Contadini OGM camminano nei campi, ancora per poco, liberi dagli OGM
di Resistenze al nanomondo (redazione)
Silenzioso e ciclico, solitario il tempo dell’agricoltura.
“…E s’arrivava alla maturazione e alla mietitura senza che nessun essere umano avesse sbriciolato con le mani le tiepide zolle o setacciato la terra tra le dita, senza che nessuno avesse toccato il seme o ne avesse spiato con ansia la crescita. Gli uomini mangiavano ciò che essi non avevano coltivato, più nessun vincolo li legava al proprio cibo. La terra s’apriva sotto il ferro e sotto il ferro gradatamente inaridiva: nessuno c’era più ad amarla o a odiarla, nessuno più la supplicava o la malediceva.”
Furore, John Steinbeck
Ciclici come le stagioni, tornano gli OGM, allontanati dai campi italiani fino ad oggi; oggi, dentro le donne e gli uomini che coltivano i campi, dentro gli uomini e le donne che mangiano le produzioni dei campi.
I campi ancora intonsi e i contadini già ibridati, loro stessi OGM, sulla terra fino ad oggi da loro preservata dagli OGM.
Contadina sono.
Non credevo agli OGM ieri, quelli che dovevano “migliorare” i segreti di una natura raccontata come inefficace e fallibile.
Non posso credere agli OGM oggi, quelli che vengono iniettati nei corpi degli esseri umani, che narrano delle solite imperfezioni umane correggibili dalle tecno-scienze.
Un sortilegio cala sulla civiltà, tutti vittime e tutti responsabili.
Peggiori responsabili e vittime sono coloro che, prima di questo incantesimo pandemico lottavano, credevano e si ribellavano a logiche illogiche.
In un tempo non remoto si bruciavano i campi OGM, e coloro che li bruciavano urlavano contro le tecnologie genetiche; gli stessi che oggi professano le tecnologie OGM, chiamandole vaccini e le esigono per tutti, terzo mondo compreso.
Gli stessi luoghi che ieri mi ospitavano rivendicando i mercati degli agricoltori no OGM, con i loro banchetti colorati, oggi non sopportano più i miei colori, preferiscono le tonalità soft- green di Greta.
Il mio errore di ciclica contadina “tradizionalista”?
Il mio attaccamento alla tradizione no OGM!
Mai affidarsi alle informazioni di regime soprattutto quando, dall’inizio delle narrazioni pandemiche, si riconosce il tipico odore di liquame non digestato.
Lo sversamento notturno di tale liquame si è verificato precisamente il 15 luglio 2020, qualche mese prima dell’inizio della campagna genica globale, quando Parlamento e Consiglio europeo emanano un regolamento, che oggi qualcuno conosce come deroga agli OGM. Il documento di riferimento è la Gazzetta Ufficiale UE 2020/1043 che titola:
” Regolamento relativo all’esecuzione di sperimentazioni cliniche con medicinali per uso umano contenenti organismi geneticamente modificati o da essi costituiti e destinati alla cura o alla prevenzione della malattia da coronavirus (COVID-19) e relativo alla fornitura di tali medicinali”.
Nel documento si racconta che la valutazione del rischio ambientale, la valutazione dei rischi per la salute umana e la conduzione delle sperimentazioni, guidate da due direttive: la 2001/18/CE e la 2009/41/CE non costituiranno più le condizioni preliminari per l’esecuzione di tali sperimentazioni cliniche. Non sarà necessario procedere con queste valutazioni, sono in deroga fino a tempi migliori.
Torna il silenzio, ciclico, nelle mie terre. E gli spettri.
L’estate prosegue, l’autunno avanza e giunge l’inverno.
Il 3 dicembre 2020 il CREA esce con un documento, in bozza, che descrive il suo diabolico piano di lavoro per il triennio 2021/2023.
Intelligenza artificiale e miglioramento genetico per tutti i regni.
Mi raccolgo in silenzio, rifletto, appoggiata a terra, nel leggere la stipula dei contratti tra i camici dei laboratori di genetica e i contadini, nell’ “Accordo Camici -Trattori”, tra Coldiretti e SIGA. Finalmente tutto si manifesta ed io giungo alla danza!
La terra color marrone deiezione già sfruttata, coltivata intensivamente, inquinata ed ora sottoposta a nuove malsane volontà, esigenze produttive ed economiche, si mischia nuovamente al bianco candido della scienza in un connubio alchemico-tecnologico dai prospetti inquietanti.
Allora vi dico nemici:
Contadina danzante sono, e come me, mille altre ed altri, di tradizione no OGM.
Rifiuto dunque, per principio, le terapie geniche contenenti OGM, ponendomi così dall’altra parte di un intero mondo ormai liquefatto.
Rifiuto gli OGM anche se oggi si chiamano tecnologie di evoluzione assistita TEA, NBTs, Talen, Nucleasi a dita di zinco, reverse breeding, CRISPS/CAS9.
Rifiuto queste “miracolose” tecnologie condite con ossidi e idrossidi di grafene, mercurio, acciaio.
Rifiuto piante geneticamente modificate, perché non esiste nessun miglioramento genetico che possa essere costruito in un laboratorio, fuori dai tempi ciclici, tradizionali e lenti della natura.
Rifiuto questa rivoluzione 4.0, fatta di specchietti tecnologici, Big Data, Internet delle cose e dei corpi, d’ Intelligenza Artificiale, sensori e droni.
Rifiuto questa rivoluzione fatta di biotecnologie e genomica, nuove e vecchie tecnologie energetiche, retoriche, false parole ecologiche e vero accanimento contro il regno minerale, vegetale, animale, dei contadini e degli esseri umani.
Rivoluzione fatta di attacchi batteriologici nei campi e nei corpi, fatta di espropri, di semi rubati e contaminati.
Non voglio le trattrici tecnologiche, collegate a satellite, che sostituiscano le persone, le famiglie e i saperi.
Non voglio satelliti, droni, sensori, telecamere e nemmeno il controllo sociale che inevitabilmente accompagna la digitalizzazione delle campagne.
Non voglio perdere saggezze e ricerche, intime profusioni con Natura, per affidarle a Blockchain e regalare questi frutti preziosi a multinazionali che vivono di furto dei dati.
Nessun corpo vivente ai laboratori!
Le vostre strategie dai nomi stupidi e accattivanti: Green Deal e Farm to Fork, che fingono di preservare la natura distruggendola e mortificandola, non le voglio.
Non desidero che il suolo che calpesto e che mi accompagna nella vita venga prelevato e campionato, per scrutarne l’interno; non lascerò strappare alla matrice terrosa i microorganismi, le micorizze, le attività microbiche, gli insetti e tutte le creature che lo popolano, per violentarle, nei vostri lucidi e igienici laboratori.
Non avrò bisogno di nessun additivo e nessun elemento esterno della chimica industriale, che vestito di bioconcime, vorrà nutrire il mio campo.
Non avrò bisogno dei vostri sensori.
Guardo i colori ed attraverso la terra con la misura dei miei passi e dei loro tempi, osservo i suoi ospiti, riconosco e prevedo possibili danni. Se qualcosa mi scappa, imparerò a non lasciarmelo sfuggire e ad aguzzare la vista, la mia però , non quella di una qualche applicazione-appendice tecnologica.
Rifiuterò dunque ogni tecnologia che vorrà pervasivamente entrare in campo.
Non esiste tecnologia che possa sostituirmi o che mi indichi cosa, come, quando seminare, quando è con cosa trattare, rendendomi schiava.
Non crederò ai ricatti delle assicurazioni agricole, in cui saranno algoritmi a determinare il destino degli agricoltori.
Continuerò a infilare le dita nella terra, sporcandomi le unghie e le mani; le tirerò fuori, le annuserò e saprò se è terra assetata o idratata, fertile o inaridita.
Quel gesto di inchinarmi e infilare le mani nella terra, lo voglio fare in eterno!
Come una bambina ostinata, con le mani piacevolmente sporche di merda dorata.
Il campo è vivo, la natura mi urla di vita, viva e vegeta mi contrappongo con forza a questa realtà irreale in cui silenziosi e vuoti contadini OGM camminano in campi ancora per poco liberi dagli OGM.
Sostegno all’agricoltura in via di estinzione!
Sostegno ai falciatori volontari d’ogm francesi.
Sostegno a tutte le contadine e i contadini danzanti!
“Nei cuori degli umili maturano i frutti del furore e s’avvicina l’epoca della vendemmia…”
Furore, John Steinbeck
La Contadina Danzante
lacontadinadanzante@libero.it
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