Finché accetteremo queste menzogne saremo destinati a soffrire
di LORENZO D’ONOFRIO (FSI Pescara)
“Lo Stato imprenditore: che errore!” scrivono oggi su Repubblica… però l’ILVA fallisce da privata!
Lo Stato banchiere: che errore!… però le banche pubbliche non sono mai fallite.
Lo Stato costruttore di autostrade: che errore!… però i ponti crollano con la gestione privatizzata.
Poi vi dicono: “E ma negli anni in cui lo Stato faceva tutto, abbiamo scaricato il debito pubblico sulle future generazioni.”
Ma manco per c@z**!
Sotto vedete i dati ufficiali sul debito pubblico italiano, che a inizio anni ’80 era la metà di oggi!
Mi spiego meglio: quando lo Stato italiano aveva già costruito la sua rete autostradale (e non solo), quando lo Stato italiano faceva TUTTO, dai panettoni all’acciao, passando per i servizi bancari-assicurativi e le telecomunicazioni, quando lo Stato italiano, solo con l’IRI, dava lavoro a mezzo milione di persone e sosteneva l’impresa privata… i conti pubblici erano quelli di uno Stato che la stupida logica contabile europeista di oggi definirebbe virtuoso.
Poi cos’è successo?
Il cataclisma: BENIAMINO ANDREATTA.
All’IRI ci ha messo PRODI, a MONTI ha affidato il destino delle banche… il resto è storia.
A chi vi contesta queste fonti ufficiali e incontrovertibili, date una carezza e dite: “Questa è…”
No, mandateli semplicemente a fanc***!
Bisogna arrivare ad una situazione disastrosa per poi ricostruire tutto.
Sperando che questo distrastro possa ELIMINARE l’idiozia antinazione.
Ieri Calenda, intervistato, ha sostenuto che con il ritorno dell’IRI gli italiani vedrebbero il baratro e che lo stato non può mettersi a fare l’imprenditore.
Evidentemente si è scordato che il baratro lo hanno visto 43 italiani che il 14 Agosto dello scorso anno stavano transitando sul ponte Morandi.