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Se è vero che gli incubi, nella grande maggioranza dei casi, svaniscono all’alba, questo incubo dei popoli chiamato UE/ UEM/ BCE/ Commissione/ euro non svanirà così facilmente (la totale ”adesione” della Grecia ai diktat europei lo dimostra), e comunque l’alba è ancora lontana.
La “riforma” delle istituzioni europee degli anni novanta, con la metamorfosi della Comunità a maglie larghe, in cui gli stati erano ancora sovrani, in Unione, ha trasformato l’Europa sopranazionale in una “prigione dei popoli” peggiore di quella zarista.
Il trattato di Maastricht, opportunamente combinato con BCE ed euro, è come un albero che è cresciuto, dal febbraio 1992 ad oggi, ed ora sta dando i suoi frutti più velenosi.
Questo mostro, come è definito nel post, è però una costruzione neocapitalistica ben strutturata per eliminare progressivamente i modelli capitalistici particolari dei principali paesi europei (soprattutto di quelli occidentali), svuotare di competenze stati e governi, ed operare una completa “normalizzazione” in senso ultraliberista e globalista.
“Zero Stato, solo Mercato” sembra essere uno slogan che definisce il vero ruolo dell’Europa unionista.
Le baggianate sulla Crescita (divinizzata in un mistero della fede dal sapore postmedioevale) che dovrebbe avvenire su certi binari, mettendo in grado i paesi dell’Unione di affrontare le “sfide del Mercato globale”, nascondono l’intento maligno – o meglio, positivo soltanto per gli interessi privati dei membri della classe globale, di distruggere l’economia mista italiana, con forte presenza del pubblico, quella francese, il capitalismo renano tedesco così com’era nei trenta gloriosi anni, la socialdemocrazia nordica (con alta incidenza del welfare dalla culla alla tomba), eccetera.
Mostro del sopranazionale e del sovraindividuale, l’Europa unionista ha anche il compito di operare con violenza, sfruttando lo shock del debito pubblico e l’esproprio di sovranità monetaria, una trasformazione completa dell’ordine sociale e delle società dei paesi succubi, “aprendoli” definitivamente al Mercato ed imponendo il suo totalitarismo.
“Società di mercato”, sostituzione della coppia Borghesia/ Proletariato con la coppia neocapitalistica Global class/ Pauper class, liberalizzazioni e privatizzazioni, flexsecurity, abolizione delle tutele del lavoro (art. 18), massacro del pubblico impiego, precarietà lavorativa contrattuale ed instabilità esistenziale, procedono di pari passo ed impongono il nuovo ordine europeo, che si armonizza con quello globale.
E la sedicente democrazia, con la quale tutti i cialtroni ed i burocrati europidi si riempiono la bocca?
Diventerà sempre di più un optional, un rito vuoto, una celebrazione buona per alimentare le fortune delle “seconde schiere”, quelle politiche degli infami Bersani, Alfano, Casini, Veltroni, Vendola, Maroni, eccetera.
Saluti
E.O.
>>>>> E la sedicente democrazia, con la quale tutti i cialtroni ed i burocrati europidi si riempiono la bocca? Diventerà sempre di più un optional, un rito vuoto
Non lo diventa, lo è sempre stata. In certa misura per propria natura, tanto che già nel primo dopoguerra Spengler definiva la democrazia il metodo di governo per eccellenza del capitale, buono a creare classi politiche corrotte e frammentate, provvidenzialmente incapaci di iniziativa autonoma e pronte a vendersi ad ogni plutocrazia.
Ma nello specifico la diffidenza, più o meno ammessa apertamente, nei confronti della democrazia, è sempre stata un punto fermo del pensiero neoliberale, consapevole del fatto che l'assoluta preminenza del libero mercato è lontanissima dall'essere il 'naturale' sbocco dell'evoluzione sociale, come asserito negli scritti teorici, e che per imporre il turbocapitalismo bisognava mettere la museruola al gregge: vuoi inebetendolo tramite media e consumismo, vuoi privandolo di voce tramite la corruzione sistematica dei suoi rappresentanti, vuoi svuotando gli organi elettivi delle loro competenze (come fa la UE), vuoi in casi estremi preparando l'aperta dittatura (l'abolizione della leva militare è andata in questa direzione).
La democrazia come rito e festa popolare-mediatica svuotata di sostanza e buona per costruire consenso, in cui due partiti o coalizioni interamente subordinate agl'interessi del capitale si portano una guerra dei bottoni atta ad occultare le opzioni di fondo: è sempre stato il programma del neoliberalismo, dall'Ordnungliberalismus tedesco a Hayek alla critica della democrazia di Friedman.
Distinguerei tra "falsa" democrazia, quella attuale, e "vera" democrazia, che è potere del popolo, e si manifesta soprattutto come democrazia diretta. Quest'ultima non è funzionale al capitalismo, anzi ne è l'antitesi: "una testa un voto" è diverso da "un dollaro un voto" (il mercato)
E dov'è che si troverebbe questa "democrazia diretta"?
Dal mio punto di vista, senza nulla togliere a quanto scrive Orso, aggiungerei che l'armonizzazione globale richiede anche l'eliminazione della piccola impresa e del lavoro autonomo. Quanto più si allargherà la platea dei lavoratori dipendenti precari, tanto più sarà efficace e senza alternative il nuovo Ordine economico.
segnalo un approfondimento sul meccanismo-europeo-di-stabilità (ESM)
http://www.palermoreport.it/images/stories/pdf/esm_Dossier_SME_Undiemi.pdf
La democrazia diretta si trovava nell'Atene di Pericle, in svariati popoli "primitivi" (antichi Islandesi, indiani d'America ecc) e se ne trovano lievi tracce anche negli Stati moderni: referendum abrogativi ma anche propositivi (Svizzera), proposte di leggi dal basso, giurie popolari (Usa), bilancio partecipato (Brasile)…
La tra democrazia diretta e la farsa che ci troviamo a vivere, ci sono forme intermedie.
Man mano che nella democrazia rappresentativa cominciamo a introdurre la governabilità, il premio di maggioranza, l'uninominale, il maggioritario, la farsa emerge palesemente. Senza questi istituti, un nucleo di democrazia c'è o ci può essere.
Aggiungo che la democrazia rappresentativa che mantiene un nucleo di democraticità è la "partitocrazia". Questo concetto esige che i partiti esistano veramente, siano diffusi capillarmente sul territorio e discutano la politica locale e nazionale. Oggi non abbiamo la partitocrazia, perché i cosiddetti partiti non sono veri partiti (salvo la lega e forse il movimento a cinque stelle e in parte l'Italia dei valori); sono raggruppamenti di potere che non hanno nemmeno una parvenza di democraticità interna.
La plutocleptocrazia è il sistema in cui gruppi di potere, con il nome di partiti adempiono le direttive del grande capitale e in cambio ottengono rendite parassitarie. E' il sistema vigente.
Inutile dire che a una democrazia rappresentativa seria, con partiti veri e sistema proporzionale, integrata da istituti di democrazia diretta là dove essi possano essere efficaci, si potrà tornare soltanto se e quando una parte rilevante dei cittadini continuerà ad avvertire il dovere di partecipare alla vita politica.
Oggi, invece, è difficile far iscrivere i cittadini anche a semplici associazioni di idee. Il cittadino consumatore, individualista, convinto che serva soltanto la furbizia, sfiduciato, senza ambizione di crescita sociale e culturale (perché convinto che non serva a nulla), senza patria, senza fedi politiche, indebitato è compatibile soltanto con la plutocleptocrazia.
Speriamo che la vera sinistra, che non è più quella che si chiama così, cominci ad aprire gli occhi su questo inganno europeo che sta costruendo un nuovo totalitarismo, e su tutti gli inganni ad esso collegati, voluti da questo mostruoso impero globale: la libertà dell'economia, la libera circolazione delle merci e delle persone, la libera immigrazione. Mai come in questo periodo la parola libertà è servita per costruire un totalitarismo tra i peggiori della storia, la dittatura capitalistica mondiale.