L’inflazione è un bene
di STEFANO D’ANDREA (Presidente RI)
I modelli economici mainstream sono ridicoli perché si fondano sulla “figura” dell'”agente rappresentativo”, come se la società fosse composta da individui tutti uguali. Per l’agente rappresentativo dei modelli macroeconomici, studiati nei nostri dipartimenti di economia, l’inflazione è un male. Eppure la maggior parte delle persone, durante la vita, stipula contratti di mutuo, di locazione, di credito al consumo e di pagamento di forniture a 30-60-90 giorni, nonché rateizzazioni per il pagamento delle imposte, sempre e soltanto nella veste di debitore, non di creditore.
Nella esecuzione di tutti questi contratti (e in generale di tutti i rapporti giuridici di durata), che generalmente ci accompagnano l’intera vita, una certa inflazione, diciamo dal 4 al 10%, garantisce ai debitori un più elevato tenore di vita e ai creditori un tenore di vita un po’ meno elevato.
In realtà, il problema generale (per un vero o serio agente rappresentativo) dell’inflazione è soltanto l’eventuale accelerazione annuale (che va arrestata, altrimenti può creare la spirale) non il livello alto ma stabile. La scelta di affidare alla Banca centrale non la stabilità dell’inflazione, per evitare l’accelerazione (4 o 5 o 6 o 7% stabili all’anno, per esempio), bensì la stabilità dei prezzi (0-1% annuo di inflazione) è una scelta distributiva di somma gravità, che è stata effettuata una volta per tutte, ratificando i Trattati europei.
Cari debitori a vita, prima eravate disinformati o anche raggirati dall’ideologia dominante. Ora però vi ho detto come stanno le cose. Quindi, se prima eravate europeisti per ignoranza, ora siete europeisti o per masochismo, oppure perché scegliete di essere martiri che si sacrificano per l’Europa che verrà e che credete sarà come la desiderate. Ma l’Europa che desiderate, l’opposto di quella che c’è, non verrà. Sicché all’ingenuità dei martiri, che muoiono per idee insensate, è preferibile il masochismo: almeno il masochista gode nel sottomettersi agli altri.
(Spunto dalla lettura di un notevole saggio di Salvio D’Acunto, che ringrazio).
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