Il virus è la classe politica liberale che da 30 anni guida il Paese
di LUCA RUSSI (FSI-Riconquistare l’Italia Arezzo; Candidato Presidente Toscana)
Chiedere di andare ad elezioni politiche al più presto da parte di chi (giustamente) avverte la gravità del momento che stiamo attraversando, vuol dire far finta di non sapere che i piccoli soggetti politici di ispirazione socialista e popolare, i (veri) partiti sovranisti che auspicano un vero cambio di rotta rispetto all’assenza di politiche industriali, di politiche sociali, di politiche del lavoro che mancano da troppo tempo nel nostro paese, attualmente non hanno sufficiente forza in termini di radicamento territoriale, di iscritti e militanti, di esperienza ed organizzazione, e non sarebbero in grado di presentarsi domani mattina ad una tornata di elezioni politiche nazionali.
Gli unici che, relativamente ai propositi di UscITA, in questi anni hanno messo in campo dei tentativi di presentarsi agli elettori almeno a livello regionale siamo noi del Fronte Sovranista Italiano – Riconquistare l’Italia (alcuni tentativi sono riusciti – nel Lazio, in Trentino, in Umbria – altri non sono andati in porto per mancanza di forze, o perché non si è trovato il consigliere comunale che autenticasse le migliaia di firme necessarie; altri ancora sono in corso in Liguria, in Veneto, nelle Marche, in Toscana, Campania e Puglia).
Insomma, abbiamo ancora bisogno di un altro po’ di tempo per crescere, questa è la verità.
Chi continua con la solfa delle “elezioni subito”, invece, fa finta di non capire che se ai liberali di cosiddetta “sinistra” si sostituissero i liberali della cosiddetta “destra”, al netto del fatto che in questo momento il Presidente Mattarella non scioglierebbe mai le Camere e che tutti e due gli schieramenti del Partito Unico Liberale voterebbero la fiducia ad un ipotetico governo presieduto da Mario Draghi, pronto a “salvare”l’Italia così come la salvò quello guidato da Mario Monti, non cambierebbe assolutamente nulla.
Il virus, o il cancro che sta divorando questo paese secondo l’immagine che “preferite”, è la sua classe dirigente.
D’altro canto, chi continua a ripetere che «non c’è tempo», dovrebbe prendere atto che la sola cosa da fare è smetterla di stare alla finestra, uscire da dietro le stramaledette tastiere e smetterla di star lì a commentare compulsivamente la notizia del giorno proposta dalle veline di regime, partecipare (e non illudersi di farlo dicendo la propria su una bacheca di social – se non altro perché una cosa non esclude l’altra) bensì iscriversi, mettersi al servizio di un progetto politico elaborato da un soggetto collettivo che si è dato regole ed organizzazione, militare come se non ci fosse un domani, mettersi in gioco e sporcarsi le mani per far sì che quando si tornerà a votare (con tutta probabilità non prima di tre anni) sarà in campo una alleanza sovranista auspicabilmente composta da tre/quattro/cinque piccoli partiti che si presenteranno ai cittadini chiedendo, senza timori né infingimenti (cioè senza nascondersi dietro ad un dito), il consenso sull’unica cosa che è in grado di salvare il Paese: il recesso unilaterale dell’Italia dai Trattati iper-liberisti dell’UE, che strangolano il popolo italiano dal 1993.
Il resto sono soporiferi fruscii, (auto)ipnotico ronzio, inutile rumore di sottofondo.
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