da TERMOMETRO GEOPOLITICO
Agli inizi di febbraio, il Ministero della Difesa coreano ha pubblicato la più recente versione del Libro Bianco, il documento ufficiale che delinea la politica di difesa del paese. All’occhio attento degli esperti non è sfuggito il cambiamento nella descrizione delle relazioni con il Giappone. Se il precedente documento redatto nel 2018 si riferiva al Giappone come un “vicino dallo stretto legame geografico e culturale e partner nella cooperazione per la pace e prosperità globale”, la nuova versione include una descrizione più sobria. Non più ‘partner’, ma semplicemente un ‘close neighbor’ con cui la Corea del Sud si impegna a collaborare non solo per migliorare le relazioni bilaterali tra i due paesi, ma per garantire la pace e prosperità nel Nordest Asiatico e a livello globale.
Il declassamento del Giappone riflette il progressivo inasprimento dei rapporti diplomatici tra i due paesi, un peggioramento che si è intensificato soprattuto a seguito della sentenza della Corte Suprema coreana che, nell’autunno del 2018, ordinò a due aziende giapponesi (Nippon Steel e Sumitomo Metal Corp) di risarcire le vittime del lavoro forzato durante gli anni dell’impero coloniale nipponico. Secondo il portavoce del Ministero della Difesa coreano, è il recente comportamento di Tokyo ai danni di Seoul a giustificare il cambiamento nella terminologia. Le restrizioni imposte dal governo giapponese sulle esportazioni high-tech destinate alla Corea del Sud, le rivendicazioni di Tokyo sulle isole Dokdo (le rocce di Liancourt che il Giappone chiama Takeshima), e la percezione distorta del governo giapponese riguardo a una serie di eventi storici, in particolare i crimini commessi durante l’occupazione giapponese, rivelano tensioni e disaccordi che precludono l’ultilizzo del termine ‘partner’ nel descrivere i rapporti tra i due paesi.
Tale cambiamento, quindi, non sorprende e risulta essere in linea con le modifiche apportate dal Giappone stesso nel suo Libro Bianco. Secondo gli esperti, infatti, le ultime versioni del documento minimizzano l’importanza attribuita da Tokyo alle attività di cooperazione con la Corea del Sud, paese che in passato era, invece, descritto come il principale partner interno alla regione. A partire dal 2019, Seoul è, quindi, soltanto quarta nell’elenco dei collaboratori più stretti del Giappone, preceduta da Australia, India ed i paesi dell’ASEAN. Le modifiche nella terminologia utilizzata da Seoul sembrano pertanto costituire una misura tit-for-tat in risposta ad una rivalutazione delle relazioni iniziata da Tokyo.
Il fragile allineamento Seoul-Tokyo-Washington
A seguito della notizia, gli USA hanno prontamente riaffermato l’importanza di entrambi gli alleati per sostenere pace e stabilità nella regione. Il portavoce del Dipartimento della Difesa statunitense John Supple, ha infatti ribadito che Washington continuerà ad estendere la collaborazione sia con la Corea del Sud che il Giappone, in quanto la cooperazione trilaterale è di fondamentale rilievo per affrontare la questione nord-coreana e mantenere l’ordine liberale nella regione. L’allineamento informale tra Seoul-Tokyo-Washington rimane, però, fondamentalmente un matrimonio di convenienza. Sebbene Washington continui a esercitare pressioni affinchè i suoi due principali alleati asiatici mantengano rapporti cordiali, le relazioni tra Corea del Sud e Giappone soffrono regolarmente alti e bassi. Il peso della colonizzazione nipponica e disaccordi riconducibili alle diverse percezioni storiche dei due paesi rimangono un ostacolo di base che impedisce lo sviluppo di legami cooperativi significativi e, soprattutto, privi di drammi. Secondo alcuni esperti, il triangolo Seoul-Tokyo-Washington è essenziale per tenere sotto controllo la condotta della Cina nella regione. Le complicate relazioni tra i due vicini asiatici dimostrano, tuttavia, che la costituzione di un fronte anticinese unitario continua ad essere improbabile, oltre che inauspicabile.
Quali sono le implicazioni del declassamento?
Una delle domande che in molti si sono posti a seguito della pubblicazione del Libro Bianco coreano riguarda la possibilità che il declassamento rappresenti il principio di un cambiamento radicale nella strategia di Seoul. Il declassamento di Tokyo sembra, infatti, essere accompagnata dalla prospettiva di promuovere migliori relazioni con Pechino. In realtà, si tratta di un cambiamento a livello retorico piuttosto che a livello strategico. Sebbene il Giappone non sia più descritto come un ‘partner’, il documento, infatti, si auspica che Tokyo e Seoul continuino a collaborare per la pace e prosperità della regione. Sebbene le relazioni tra Corea del Sud e Giappone rimangano tese e nonostante Seoul non sia entusiasta dell’approccio adottato da Tokyo nei suoi confronti, è difficile che la ridenominazione del Giappone nel Libro Bianco rifletta una rottura completa dell’allineamento Seoul-Tokyo-Washington. Ciò è evidente se pensiamo a precedenti controversie, ad esempio, quelle riguardanti il GSOMIA, l’accordo di intelligence-sharing con Tokyo. Nonostante la minaccia nel 2019 di non proseguire l’accordo, Seoul ha poi ritrattato a seguito delle pressioni statunitensi.
Per il momento, l’alleanza con gli USA rimane il fondamento della strategia difensiva di Seoul. Pertanto, secondo gli esperti, nonostante i vari battibecchi con Tokyo, la Corea del Sud non è completamente libera di ridimensionare radicalmente il proprio rapporto con il Giappone e seguire, invece, una via che risulti essere essere insoddisfacente per Washington, soprattutto per quanto riguarda il teatro di difesa e collaborazione militare. I toni dell’amministrazione Moon si sono già, ad esempio, leggermente mitigati a seguito delle pressioni della nuova amministrazione Biden. Lo stesso vale per Tokyo. È improbabile che il Giappone prenda iniziative drastiche che possano portare al completo collasso delle relazioni con Seoul, dal momento che un tale scenario metterebbe a rischio anche i rapporti con il principale garante della difesa del paese, gli USA.
Se le opzioni per un cambiamento significativo a livello strategico da parte di entrambi gli attori asiatici rimangono pertanto limitate, le prospettive segnalano un Giappone e una Corea del Sud intrappolati in un circolo vizioso di tensioni e moderato riavvicinamento. In un tale contesto, non c’è da sorprendersi se gli alti e i bassi nelle relazioni bilaterali continueranno ad essere riflessi nelle scelte linguistiche dei documenti ufficiali di entrambi i paesi.
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