americano – inclusi individui associati alla campagna di Trump – avesse partecipato alle cospirazioni russe per influenzare le elezioni, il che avrebbe costituito un crimine federale. Le indagini del consigliere speciale non hanno trovato che la campagna di Trump, o nessun individuo a questa associata, hanno cospirato o coordinato azioni con la Russia nei suoi tentativi di influenzare le elezioni presidenziali del 2016. Come il rapporto rivela: “Le indagini non hanno stabilito che membri della campagna Trump hanno cospirato o coordinato azioni con il governo russo nelle sue attività di interferenza delle elezioni”. 1
Le indagini del consigliere speciale hanno determinato che vi sono stati due principali tentativi russi di influenzare le elezioni del 2016. Il primo riguardava tentativi da parte di una organizzazione russa, la Internet Research Agency (IRA), di condurre campagne di disinformazione ed operazioni di social media negli S. U. designate a creare discordia sociale, con l’eventuale obiettivo di interferire con le elezioni. Come notato sopra, il consigliere speciale non ha trovano alcun cittadino U.S. o ufficiale della campagna Trump o associati che avesse cospirato o coordinato scientemente con la IRA nei suoi tentativi, sebbene il consigliere abbia presentato accuse penali contro un certo numero di cittadini russi ed entità in connessione a tali attività.
Il secondo elemento includeva i tentativi del governo russo di condurre operazioni di hackeraggio mirate all’ottenere e disseminare informazioni che influenzassero le elezioni. Il consigliere speciale ha trovato che attori del governo russo abbiano con successo violato dei computer ed ottenuto e-mail da persone affiliate alla campagna Clinton ed al Partito Democratico e abbiano diffuso pubblicamente quei materiali tramite intermediari, incluso WikiLeaks. Sulla base di tali attività, il consigliere ha emesso accuse penali contro un certo numero di ufficiali militari russi per cospirazione nel violare computers degli S.U. con lo scopo di influenzare le elezioni. Ma, come notato sopra, il consigliere speciale non ha trovato che la campagna Trump, o alcun individuo a questa associata, abbiano cospirato o coordinato con il governo russo in questi sforzi, nonostante numerose offerte da parte di individui affiliati alla Russia per assistere la campagna di Trump.
Ostruzione della giustizia. La seconda parte del rapporto affronta un certo numero di azioni da parte del presidente – molte delle quali sono state oggetto di rapporti pubblici – che il consigliere speciale ha investigato come potenziali tentativi di ostruzione della giustizia. Dopo aver eseguito una “completa indagine sui fatti” su tali questioni, il consigliere speciale ha considerato se valutare tale condotta con gli standard di dipartimento che governano le decisioni sulle prosecuzioni, ma, in ultima analisi, ha deciso di non emettere un’accusa formale. Il consigliere speciale non ha quindi raggiunto alcuna conclusione – in un senso o in un altro – sull’eventualità che la condotta esaminata si costituisca come ostruzione. Invece, per ognuna delle azioni rilevanti investigate, il rapporto rivela prove in entrambi i sensi sulla questione in oggetto e lascia irrisolte quelle che il consigliere descrive come “questioni problematiche” della legge e dei fatti concernenti se le azioni del presidente ed i suoi intenti potessero essere interpretati come ostruzione. Il consigliere speciale afferma che “mentre questo rapporto non conclude che il presidente abbia commesso un crimine, allo stesso tempo non lo scagiona”.
La decisione del consigliere speciale di descrivere i fatti delle sue indagini sull’ostruzionismo senza raggiungere nessuna conclusione legale lascia la responsabilità al Procuratore Generale di determinare se la condotta descritta possa essere interpretata come criminale. Nel corso delle indagini, l’ufficio del consigliere speciale si è impegnato in discussioni con certi dipartimenti ufficiali circa le molte questioni legali e fattuali coinvolte nell’indagine sull’ostruzionismo. Dopo aver esaminato il rapporto finale del consigliere su tale questione; essermi consultato con i dipartimenti ufficiali, incluso l’Office of Legal Counsel; ed applicando i principi di accusa federale che guidano le nostre decisioni circa la prosecuzione, il procuratore generale Rod Rosenstein ed io abbiamo concluso che le prove presentate durante le indagini del consigliere speciale non sono sufficienti per stabilire che il presidente abbia commesso alcun crimine di ostruzione della giustizia. La nostra decisione è stata raggiunta senza alcun riguardo e non è basata su le considerazioni costituzionali e politiche che possono ricadere sulla messa in stato d’accusa e la prosecuzione penale di un presidente in carica.2
Nel raggiungere tale decisione, abbiamo notato che il consigliere speciale ha riconosciuto che “le prove non stabiliscono che il presidente sia rimasto coinvolto in attività criminali connesse all’interferenza russa sulle elezioni” e che, sebbene non determinante, l’assenza di tali prove da indicazioni circa le intenzioni del presidente sul commettere crimini di ostruzione. In genere, per ottenere un’accusa ed una incarcerazione per ostruzione, il governo dovrebbe provare oltre ogni ragionale dubbio che una persona, agendo con intento corrotto, abbia intrapreso attività di ostruzione che, nel nostro sistema giudiziario, costituiscono condotta criminosa, avesse un collegamento ad un processo in corso, o contemplato, ed avesse l’intenzione di commettere tale crimine; tutte casistiche che, secondo i principi che guidano le decisioni del dipartimento federale della procura, devono essere provate oltre ogni ragionevole dubbio per costituire un crimine di ostruzione alla giustizia.
Analisi del dipartimento di stato
Le regole rilevanti contemplano che il rapporto del consigliere speciale debba essere un “rapporto confidenziale” al procuratore generale. Vedere Office of Special Counsel, 64 fed. Reg. 37,038 – 37,040-41 (Luglio 9, 1999). Come ho precedentemente affermato, tuttavia, sono consapevole del pubblico interesse su tale faccenda. Per tale ragione, il mio obiettivo ed intento è quello di rilasciare la maggior parte del rapporto del consigliere che mi è possibile diffondere secondo le leggi, le regole e le politiche di dipartimento applicabili.
Basandomi sulle discussioni avute col consigliere speciale e sulla mia analisi iniziale, è apparente che il rapporto contiene materiale che è o potrebbe essere soggetto alla Federal Rule of Criminal Procedure 6 (e), che obbliga la restrizione sull’uso e la diffusione di informazioni relative a “faccende che accadano di fronte ad un grand jury”. Fed. R. Crim. P. 6(e)(2)(B). La regola 6(e) in genere limita la diffusione di certe informazioni dell’alta corte in un indagine o processo penale. Id. Diffusione di materiale 6(e) oltre i limiti ristretti imposti dalla regola è un crimine in determinate circostanze. Vedere, e.g., 18 U.S.C. § 401(3). La restrizione protegge l’integrità dei processi di fronte al grand Jury ed assicura che il potere investigativo unico ed inviolabile i un grand jury siano usati strettamente per le appropriate funzione di giustizia penale.
Date tali restrizioni, la programmazione per la produzione del rapporto è dipesa in parte da quanto velocemente il dipartimento può identificare materiale 6(e) che, secondo la legge, non può essere reso pubblico. Ho richiesto l’assistenza del consigliere speciale nell’identificare tutte le informazioni 6(e) contenute nel rapporto il più velocemente possibile. Separatamente, ho dovuto anche identificare ogni informazione che potesse influenzare altre faccende in corso, incluse quelle che il consigliere speciale deve ancora riferire ad altri uffici. Non appena il procedimento sarà completo, sarò in grado di procedere speditamente nel determinare cosa può essere rilasciato al pubblico secondo leggi, regole e politiche di dipartimento.
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Come osservato nelle mie notifiche iniziali, le regole del consigliere speciale provvedono che il fatto che “il procuratore generale possa determinare il pubblico rilascio di” notifiche alle vostre rispettive commissioni “avvenga nel pubblico interesse”. 28 CFR. § 600.9(c). Ho determinato in tale direzione e renderò pubblica la presente lettera dopo averla a voi inviata.
Sinceramente
William P. Barr
Procuratore Generale
1 Nel valutare eventuali accuse di cospirazioni, il consigliere speciale ha inoltre valutato se membri della campagna Trump avessero “coordinato” con le attività russe di interferenza delle elezioni. Il consigliere speciale ha definito il termine “coordinazione” come un “accordo – tacito o espresso – tra la campagna Trump ed il governo russo sull’interferenza delle elezioni”.
2 Vedere A Sitting President’s Amenability to Indictment and Criminal Prosecution, 24 Op, O.L.C. 222 (2000)
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