Giorgia Meloni e Mario Monti: convergenze liberiste
di INDIPENDENZA
Giorgia Meloni, in poco più di un minuto (si veda il video allegato), è un fenomeno: palesa un’ignoranza sul tema del debito pubblico proprio nell’abc –non nuova in questo– risultando imbarazzante nel suo cincischiare, ed inanella una serie di affermazioni –anch’esse non nuove– illuminanti le posizioni sue e del partito che rappresenta, Fratelli d’Italia, posizioni del tutto anti-nazionali ed anti-sociali.
Riesce nell’impresa di condensare tutto questo in un lasso di tempo brevissimo, rilanciando un paio delle formule intimidatorie di rito prescrittive dell’ideologia liberista di marca UnionistaEuropea: con la prima colpevolizza la popolazione italiana “per aver vissuto al di sopra delle proprie possibilità/opportunità” (affermazione peraltro stridente con l’evidenza, nota da molti decenni, degli italiani in larghissima parte “popolo di risparmiatori”) il che è servito e serve alle istituzioni europee per giustificare le misure austeritarie (e predatorie!) quali restrizioni salariali, taglio dei dipendenti pubblici, minori spese per quel che resta dello ‘stato sociale’, aumenti di tasse, ecc.; con la seconda –contrapposizione dei figli ai padri– ammicca scopertamente al “partito degli affari” dei grandi gruppi speculativi interni ed esteri nel passaggio sullo scorporo, dal deficit del 3%, degli investimenti per le infrastrutture. E guarda caso –quelle citate– sono Grandi Opere inutili, devastanti per l’impatto ambientale, costose ma molto profittevoli per il suddetto partito. Vien da chiedersi, profittevoli anche per le sue sponde politiche di riferimento?
Una figura liberista sempre più affidabile, Giorgia Meloni. La menzionava l’ex presidente del Consiglio Mario Monti in parlamento, prima di annunciare il suo voto di fiducia al secondo governo Conte. Rivolgendosi proprio a Giuseppe Conte lo invitava «a guardare alle opposizioni. Io, per esempio, fui sostenuto per un anno da chi, nel Popolo della libertà, avrebbe fondato Fratelli d’Italia [Giorgia Meloni, ndr] e da Giancarlo Giorgetti, che in commissione Bilancio fece un gran lavoro sulla legge costituzionale che introdusse il pareggio di bilancio». Proprio con Monti al governo la Meloni votò a favore della legge Fornero che accoglieva come pacchetto di norme le direttive di Bruxelles.
Potremmo continuare e allargare l’orizzonte all’altro misteriosamente accreditato “sovranista” Matteo Salvini. Ma tutto questo (e altro) con la sovranità nazionale e ancor più con gli interessi del popolo lavoratore che c’azzecca?
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