Rione resistente, peste e paure
da KELEBEK BLOG (Miguel Martinez)
“O dimmi, ti sei vaccinaho? Nulla di personale, ma se lo sei mi siedo lontano, che alla mi’ salute ci tengo!”
ci dice una delle figure storiche di San Frediano.
Storiche, nel senso di carica di storie, che scorrono dal tavolo che i’ su babbo costruì coi resti di un portone distrutto quando i tedeschi minarono il Ponte Vecchio, e c’era il Puzzone che faceva il fascista duro dell’Ardiglione
Vivo in un rione in cui c’è una forte resistenza a tutto il complesso mascherine-vaccini-la tecnoscienza ci salverà se obbediamo!
La maggior parte delle persone che me ne parlano, rifiutano di farsi vaccinare e sono anche disposte a pagarne le conseguenze, che possono essere molto pesanti.
Narra Diogene
“Pitagora dunque fu preso mentre fuggiva: giunto a un campo di fave, pur di non attraversarlo si arrestò, proclamando che era meglio essere catturato piuttosto che calpestarle e preferiva farsi uccidere, piuttosto che parlare; così, fu sgozzato dai suoi inseguitori”
E vedo persona dopo persona che stimo, la cui vita viene distrutta, come quella di Pitagora…
Dico “che me ne parlano“, magari quelle che non ne parlano, si sono recate di soppiatto al vaccinatoio comunale per non avere guai con lo stato, ma preferiscono non raccontarlo in giro per non sentirsi addosso il disprezzo del rione.
Forse è così in tutto il mondo, ma parlo di ciò che conosco.
Alla fine del post, riassumo a scanso di equivoci ciò che penso io sulla vicenda Covid, ma qui mi interessa una riflessione su questo strano spicchio di mondo in cui vivo.
Per ora, sono arrivato a queste provvisorie conclusioni, spero che si capiscano.
Vivere in Oltrarno è in linea di massima scomodo, e sospetto che lo sia persino nei palazzi nobiliari di Via Maggio. E quindi, se decidi di non mollare, alla fine è perché ami questo luogo.
E gli amanti sono di due specie, non così diverse tra di loro.
Ci sono quelli nati e cresciuti qui, e che qui moriranno:
“mi ricordo che c’eran i vicini, che s’era letihato, e la moglie scappò nella notte tutta ignuda!”
“quand’ero ragazzo, facevo la sentinella per avvisare quelli di San Frediano che stavano arrivando quelli de’ Camaldoli co’ sassi”
“Ecco, quand’ero ragazzo, quelli de’ Camaldoli erano un mondo diverso da quelli di Santa Monaha!”
Poi ci sono quelli che sono venuti qui e non hanno più mollato, come Magdalen Nabb, che abitava nel mio stesso isolato e ha colto tutti i segreti che si nascondono dietri i muri e le porte chiuse della nostra città.
E poiché aveva la freschezza dello sguardo da fuori, Magdalen Nabb ha capito di più di Firenze, de’ fiorentini stessi: sarebbe un lungo discorso, ma Firenze è anche Florence.
Stefano Gallerini è un insegnante fiorentino, che ha scritto il libro, Antifascismo e Resistenza in Oltrarno: storia di un quartiere di Firenze.
Gallerini ha cercato di capire perché l’Oltrarno sia stata l’unica parte di Firenze a restare quasi impermeabile al fascismo, prima e durante il regime (il resto di Firenze ci è riuscita benissimo, ma solo dopo).
Gli operai, alla fine, si son lasciati uniformare, perché erano abituati alla disciplina: stato, fabbrica, orario, gerarchia, ventisette-del-mese.
Gli oltrarnini no: gli artigiani anarchici (più che socialisti), che aprivano la bottega quando volevano, avevano tutti un parente in carcere, sapevano di avere un cervello tre volte meglio di quello dei funzionari statali e avevano il tempo per chiacchierare, discutere e riflettere, arrabbiarsi, leggere libri anche se erano mezzo analfabeti.
Erano radicalmente, intrinsecamente antifascisti.
E capisco perché questo mondo di Calcianti di Parte Bianca, di diffidenti, di sovversivi che fanno da sé dalla rivolta de’ Ciompi, di gente che sa fare una cornice o un drago di bronzo o un pranzo come nessuno si immagina ma quando e come vogliono loro (“non prostituirti mai!“) …
… e anche quelli calati dall’Inghilterra o dall’Irlanda o dalla Finlandia o dove sia, che hanno scelto di vivere fuori dal mondo dai dominanti…
non sopporti proprio le prediche, quelli che ti puntano il laserino in fronte, che ti costringono a tapparti la bocca con robe cinesi che ti riempiono i polmoni di microplastiche che non ne usciranno mai più, quelli che ti dicono che devi conformare per il tuo bene, quelli che cercano di instillarti sensi di colpa.
Sotto il fascismo c’eran sanfredianini che per non conformare, per non prendere il grimpasse del Partito, erano disposti a sacrifici notevoli, e infatti vedo gente che ogni giorno rischia di più, perché alla fine il burocrate vince sempre sull’artigiano.
Precisazione
Quello che avete letto è un ragionamento sull’Oltrarno, non sul Covid.
Uno, per non avere rogne, ho i’ Grimpasse del Partito.
Due, riassumo i’ Covidde:
- Bene, avete scoperto che moriremo, gli antichi lo sapevano già.
- La vita senza la morte non esiste.
- Certo che i’ Covidde è abbastanza pericoloso. Molto più del raffreddore, molto meno dell’inquinamento dei mari.
- I profittatori profittano per definizione – della guerra o della pace, e profittano anche de’ i Covidde, su cui le aziende farmaceutiche hanno fatto miliardi su miliardi.
- Questo non vuol dire che il vaccino di per sé non funzioni, o sia pericoloso più di tanto, o che i profittatori si siano inventati il virus.
- Il vaccino ha sicuramente controindicazioni (ma vedi punto 1 e 2, la vita stessa è una partita a dadi e finora nessuno ne è uscito vivo).
- Il vaccino ha MOLTO meno controindicazioni dell’utilizzo di uno smartòfono, per cui io mi sono vaccinato ma non ho lo smartòfono.
- Ma capisco che la diffidenza che le persone vive provano verso la causa – il sistema tecnocratico – possa, umanamente, rivolgersi anche verso un sintomo, il vaccino.
- La tessera del Partito io l’ho preso, e posso entrare al seggio e votare, e tu no. E finché non arriva il 25 aprile, io sono dalla parte dei forti e tu hai perso il lavoro. E non mi sento molto bene per questo.
FONTE: http://kelebeklerblog.com/2021/10/02/rione-resistente-peste-e-paure/
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