Trump ha ucciso la disoccupazione. Ora tocca ai suoi critici
di Emilio Di Somma · Pubblicato · Aggiornato
Di MICIDIAL (Massimo Bordin)
Quando incontro persone che sono venute a conoscenza delle mie osservazioni su Putin e Trump, il refrain che ascolto è sempre lo stesso: “da quando in qua ti piacciono i dittatori? Vorresti forse un modello che si ispira agli autoritarismi?” E avanti di questo passo. Tralasciando l’analisi su Putin (ho scritto un libro su di lui dove è spiegato tutto quello che c’è da sapere), prendiamo in considerazione la mia “simpatia” per Donald Trump, anche e soprattutto alla luce di quanto accaduto oggi.
In primo luogo, deve essere chiaro che non nutro alcuna simpatia per il Presidente americano. Non mi piace come speaker, nè tanto meno la sua carriera privata, sbandierata in modo presuntuoso sui media, quando in realtà stiamo parlando di un palazzinaro newyorkese che ha ereditato una cospicua fortuna dal padre costruttore. Non mi piace il suo look – abiti fuori misura – nè la sua trasmissione televisiva sull’imprenditoria, dove esibiva il solito fare paternalistico dell’imprenditore che si è fatto da sè (e non è vero…). Mi stufano i seimila tweet che pubblica quotidianamente, e che sono spesso contraddittori.
Fatta questa doverosa precisazione, veniamo però alle cose che Trump ha davvero detto e poi davvero fatto.
In primo luogo Trump ha promesso di non iniziare nuovi conflitti geopolitici, al fine di risparmiare le vite di giovani americani e di consentire ad ogni paese ove vi sono tensioni di superarle in autonomia. Una volta eletto, ha rispettato questo impegno? I dati sono sotto gli occhi di tutti. Trump non ha iniziato alcun conflitto ed i suoi interventi (ad esempio in Siria) sono risibili rispetto a quelli dei suoi predecessori, Obama e Bush. Ha minacciato Turchia, Corea del Nord, Venezuela. Ma stava solo prendendo per i fondelli i falchi del Pentagono, che da anni sono rimasti senza cibo. Sentite cosa ha dichiarato su di lui l’economista Paul Krugman, non senza un travaso di bile:
A quanto pare, per Trump distruggere la Nato non è un mezzo per raggiungere uno scopo: è lo scopo in sé.
Trump non vuole riformare l’ordine mondiale. Vuole distruggerlo
E tutto l’intervento di Krugman viene riportato sul maggior organo di informazione finanziaria d’Italia. Si, insomma, quando questi si arrabbiano è segno che la direzione intrapresa è quella giusta.
Ma veniamo all’economia, alla “struttura”, tanto per usare termini marxisti.
Trump aveva promesso di aiutare il settore economico manifatturiero americano. Anche se il manifatturiero pesa pochino dentro la balena economica americana, molti statunitensi sono infatti in difficoltà da anni, perchè diverse fabbriche hanno chiuso i battenti per lasciare la produzione nelle mani dei paesi emergenti o di quelli già emersi, come la Cina. Gli Usa infatti, non sono abitati solo da avvocati ebrei della Grande Mela che vanno a teatro e suonano il flauto nei pub, come Woody Allen, nè la costa ovest è frequentata solo dagli smanettoni della Silicon Valley e dagli artisti di San Franciso. Ci sono anche operai, artigiani, estrattori, agricoltori. Insomma, l’America non è solo Apple e Facebook! Trump lo ha capito ed ha pensato di aiutare il mondo del lavoro anche della gente comune, e lo sta facendo con politiche protezionistiche tese a savaguardare le produzioni locali.
I risultati che finora ha ottenuto sono di destra o di sinistra?
Se ancora vi piacciono queste classificazioni, giudicate da soli il dato uscito stamani:
IL TASSO DI DISOCCUPAZIONE NEGLI USA OGGI E’ ARRIVATO AL 3,5 PER CENTO
IL TASSO DI DISOCCUPAZIONE NEGLI USA OGGI E’ ARRIVATO AL 3,5 PER CENTO
IL TASSO DI DISOCCUPAZIONE NEGLI USA OGGI E’ ARRIVATO AL 3,5 PER CENTO
IL TASSO DI DISOCCUPAZIONE NEGLI USA OGGI E’ ARRIVATO AL 3,5 PER CENTO
IL TASSO DI DISOCCUPAZIONE NEGLI USA OGGI E’ ARRIVATO AL 3,5 PER CENTO
Sembrerà strano, ma non tutti quelli che mi leggono sono intelligenti, e allora per i più duri di comprendonio vale la pena ripeterlo almeno 5 volte, con l’invito di ripetere questa frase ogni mattina, prima delle abluzioni.
«Il tasso di disoccupazione – recitano le agenzie – non era cosi’ basso dal dicembre di 50 anni fa. Rivisti al rialzo anche i dati sull’occupazione dei due mesi precedenti: a luglio i nuovi posti sono passati da 159.000 a 166.000, ad agosto da 130.000 a 168.000».
Cosa significa, per una comunità di enormi dimensioni (327 milioni di abitanti) abbassare la disoccupazione al 3,5%?
Due cose, anzitutto
- i lavoratori dipendenti hanno maggior potere contrattuale
- in quei territori non lavora solo chi non vuole lavorare
Pregherei i detrattori di risparmiarmi la filastrocca sull’America che non ha la sanità pubblica, il diritto allo studio e le solite cose. Lo so benissimo e combatto contro questo nel mio piccolo da sempre. Ma sono distorsioni del capitalismo che non sono di sicuro imputabili a Trump, eletto nel 2016.
Che piaccia o no, Trump sta dimostrando almeno due cose: da un lato, che la pianificazione pubblica dell’economia può dare enormi risultati. Dall’altro, che il mondo può essere una realtà politica e culturale multipolare.
Fonte: http://micidial.it/2019/10/trump-ha-ucciso-la-disoccupazione-ora-tocca-ai-suoi-critici/
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