Bibbiano, che cosa (davvero) si è scoperto durante le indagini
di TODAY (Redazione)
I capi di accusa sono addirittura aumentati nel corso dell’indagine come spiega il procuratore di Reggio Emilia. Notificato l’avviso di conclusione delle indagini per 26 indagati
La procura di Reggio Emilia ha concluso le indagini preliminari nell’ambito dell’inchiesta ‘Angeli e Demoni’, sul presunto sistema di affidi illeciti in Val d’Enza. Notificato l’avviso di conclusione delle indagini per 26 indagati, così come sono stati depositati tutti i documenti, compresi le intercettazioni telefoniche e ambientali.
A vario titolo vengono contestati agli indagati il peculato d’uso, l’abuso d’ufficio, violenza o minaccia a un pubblico ufficiale, falsa perizia anche attraverso l’inganno, frode processuale, depistaggio, rivelazione di segreti inerenti a un procedimento penale, falso ideologico in atto pubblico, maltrattamenti in famiglia, lesioni dolose gravissime, violenza privata, tentata estorsione, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche.
Come spiega il procuratore di Reggio Emilia i capi di accusa sono addirittura aumentati nel corso dell’indagine, indagine che ha consentito non solo di confermare le ipotesi accusatorie già riconosciute dal gip in fase cautelare, ma “di integrare il quadro probatorio in relazione a talune non riconosciute dal gip stesso in fase di emissione misura ed anche di individuare nuove fattispecie“.
Bibbiano, sindaco indagato per abuso di ufficio e falsità ideologica
In particolare, per quanto riguarda il sindaco di Bibbiano e delegato dell’Unione Comuni Val d’Enza alla specifica materia delle politiche sociali, Andrea Carletti, sono state confermate le ipotesi di reato di concorso in abuso d’ufficio e falso relativo il bilancio. “Entrambe ipotesi infondate – fa notare il suo difensore Giovanni Tarquini – come abbiamo sempre detto e come già a suo tempo rilevato, queste ipotesi di reato riguardano aspetti tecnico-amministrativi e che non riguardano i rapporto con minori”.
Secondo l’impianto accusatorio avanzato dalla procura di Reggio Emilia il sindaco di Bibbiano era “pienamente consapevole della totale illiceità del sistema” e “della assenza di qualunque forma di procedura ad evidenza pubblica volta all’affidamento del servizio pubblico di psicoterapia a soggetti privati”.
Secondo l’accusa, Carletti “contribuiva, sfruttando la propria qualifica, nell’accreditare e quindi rendere possibile lo stabile insediamento di tre terapeuti privati della Onlus Hansel e Gratel all’interno dei locali della struttura pubblica della Cura, della cui istituzione si era personalmente occupato e assunto la paternità in diverse occasioni pubbliche, al fine dello svolgimento, a titolo oneroso ed in assenza di qualunque titolo, della attività di piscoterapia con minori in carico ai servizi sociali“.
Sempre secondo l’accusa, il primo cittadino “sosteneva, altresì, nella permanenza di tali illecite condizioni, la attività e l’ampliamento delle attribuzioni a favore del centro studi Hansel e Gretel anche attraverso pubblici convegni organizzati a Bibbiano di cui si rendeva egli stesso relatore e ai quali venivano invitati a partecipare (retribuiti) due degli indagati“.
Bibbiano, indagato lo psicoterapeuta Claudio Foti
Tra i 26 destinatari dell’avviso chiusura indagini c’è anche lo psicoterapeuta Claudio Foti. Nel provvedimento firmato dal sostituto procuratore Valentina Salvi, si contesta a Foti di aver alterato “lo stato psicologico ed emotivo di una minore“, sottoponendola “a sedute serrate, attraverso modalità suggestive“.
“in qualità di psicoterapeuta incaricato dalla Asl di tenere un corso di formazione avente ad oggetto sedute terapeutiche con la minore e, successivamente, protraendo tali sedute con la minore presso la Cura, in pendenza del giudizio civile incardinato presso il Tribunale per i Minorenni di Bologna avente ad oggetto la idoneità genitoriale, con la contestuale prospettabilità di nomina di un CTU in relazione alle valutazioni delle capacità genitoriali e alle verifiche di rito sulla minore circa la volontà di riallacciare il rapporto paterno”, di aver, “al fine di trarre in inganno il CTU e l’Autorità Giudiziaria”, alterato “lo stato psicologico ed emotivo della minore”, sottoponendola “a sedute serrate, attraverso modalità suggestive e suggerenti, con la voluta formulazione di domande sul tema dell’abuso sessuale e ingenerando in tal modo in capo alla minore il convincimento di essere stata abusata sessualmente dal padre e dal socio” e “in tal modo radicando nella minore un netto rifiuto nell’incontrare il padre il quale veniva dichiarato decaduto dalla potestà genitoriale”.
Tra i 26 destinatari dell’avviso chiusura indagini della procura di Reggio Emilia anche una dirigente dei servizi sociali della Val d’Enza. Secondo quanto le contesta la procura nel provvedimento, avrebbe consentito ad un genitore di incontrare i figli solo a condizione che “il figlio minore fosse sottoposto ad un percorso di psicoterapia specialistica con Foti”.
“In qualità di Dirigente del Servizio Sociale Val d’Enza” avrebbe pertanto compiuto “atti idonei diretti in modo inequivoco a costringerlo a prestare il predetto consenso, al fine di procurare a Foti Claudio un ingiusto profitto (pari al corrispettivo richiesto per le sedute terapeutiche di euro 135 ogni ora)”.
Fonte: https://www.today.it/cronaca/bibbiano-indagini-ultime-notizie.html
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