Il continente fallito
di ANDREA D’AGOSTO (RI Bari)
Gli adoratori del “libero” mercato, della concorrenza, della cancellazione della geografia e della storia, i pilastri dell’immanenza, i nemici della democrazia popolare sapevano e sanno benissimo che l’apertura dei mercati avrebbe determinato uno spaventoso abbassamento del livello salariale e una carenza strutturale da investimenti pubblici e privati, compensata dalla speculazione finanziaria e monetaria, i cui utili sarebbero finiti nelle tasche dei soliti noti arraffatori, e che questo disequilibrio non poteva che finire con una guerra.
Questo lo dice e lo insegna semplicemente la storia europea del XX sec.. Ma è pur vero che la storia non ha insegnato proprio nulla, né a tali classi dirigenti e né alle popolazioni. E sia le classi dirigenti europee che le popolazioni europee se ne devono assumere ora piena responsabilità, essendo stati tramortiti da un’orgia di consumismo spropositata.
Si renderanno conto tutti costoro che il progetto era fallimentare sin dall’inizio e non ha fatto altro che accumulare tensioni economiche, sociali, antropologiche e politiche, che stanno esplodendo nella più sistematica e al tempo stesso selvaggia violenza? Per quanto tempo ancora dobbiamo sopportare che le popolazioni europee accettino di essere governate da una sovrastruttura, da una moneta e da una classe dirigente il cui clamoroso fallimento strategico è davanti agli occhi di tutti?
Quando gli Europei decideranno di non essere più popolazioni consumeristiche e ritorneranno nella realtà della geografia e della storia per tornare ad essere popoli civili e democratici? Quando la sovrastruttura (UE/EURO) della barbara trascendenza, la globalizzazione, verrà cancellata per dar modo di riprendere un cammino di progresso popolare e democratico?
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