Lo Stato come “datore di lavoro”
di SERGIO BRUNI (FSI Viterbo)
Il secondo comma dell’articolo 3 della Costituzione, attribuisce allo Stato il ruolo di “datore di lavoro di ultima istanza”.
Al suo posto viene applicato un trattato europeo (Fiscal Compact), che impone al contrario, un tasso di disoccupazione minimo, sotto al quale l’Italia non può scendere, pena procedura d’infrazione. Quel trattato, insieme al pareggio di bilancio in costituzione, furono approvati dal Parlamento non per errore, ma è bene ricordarlo, sotto la minaccia dello spread e dello “scenario greco”, come ammesso più tardi dall’ex ministro Andrea Orlando.
Cosa non vi è ancora chiaro del vero obiettivo della UE, che è assolutamente quello di disattivare la socialdemocrazia e instaurare al suo posto un regime ordoliberista, ostile agli interessi popolari?
Ma quando invocate Leuropa, più Leuropa, siamo europei, etc. a cosa aspirate?
Siete veramente così “sardinamente” stupidi da pensare che i vostri interessi siano meglio tutelati da chi scrive simili norme?
Io penso di no, penso semplicemente che la propaganda messa in campo da chi la lotta di classe non l’ha mai sospesa, e cioè il grande capitale internazionale, vi controlla e vi orienta.
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Art. 3, 2° comma, Costituzione Italiana
“È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.”
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