Aumento bollette, rischio blackout e flop dell’eolico: cosa succederà
di TODAY (Redazione)
Nei prossimi tre mesi 184 euro in più per la luce e 171 euro per il gas. Esiste il rischio di interruzioni di corrente? Il rigidissimo inverno scorso ha praticamente esaurito le scorte precedenti. Sul caro bollette ha influito anche il flop di quest’estate sull’eolico
Gli aumenti delle bollette sono realtà tra 48 ore. Nel quarto trimestre (ottobre-dicembre) del 2021 la bolletta dell’elettricità aumenterà del 29,8% per famiglia, mentre quella del gas crescerà del 14,4%: 184 euro in più per la luce e 171 euro per il gas, in media, secondo alcune stime. In termini di effetti finali, per l’elettricità nel 2021 la spesa annuale per la famiglia-tipo sarà di circa 631 euro. La spesa annuale della famiglia-tipo per la bolletta gas nel 2021 sarà di circa 1.130 euro, con una variazione del +15% circa rispetto al 2020 (corrispondente ad un aumento di circa 155 euro su base annua). Nei confronti con il 2020 si deve tener conto dei prezzi particolarmente bassi riscontrati nel periodo della pandemia. Per l’elettricità, infatti, la spesa annua del 2021 è superiore di circa il 13% rispetto a quella pre-Covid del 2019, mentre per il gas si è sostanzialmente tornati ai livelli del 2019. Per oltre 3 milioni di nuclei familiari aventi diritto ai bonus di sconto per l’elettricità e per 2,5 milioni che fruiscono del bonus gas, in base all’Isee, gli incrementi tariffari sono stati sostanzialmente azzerati dal decreto del governo con cui sono stati tagliati gli oneri di sistema 29 milioni di famiglie e 6 milioni di microimprese.
Rischio blackout
Esiste il rischio di interruzioni di corrente in inverno legate in qualche modo anche all’aumento delle bollette? Lo scenario di medio termine è direttamente connesso all’incremento del costo delle materie prime per produrli. Per ora la realtà è “solo” una diminuzione delle importazioni dalla Cina. La prospettiva peggiore per l’economia è un rallentamento della crescita con un contestuale aumento dell’inflazione. A ciò si somma il problema strutturale del rigidissimo inverno scorso, che ha praticamente esaurito le scorte precedenti. Le scorte di gas in Europa sono ai minimi dal 2013. Stando ai dati di Gas infrastructure europe alla fine di agosto l’Europa poteva contare su circa 747,75 TeraWattora di gas naturale, un valore il 26,3% più basso rispetto al 2020 e del 25,6% rispetto al 2019.
Come regolarsi? Per alcuni esperti l’unica via percorribile a stretto giro di posta è la “demand destruction“, cioè usare meno energia. A meno che le autorità locali non fermino a piacimento le centrali elettriche, come succede in Cina, non è una strada percorribile. Da una relazione dell’Autorità di Regolamentazione per Energia, Rete e Ambiente sui black out, si evince che dal 2019 c’è stato il maggior numero di interruzioni della rete elettrica dall’anno 2000. L’italia è uno dei paesi europei che fa più affidamento sul gas naturale per la produzione di energia elettrica: stupirsi di possibili blackout elettrici in inverno appare ingenuo. In Italia quasi il 50% di produzione energetica deriva in larga parte da importazioni dalla Russia.
Le preoccupazioni italiane sono le stesse di altri paesi europei. Gli attuali alti prezzi del gas in Europa possono portare a una “pericolosa” demand destruction in Europa, secondo l’amministratore delegato del gruppo spagnolo di infrastrutture del gas Enagas. Parlando a margine della conferenza sul gas Gastech a Dubai, Marcelino Oreja ha affermato che l’attuale “stress sui prezzi” era prevedibile dato che i produttori di petrolio e gas sono stati incoraggiati a smettere di investire, il che ha portato a una riduzione della produzione. “Con l’aumento dei prezzi, c’è una demand destruction“, ha detto Oreja. “Questo è molto pericoloso per l’Europa in quanto può portare alla destrucion dell’occupazione e dell’industria”, ha affermato.
Piccolo esempio: i produttori di fertilizzanti – per i quali il gas può rappresentare fino all’80% dei loro costi – nel Regno Unito e in tutta Europa hanno bloccato la produzione e ci sono stati segnali che altre industrie potrebbero seguirli.
Aumento bollette: è colpa dell’eolico?
Il caro bollette? Colpa del flop di quest’estate sull’eolico. Sì, perché i rincari del gas naturale che si sono moltiplicati in questi mesi sono una conseguenza diretta della “inusualmente scarsa produzione di energia eolica di quest’estate in Europa”. E come ha spiegato la presidente della Bce, Christine Lagarde, si è dovuto compensare queste penurie energetiche aumentando l’energia prodotta con il gas naturale e quindi i consumi e i prezzi del gas. Questo “ha avuto contraccolpi su altre industrie che dipendono dal gas naturale – ha avvertito durante il forum annula che la Bce organizza a Sintra, in Portogallo -come i produttori di fertilizzanti le industrie che dipendono nella loro produzione dall’uso dei fertilizzanti, come l’industria alimentare e di scatolame”.
Più in generale, se i proventi supplementari dovuti alla nuova tassazione su carbonio e emissioni non verranno usati per ridurre altre tasse sul consumo, come l’Iva, sostenere gli investimenti e le fasce più vulnerabili “esiste il rischio – ha detto ancora Lagarde – che i prezzi più elevati del carbonio possano ridurre il potere di acquisto”. E in questo modo causare cambiamenti sui prezzi che spingano an ribasso l’inflazione di fondo. La Bce ha il compito di mantenere la stabilità della crescita dei prezzi e si fissa come obiettivo il 2% su base annua.
Bollette: serve una riforma strutturale
Pur esprimendo “apprezzamento per il decreto approvato dal Governo teso ad alleviare gli aumenti previsti nelle prossime bollette delle famiglie e delle PMI, a nostro avviso, come da tempo da noi richiesto, è necessario fare di più” spiega Carlo De Masi, Presidente di Adiconsum nazionale. “Non è con interventi-tampone che si risolve il problema del caro-bollette – prosegue De Masi – A oltre 20 anni dalla liberalizzazione del settore elettrico e a oltre 10 anni dalla liberalizzazione del mercato, ci troviamo ancora a rincorrere il problema del caro-bollette che a sua volta grava sulla competitività delle imprese e sulla vita delle famiglie alimenta la povertà energetica. Tutto questo in piena transizione energetica, rispetto alla quale il Governo non si è ancora dato una strategia chiara verso la transizione ecologica, sulla cui base adeguare la struttura tariffaria”. I problemi indifferibili per Adiconsum sono i seguenti:
- un vero mercato europeo dell’energia;
- un piano di sviluppo delle reti e degli accumuli per far fronte alle crescenti energie rinnovabili, se davvero si vogliono superare le fonti fossili;
- il passaggio di oneri e accise, non attinenti al consumo dell’energia, sulla fiscalità generale;
- il contenimento definitivo dell’IVA e della tassazione;
- il controllo delle aste di CO2;
- la creazione di un Albo Venditori per il mercato libero, il cui accesso va consentito solo in cambio di determinate garanzie fidejussorie;
- l’aumento del tetto ISEE del bonus sociale;
- l’istituzione di un Fondo per combattere la povertà energetica, ecc..
In merito, la Relazione dell’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente (Arera), presentata oggi alla Camera dei Deputati dal Presidente Stefano Besseghini, ha fornito indicazioni chiare, anche rispetto agli altri servizi essenziali, quali: acqua e rifiuti.
“Adiconsum – conclude De Masi – chiede, quindi, ancora una volta, al Governo di avviare un Tavolo con tutti gli stakeholder, comprese le Associazioni Consumatori, facenti parte del Consiglio Nazionale Consumatori e Utenti (CNCU), per decidere comunemente gli interventi strutturali necessari ed indifferibili tesi ad affrontare la strategia energetica che il Governo si darà per traguardare la transizione ecologica per evitare il ripetersi del caro-bollette con situazioni tampone”.
Fonte: https://www.today.it/economia/aumento-bollette-rischio-blackout.html
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