Rete 5G e Green Pass Verso un mondo macchina a misura pandemica
di Resistenze al Nanomondo (redazione)
In uno stato di perenne emergenza come quello che stiamo vivendo attualmente che vuole diventare la nuova normalità non potevano mancare tecnologie straordinarie adatte per la guerra globale e la sorveglianza digitale di ogni ambiente e di ogni essere vivente.
La rete 5G è altamente nociva per la sua natura di irradiare i corpi tutti, causando un inquinamento elettromagnetico che non ha precedenti nella storia dell’umanità. Sappiamo già quanto erano nocive le precedenti 2G, 3G e soprattutto 4G. Ma la rete 5G permetterà l’inizio di un inedito salto digitale: una rete globale da dove non si potrà più uscire in una società dove si potrà circolare soltanto muniti del Green Pass, lasciapassare bio-tecno-securitario per una società atomizzata digitale, disumanizzata, impaurita, a misura di algoritmo. La rete 5G sarà la rete che permetterà “l’Internet delle cose”: un mondo di oggetti comunicanti non solo con maggiore velocità, ma soprattutto in simultanea. Una connessione continua che declasserà ad oggetti connessi anche noi, i nostri corpi e quelli degli altri animali, continuamente sollecitati da centinaia, che presto saranno migliaia, di antenne sprigionanti onde millimetriche in grado di modificare il funzionamento e il metabolismo cellulare e di creare danni irreversibili alla salute come disfunzioni, tumori e infertilità.
In pochi mesi siamo passati da piccole “sperimentazioni” 5G ad una vera e propria invasione di questa rete, di cui gran parte dell’infrastruttura è stata predisposta approfittando delle chiusure. Migliaia di nuove antenne, per un’interrotta propagazione di emissioni che si accumuleranno a quelle già esistenti.
Quest’ultime, insieme a microcelle, centinaia di sensori, droni, telecamere incorporate in ogni dove, oggetti “intelligenti” e satelliti a qualche centinaio di metri dalla Terra, porteranno ad un innalzamento esponenziale di radiofrequenze creando una fitta ragnatela di onde millimetriche e di radiazioni elettromagnetiche che ingloberanno ogni cosa.
Abbiamo ormai capito che quando i tecno-scienziati in mimetica e in camice bianco parlano di sperimentazione si riferiscono alla società intera diventata un grande stabulario dove si possono testare pericolosissime onde, inserti genetici mrRNA, tecnologie repressive di sorveglianza.
Trasformandoci in pazienti in fin di vita considerano lecito testare di tutto sui nostri corpi e sul mondo che verrà: queste trasformazioni sono irreversibili e passeranno anche alle prossime generazioni.
Ecco svelati gli ingredienti con cui si intende imporre il piano della transizione ecologica, programma a cui avevano già iniziato ad istruirci con la commedia della piccola Greta. L‘emergenza sanitaria e le tecnologie digitali – che sono tra le più inquinanti al mondo soprattutto in estrazione e scorie tossiche – vanno di pari passo e presto questa emergenza sarà ambientale visto il ricombinarsi degli ecocidi planetari dove le tecnologie digitali saranno ancora usate come panacea per qualsiasi “effetto collaterale” del loro procedere.
La 5G apporterà significativi e nefasti sviluppi in scenari di guerra e fornirà l’infrastruttura necessaria per le future Smart City – Bergamo inclusa – che puntano alla trasformazione digitale dei territori, di ogni aspetto delle nostre vite, della natura che ci circonda.
Se questa Grande Trasformazione che stanno allestendo utilizzando un virus per funzionare necessita delle reti a 5G, è vero anche che necessita della nostra obbedienza e sottomissione. Migliaia di manifestanti in tutta la Francia, Inghilterra e in altri paesi sono scesi in strada contro i loro lasciapassare digitali chiamando per nome questa emergenza: dittatura tecno-biomedicale. È tempo allora di gettar via quella pezza che ci sta uniformando alla paura sanitaria, cominciare a incontrarci e creare pensiero critico, verso la creazione di nuove forme di resistenza che non possono più essere rimandate.
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