Voto per posta? No, grazie!
di VOCI DALL’ESTERO (Malachia Paperoga)
Pubblichiamo l’intervento di un esperto di legge elettorale, che chiarisce le ragioni per cui l’unica modalità di voto attendibile è quella che richiede la presenza personale, anche quando sono in corso pandemie. I molti tentativi di scardinare le modalità attuali di voto tendono a manipolare i risultati delle elezioni, e con essi la democrazia stessa.
di J. Christian Adams, 16 giugno 2020
Nella storia degli USA, il processo elettorale non è mai stato sotto attacco come ora. Sulla scia della pandemia da Coronavirus, organizzazioni e studi di avvocati generosamente finanziati hanno cercato di distruggere il modo in cui eleggiamo il Presidente, il Congresso e i funzionari statali.
Proprio come i rivoltosi nelle strade delle città americane, stanno approfittando di una crisi per cercare di trasformare le istituzioni americane dalle fondamenta.
Stanno provando a eliminare le leggi statali che proteggono l’integrità delle elezioni americane.
Il primo bersaglio della trasformazione elettorale è stato il Congresso. Non appena la pandemia ha raggiunto le nostre coste, i Democratici della Camera hanno approvato una legislazione di emergenza che vorrebbe federalizzare le regole del processo elettorale.
La Costituzione decentralizza il modo di organizzare le elezioni perché la decentralizzazione promuove la libertà individuale. Quando le elezioni sono decentrate, nessun singolo attore in malafede può manipolarne o controllarne il risultato.
Sia durante le amministrazioni Bush, sia durante quelle di Obama, ho lavorato nella Sezione Elettorale presso il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti. Ho visto in prima persona come i burocrati federali potessero manipolare, forzare e minacciare i funzionari statali che non si allineavano alla sensibilità dei burocrati su come si dovrebbero gestire le elezioni.
Naturalmente, il governo federale ha un ruolo nell’assicurare che le elezioni vengano condotte nel rispetto delle leggi federali e della Costituzione. Per esempio, il quindicesimo emendamento e l’Atto sul Diritto di Voto del 1965 non consentono discriminazioni razziali.
Ma a parte queste limitate eccezioni, la Costituzione dà ai singoli stati il potere di condurre le proprie elezioni e stabilire i requisiti per il voto.
Il disegno di legge approvato alla Camera imporrebbe il voto per posta a tutti gli Stati. Renderebbe obbligatoria la registrazione degli elettori nella stessa giornata, così come le settimane del voto anticipato. Abolirebbe le leggi sull’identificazione tramite foto degli elettori. Legalizzerebbe la raccolta di voti in ogni stato. Altre proposte portate al Congresso permetterebbero di conteggiare le schede postali anche con timbro postale successivo al giorno delle elezioni.
In realtà la proposta di legge alimenterebbe il caos. Le elezioni non si concluderebbero nel giorno dedicato. Milioni di voti postali continuerebbero a materializzarsi, a essere ricevuti, finché non si raggiungessero abbastanza voti per fare la differenza. Se ci fosse una controversia, gli avvocati si prenderebbero il palcoscenico, sottoponendo l’America a settimane di sfide giudiziarie post-elettorali al fine di imporre un particolare esito.
A peggiorare il tutto ci sono centinaia di milioni di dollari che le fondazioni progressiste dedicano a questa lotta al processo elettorale. Ci sono soldi dedicati ai media perché pubblichino storie secondo cui le frodi elettorali sono un falso. Prestano addirittura ai giornali in difficoltà dei “giornalisti” che lavorano gratis, purché pubblichino storie che dicono che le frodi elettorali sono una leggenda.
Naturalmente, ci sono i soldi per gli avvocati. Quando il disegno di legge sulla trasformazione delle elezioni della Camera è stato bocciato dal Senato – in gran parte per merito del leader della maggioranza McConnell e del Presidente della commissione per gli stanziamenti Richard Shelby (R-AL) – coloro che volevano modificare le elezioni si sono precipitati nei tribunali. Il disegno di legge avrebbe nazionalizzato il voto per posta, vietato l’identificazione degli elettori, e imposto che ogni stato offrisse un mese di voto anticipato e consentisse la registrazione elettorale nello stesso giorno del voto.
In tutto il paese ci sono dozzine di cause legali che tentano di imporre agli stati di abbandonare le procedure per l’integrità delle elezioni statali. La mia organizzazione è stata coinvolta in molte di queste, che sono molto rivelatrici. In Virginia, per esempio, la Lega delle Donne Elettrici ha fatto causa allo Stato per imporre la fine della richiesta di un testimone sulle schede degli assenti. Sostenevano che trovare un testimone fosse una violazione dei diritti elettorali federali.
Incredibilmente, il procuratore generale della Virginia Mark Herring ha capitolato e si è arreso. I presunti avversari hanno deciso di acconsentire alla richiesta, distruggendo la legge.
È bene ricordare che i parlamentari regolarmente eletti della Virginia – sia alla Camera che al Senato – avevano approvato il requisito della testimonianza e un governatore eletto aveva firmato la legge. L’accordo tra i querelanti e gli imputati nel caso della Lega delle Donne Elettrici contro il Consiglio elettorale dello Stato della Virginia ha cancellato la volontà democratica del popolo della Virginia, che si manifestava in una legge.
La storia si ripete dappertutto negli Stati Uniti. Viene intentata causa dopo causa, per cancellare la integrità delle leggi elettorali statali. Un caso in Texas sostiene in realtà che il francobollo che si mette sul voto per corrispondenza equivale alla tassa sul voto dell’era di Jim Crow. Tutto ciò sminuisce la vera lotta per i diritti civili avvenuta mezzo secolo fa.
Gli avvocati cercano di ottenere nei tribunali quello che non può essere ottenuto al Congresso. I giudici vengono usati come sostituti della volontà del popolo. Le persone che sembrano voler manipolare i risultati delle elezioni vanno a caccia dei tribunali più condiscendenti. E, in alcuni posti, i querelanti e i convenuti sono d’accordo sul fatto che le leggi elettorali statali dovrebbero essere abbattute senza alcun contenzioso. Il caso è archiviato, gli stati si arrendono.
Quando frequentavo giurisprudenza, non era questo che mi insegnavano. Le leggi, o almeno così ci dicevano, rappresentavano la volontà del popolo. Dovevano essere rispettate. Gli avvocati, in particolare gli avvocati di un procuratore federale dello stato, hanno l’obbligo etico di difendere ogni singola legge, anche se non sono d’accordo con essa.
Eppure, in un’udienza a cui ho partecipato nel contenzioso in Virginia, il giudice federale ha chiesto al Procuratore Generale della Virginia se intendesse presentare una qualsiasi obiezione in tribunale per contestare il caso. L’avvocato ha esitato. La risposta avrebbe dovuto essere sì. Invece si è trattato di un tentativo riuscito di oscurare la risposta.
L’unica risposta della Virginia è stata una bandiera bianca.
Così ora le stesse persone che sostengono cause legali in tutto il paese stanno ancora tentando di modificare le elezioni per renderle totalmente postali. Questo metterebbe il destino delle elezioni nelle mani delle stesse persone che vi consegnano regolarmente la posta del vostro vicino.
Votare per posta può sembrare una cosa buona, fino a quando non si guardano i dati. La commissione federale di assistenza alle elezioni tiene sotto controllo le schede. I loro dati mostrano che dal 2012, 28 milioni di schede spedite sono semplicemente svanite. Sono state inviate, ma non sono mai arrivate, né conteggiate. Alcuni dicono che sono nelle discariche, altri pensano che siano negli archivi. La verità è che non lo sappiamo. Tutto quello che sappiamo è che il voto postale non ha mai ottenuto ciò che era destinato a realizzare.
Ma c’è di peggio. Centinaia di migliaia di schede sono arrivate, ma avevano difetti che impedivano di contarle. Gli elettori che hanno inviato queste schede probabilmente non sanno nemmeno che il loro voto non è stato conteggiato.
Il voto per posta distrugge anche la trasparenza delle nostre elezioni. Gli scrutatori di entrambi i partiti non sono in grado di monitorare il processo. Le schede postali sono particolarmente vulnerabili alle frodi perché vengono votate a porte chiuse dove terze persone tentano regolarmente di influenzare il processo. Gli anziani hanno già il diritto di richiedere una votazione per corrispondenza in ogni stato.
Molti si sorprendono nell’apprendere che nel bel mezzo di un’epidemia di Ebola nel 2014, la Liberia ha condotto un’elezione nazionale in presenza. L’Ebola aveva un tasso di mortalità del 46%, ma la gente è ugualmente entrata nei seggi elettorali e ha votato di persona. Le soluzioni erano semplici: protocolli di sanificazione, distanziamento, disinfettante sulle superfici.
Mettere la Presidenza nelle mani del servizio postale degli Stati Uniti sarebbe un grave errore. Alcune fazioni, tuttavia, non si preoccupano degli errori. Ciò di cui si preoccupano è di trasformare un sistema elettorale in modo da poter trasformare una nazione.
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J. Christian Adams è presidente della Public Interest Legal Foundation, presso lo studio legale 501(c)(3) interamente dedicato all’integrità elettorale. Ha fatto parte della commissione consultiva per l’integrità elettorale del presidente Trump e della sezione votazione presso il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti.
Fonte:http://vocidallestero.blogspot.com/2020/06/voto-per-posta-no-grazie.html?m=1
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