Privato è bello. Diceva sempre il mio bidello
Di MICIDIAL (Massimo Bordin)
Lasciate perdere i paninari e le sfittinzie, i Duran Duran di Wild Boys, il Drive In e la Milano da bere. Se c’è un’espressione che ha dominato negli anni Ottanta, questa è stata: “privato è bello”. Ha resistito all’usura del tempo, ed oggi splende più luminosa che mai nel cervello dei liberali e dei liberisti che ammorbano l’Occidente con la loro religione. Peccato che l’economia mondiale si regga invece grazie agli Stati ed al loro intervento (corretto o scorretto che sia). Ciò vale anche per gli stati che indossano l’abito liberista, come gli Stati Uniti, la Svizzera o la Cina, e che ne siano consapevoli o no.
Ma limitiamoci al caso italiano.
In Italia ci sono molte piccole e medie imprese, che per tanti analisti rappresentano la nervatura del Paese.
In Italia le PMI coprono infatti l’80% dell’occupazione e, almeno tra il 2002 e il 2010, in UE hanno sostenuto il ruolo più importante nella crescita dell’occupazione in Europa.
Il dato sull’occupazione può essere valutato in diversi modi in economia, ma senza dubbio non è un aspetto trascurabile, perchè legato al consumo, all’indotto, alla pacificazione sociale, ecc. ecc.
Bene.
Appurato il ruolo centrale delle PMI in Italia, ora non resta altro da fare che sottoporre alcune considerazioni sul loro sviluppo.
Vi avviso subito che saranno considerazioni da salotto, ma come spesso ho avuto occasione di riscontrare, la complicazione attorno a cose semplici non solo è inutile, ma spesso è anche volutamente truffaldina.
Se voi chiedete ad un imprenditore locale cosa pensa dell’economia, 9 volte su 10 vi dirà che tutto funzionerebbe meglio se ci fosse meno “Stato” a mettere il fatidico palo tra le ruote, cioè tasse, gabelle e soprattutto, burocrazia.
Faccio fatica a dargli torto. L‘Italia ha in effetti tasse ridicolmente alte, ed una burocrazia spaventosa che farebbe perdere la pazienza anche ai santi. Tuttavia, da questa considerazione giusta e giustissima, gli imprenditori di PMI in Italia arrivano frettolosamente a concludere che allora dovrebbe esserci meno Stato. Aggiungo anche che da quando siamo tutti connessi alla Rete, sul web impazzano i dementi che rivendicano la loro libertà di andarsene dallo Stato, che la soluzione “non può essere che individuale”, oppure che rivendicano la fine degli Stati come la panacea di tutti i mali.
E qui io balzo sulla sedia. Sarebbe come dire che siccome abbiamo una casa piena di muffa, la soluzione ideale è quella di bruciarla appiccando un incendio!
Prendiamo delle figure artigianali a caso, come un idraulico o un caldaista, ma anche un meccanico o un gommista, o un gestore di palestre. Si, insomma, il partito delle partite iva che piange sempre il morto.
Hanno ragione questi soggetti a dire che in Italia c’è troppa burocrazia e tasse alte? Si, eccome se ce l’hanno. Occorre mettere mano con urgenza a queste piaghe, ma senza lo Stato Italiano, queste figure probabilmente vedrebbero dimezzati i loro introiti ed anche il numero dei professionisti in circolazione.
Voglio farvi una domanda: quante volte l’anno avete bisogno di un meccanico o di un caldaista? Direi a spanne almeno una volta l’anno, che – per inciso – fa tutta la differenza del mondo in termini di grandi numeri tra la possibiltà di esercitare una simile professione oppure no.
Eppure, quasi mai chiediamo l’intervento di caldaisti e meccanici per guasti reali. Li contattiamo semmai perchè LO STATO ci obbliga alla revisione dell’auto oppure a pulire la caldaia ed ottenere le certificazioni previste per legge.
Cito dal sito prontointerventoidraulico24h.it:
Manutenzione ordinaria
Deve rispettare la cadenza prevista dal DPR n. 74 del 2013, ma in questo caso è la ditta installatrice che indica la periodicità e la tipologia delle operazioni di manutenzione e pulizia da compiere, in genere ogni 1 o 2 anni. Generalmente si tratta di un intervento che consiste nella pulizia del bruciatore, dello scambiatore di regolazione, e nel controllo del corretto funzionamento dello scarico dei fumi. Qualora aveste cambiato l’azienda di assistenza, ci si attiene alle indicazioni riportate dal costruttore sul libretto della caldaia. Se non fosse presente il libretto del costruttore invece si fa riferimento alla norma UNI 10436/96 per le caldaie domestiche inferiori a 35 kw e alla UNI 10435/95 per le caldaie condominiali di potenza superiore a 35 kw.
Prova fumi
Detta anche controllo dell’efficienza energetica o prova combustione, deve rispettare la cadenza stabilita nell’allegato A del DPR n. 74 del 2013, nel quale si precisa che:
-
Impianti a gas metano o GPL si interviene ogni 4 anni.
-
Impianti termici a combustibile liquido o solido ogni 2 anni.
-
Caldaie con potenza superiore a 100 Kw 1 anno.
Pensate che stia esagerando?
Bè, allora rechiamoci in palestra e rilassiamoci. Dovrebbe essere sufficiente avvicinarsi alla reception e pagare una quota per l’ingresso… macchè! Vogliono anche foto, controfoto e stracazzi vari, aggiungici costi di tessere, assicurazioni obbligatorie e, dulcis in fundo, un certificato medico previsto dallo STATO (e per ottenerlo si va in un laboratorio privato praticamente sempre).
Devo continuare?
Ok, ci sto. Come dimostrano i cubani da oltre 60 anni causa embargo, le automobili possono essere aggiustate all’infinito o quasi, ma anche se uno volesse rimanere così austero nei gusti potrebbe davvero farlo da noi in Italia?
Avviso chi non lo sapesse che siamo arrivati alla catalogazione PUBBLICA delle auto nel regime euro 6 standard e che nella stragrande maggioranza dei centri abitati non si può più circolare con i vecchi standard. Ah già, le case automobilistiche ed i concessionari non hanno vantaggio affinchè si cambi macchina di frequente. Come no!!! Lo fanno per la nostra salute, s’intende.
E le televisioni?
Gli apparecchi ogni quanto li cambiate? Non fu forse lo STATO a decidere di utilizzare il digitale terrestre in sostituzione dell’analogico constringendoci a cambiare tv solo pochi anni or sono? Credete sia finita? Lo sapete o non lo sapete che sta per arrivare un nuovo standard, il DVB T2, che a partire da settembre del 2021 ci costringerà – di nuovo – ad andare in negozio. Eh già, ma i negozi fanno denaro grazie alla legge del laissez faire laissez passer….
Mi fermerei qua, anche se ad ogni riga che scrivo mi vengono in mente decine di nuovi esempi, dal commercialista per fare anche le pratiche più banali alla banca, con la quale devi avere per forza un conto corrente perchè persino lo stipendio del pubblico dipendente prevede che debba essere accreditato lì. I gommisti lavorano anche se le gomme non si bucano perché lo STATO ci obbliga a cambiarle due volte l’anno (e sono 40 euro a botta solo se trovi quello onesto). Per decine di pratiche, dal 730 al conteggio pensionistico devi passare per un sindacato, che fino a prova contraria è un’associazione privata.
La verità, inaccettabile per il clero liberale, è che il sistema che lor signori definiscono “liberale” è nato con gli Stati e che, senza di essi non esisterebbe, se non in misura molto più ridimensionata e insignificante rispetto ad oggi.
Fonte: http://micidial.it/2020/02/privato-e-bello-diceva-sempre-il-mio-bidello/
Commenti recenti