Dalla parte dei lavoratori, sempre
di GILBERTO TROMBETTA (RI Roma)
E così, mentre nella stragrande maggioranza dei Paesi con un tasso di vaccinazione uguale o inferiore a quello Italiano (uno dei Paesi al mondo col più alto tasso) si torna alla normalità e non esiste un uso così esteso e discriminatorio del green pass, a Trieste la polizia spara con gli idranti contro dei manifestanti pacifici.
Quelle stesse forze dell’ordine che, col benestare del Governo Draghi (il vile affarista), hanno permesso senza battere ciglio a Forza Nuova di arrivare indisturbata sotto la sede della CGIL, guarda caso proprio a ridosso dell’inizio degli scioperi contro l’infame lasciapassare verde. Quelle forze dell’ordine che adesso si accaniscono con idranti e manganelli contro i lavoratori del Clpt Trieste seduti a terra. Come nella peggiore Repubblica delle banane.
Tra gli applausi scroscianti di Confindustria, della Germania (quello di Trieste è uno snodo cruciale per la logistica tedesca) e dei sindacati confederali (quelli che mentre supportano misure neanche troppo vagamente fasciste, manifestano contro il fascismo). E ovviamente tra gli applausi scroscianti dei cittadini che si autodefiniscono sedicenti anti-fascisti e dei compagni per il green pass. Cioè di quelli che non capiscono (o, peggio ancora, fanno finta di non capire) come il problema del lasciapassare verde riguardi la violazione dei diritti fondamentali sanciti dalla nostra Costituzione. Quelli che non capiscono come non si tratti di un provvedimento per tutelare la salute pubblica, ma di uno strumento di controllo che subordina l’accesso a diritti fondamentali a quelli che, di volta in volta, il Governo di turno riterrà i “comportamenti virtuosi”.
Oggi i nostri diritti ci vengono concessi per 48/72 ore con un tampone negativo o con i vaccini (in assenza di obbligo, ricordiamolo sempre). Domani quei diritti ci potranno essere tolti o concessi in base ad altri parametri. Come il pagamento delle tasse o il presunto impatto ambientale del nostro stile di vita. D’altronde si chiama green pass, non Covid pass. In un ribaltamento clamoroso dei principali articoli della Costituzione. A partire dal terzo.
«È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese».
A molti sfugge la portata di questa battaglia perché confondono il mezzo con il fine. Il green pass non è il mezzo attraverso cui obbligare surrettiziamente alla vaccinazione quella parte minoritaria della popolazione che per motivi comunque legittimi ha scelto di non vaccinarsi. È l’esatto contrario.
Tamponi e vaccini sono il mezzo per far accettare alla popolazione il lasciapassare governativo. Cioè che i nostri sacrosanti diritti ci possano essere revocati in qualsiasi momento o che dipendano dal possedere o meno un lasciapassare governativo. Come nel 1938. Ecco perché il green pass è il fine, non il mezzo.
Chi non lo capisce… verrà a suo volta schiacciato…