Che l’Italia faccia “il grande regalo” agli amici libici: li salvi dal colonialismo francese!
di MITTDOLCINO BLOG (Mitt Dolcino)
E’ un dato di fatto che, da quando la Francia ha voluto a tutti i costi rovesciare Gheddafi, la Libya da paese prospero, ricco e con welfare di livello, oltre che relativamente libero, è diventato un campo di battaglia. Come sempre dove “mettono mano” i francesi nel Mediterraneo e dintorni… (Dedicato a chi pensa che firmare il Trattato del Quirinale con la Francia sarà positivo per l’Italia).
Se uno proprio deve avere un padrone – chiamasi dottrina della sopravvivenza di Stato – è importante che tale entità sia fortissima, ricchissima e che non abbia bisogno di attingere alle di cui relative fortune per sopravvivere. Ma l’aspetto più importante è che sia molto ma molto lontana….
A pensarci bene, l’identikit cozza perfettamente con quello che invece l’Italia sta facendo con il trattato del Quirinale, ossia “alleandosi”, meglio detta “regalando le proprie chiavi di casa” ad un Paese straniero aggressivo, relativamente povero in termini non solo economici ma anche geostrategici (rispetto alle proprie infinite ambizioni, …), invidioso, pavlovianamente colonialista. E ad un passo dai propri confini. Parlo della Francia (Parigi storicamente detiene il record mondiale di razzie in terra italiana, libro di storia alla mano, ndr).
Alcuni aspetti di tale dottrina, che poi è semplice buon senso (di Stato), sono emersi nella scelta svizzera dei caccia da guerra per pattugliare difensivamente i propri cieli: mai è stata veramente in pista la scelta dei caccia francesi o europei, che poi sono – oggi, post avvento degli F35 – circa la stessa cosa. Prima infatti furono in ballo i SAAB svedesi, alla fine sono stati gli F35 americani. Mai sarebbero potuti essere i jet francesi.
Il motivo è semplice: se nella Confederazione avessero comprato i Mirage, come accaduto in svariati scenari di guerra passati, alla fine quando i francesi ti attaccano/ti mettono sotto pressione, tali Mirage rischiano di non funzionare a dovere (…).
Se il potenziale nemico, dunque, è lontano, non ci sono problemi, o meglio, ce ne sono molti meno. Ovvero, puoi anche comprare i suoi aerei da guerra. Se invece il potenziale avversario confina con te – ovvero abbisogna ciclicamente anche delle tue ricchezze oltre ad essere anche tremendamente invidioso – col cavolo che gli compri i suoi caccia!
Stessa cosa vale per le centrali nucleari, a guardar bene: una volta l’Italia aveva la sua filiera, ad es. con l’Ansaldo, per una tecnologia così strategica e pericolosa (Enrico Fermi, il pioniere mondiale, ricordo che era Italiano). Oggi, a valle delle privatizzazioni volute dall’EU, ossia dall’asse franco-tedesco, la Repubblica è alla fine costretta a comprarle all’estero, le centrali atomiche.
Chiaramente la scelta più saggia sarebbero le centrali italiane, che purtroppo non ci sono; dunque, in alternativa, bene quelle americane, giapponesi o anche russe. Mai quelle francesi! La ratio penso sia chiara (vedremo se mezza Roma nel caso comprerà case affacciate a monumenti “a sua insaputa”, a breve giro…).
A meno di avere figli, nei gangli della politica romana e dei boiardi annessi, che sono direttamente o indirettamente al soldo dei francesi, parlo di altissime cariche dello Stato (…). Per vostra informazione Bouteflika, il dittatore algerino, viveva a Parigi, dove veniva protetto e curato dai francesi, che in cambio hanno depredato per decenni l’Algeria (il film che spiegò davvero la cattiveria “dentro” del colonialismo francese quando si tratta di colonie, per l’Algeria venne prodotto e diretto da Gillo Pontecorvo – “La Battaglia di Algeri”, vietato n Francia fino al 1971, in realtà molto olytre, ndr -, ossia del fratello dell’eroe Bruno Pontecorvo fisico di team di Fermi, colui equalizzò la potenza nucleare mondiale con l’equilibrio USA-URSS, dopo Nagasaki, … , ndr).
Anzi, a Parigi c’è addirittura un distretto delle ville cd. africane, dei dittatori stranieri, che lì ci vivono con le famiglie/ci hanno vissuto. Della serie, “mi fai depredare i beni del tuo Paese ed io ti permetto di stare qui, a Parigi, protetto, ma a pegno di ammazzare di povertà le tue genti“. Ovvero pagando la stecca al dittatore…
Usate questo metro e capite le decine se non centinaia di rivoluzioni fallite in mezza Africa francofona nell’ultimo secolo.
Questo sostanzialmente il motivo per cui a me i francesi piacciono – e, devo dire, molto – ma solo quando stanno di là dei confini italiani, almeno di 20 kilometri (…).
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Tornando alla Libya, Gheddafi si sa fosse di madre italiana. E dunque Gheddafi, cuor di madre, salvò sempre le aziende italiane in crisi, con soldi d’emergenza (Fiat anni ’70, Unicredit 2009 ecc.). Solo per vedere tali denari, della banca centrale ed in oro, sparire dopo la deposizione violenta del Rais post crisi subprime (crisi sistemica globale che, grazie a Gheddafi, vide l’Italia come unico grande paese Occidentale a non dover salvare le proprie banche con soldi pubblici, ma solo libici giusto per l’Istituto di Piazzale Cordusio, in forza delle speculazioni delle filiali tedesche ed austriache, ndr).
Per inciso, i soldi nazionali libici post deposizione del Rais sparirono, furono rubati insomma….
Per mano franco-tedesca, si dice, vedasi i sorrisini mediatici dei due gerarchi EU, ai tempi della deposizione anche di Berlusconi (…). E con cooptazione di Cameron, sempre ai tempi, legatissimo agli ambienti EU, con moglie che fa Astor di cognome ed è cresciuta come cattolica nella scuola primaria, incredibile per una consorte di un governante inglese di tale livello… (evidentemente esistevano affiliazioni Grandorientali, vedasi anche il baciamano pubblico da parte di J.C. Juncker, ndr).
I sorrisi di Merkel e Sarkozy rappresentano precisamente quanto sopra: una tragica deriva, anti-italiana oltre che anti-libica. Con tutto il rispetto per le tristi sorti del popolo libico, amico dell’Italia almeno in termini relativi (intendo, rispetto alla supposta “amicizia” di Francia e Germania, ndr).
Se volete capire meglio il motivo dell’uccisione per mano francese di Gheddafi, con il supporto di Hillary Clinton, ai tempi, forse basta che guardiate questo grafico, sotto, pre-invasione della Libya.
Ossia l’Italia ha avuto enorme successo petrolifero in Africa, al contrario dei suoi pari stranieri.
Potrei aggiungere che la rivoluzione anti Gheddafi a Tripoli fu scatenata agli esordi grazie ad un carico di fucili tedeschi HK G36 apparentemente difettati, ma funzionanti, arrivati non si sa come dalla Germania; sembra fossero i famosi fucili che piegavano la canna a causa di un difetto di fabbricazione, dunque vennero sostituiti dalla Bundeswehr/Wehrmacht (e portati in Libya per ammazzare il dittatore filo italiano? ndr).
Letto quanto sopra, penso abbiate capito cosa aspetta l’Italia a stare con la Germania e, soprattutto, con la matrigna Francia nei prossimi anni.
In tale contesto i sorrisini di Angela Merkel (che, lo ricordo, vorrebbe andare svernare come pensionata in Italia; fosse per me le dedicherei Linosa, ossia una bellissima isola, ma al confino, ndr) e Mr. Sarkozy/Bruni, assumono un carattere ancora più sinistro.
Riprendo dunque un vecchio cavallo di battaglia, secondo me dirimente, scritto un’era geologica fa, sulla Libya prima e dopo l’invasione. Ma attualissimo, credetemi, per capire (…).
Penso sia un atto dovuto agli amici libici. In effetti, forse per l’emigrazione, forse per i sensi di colpa, forse per l’essere Mediterranei, non vedo gli italiani capaci – dopo i disastri etiopici di Mussolini – di essere colonizzatori, quando non si riesce nemmeno a difendere casa propria…
Buona lettura, dunque, sotto. E, attenti a cosa capiterà…
https://scenarieconomici.it/la-libya-prima-e-dopo-lattacco-francese/
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