La cooperazione russo-cinese nella crisi coreana
da ANALISI DIFESA (Elvio Rotondo)
Alle Olimpiadi Invernali di Pechino, nonostante le assenze preannunciate da alcuni leader mondiali, il presidente Putin sarà presente alla cerimonia di apertura, segnale molto importante per le relazioni tra i due paesi. Sarà anche un’occasione importante per i due leader per discutere delle questioni bilaterali e internazionali.
I rapporti tra i due paesi sono in continuo rafforzamento. Il commercio bilaterale tra Cina e Russia, nei primi tre trimestri del 2021, ha superato per la prima volta i 100 miliardi di dollari e si prevede che il volume annuale raggiungerà un nuovo record.
L’anno dell’innovazione scientifica e tecnologica tra i due paesi è stato un grande successo. Numerosi importanti progetti di importanza strategica sono stati realizzati con successo. Si stanno compiendo progressi senza intoppi nella sinergia della cooperazione Belt and Road con l’Unione economica eurasiatica. Anche nel settore energetico la cooperazione si sta rafforzando.
Cina e Russia sono i principali sostenitori del BRICS (le cinque economie emergenti: Brasile Russia India Cina Sudafrica) e dello Shanghai Cooperation Organization (SCO).
Attualmente, ci sono i colloqui preliminari sul gasdotto Power of Siberia 2 per la fornitura di 55 miliardi di metri cubi di gas alla Cina che stanno procedendo rapidamente. Xi Jinping e Vladimir Putin hanno discusso del progetto all’inizio di questo mese e lo studio di fattibilità potrebbe essere completato entro poche settimane.
Mentre l’approvazione dell’accordo Nord Stream 2 (esportazione diretta di gas dalla Russia in Germania) è stata ritardata di circa sei mesi a causa dell’ammassamento di truppe russe vicino al confine con l’Ucraina, il progetto Power of Siberia 2 è presentato come qualcosa di più simile ad un avvicinamento tra Mosca e Pechino, anche se la Russia, come paese fornitore di gas, probabilmente mira ad avere lo stesso tipo di influenza sulla Cina che sta avendo con l’Europa in questo momento. Pechino farà tutto il possibile per resistere a questa situazione.
Inoltre, ci sarebbe anche il progetto congiunto per un velivolo a fusoliera larga, CRAIC CR929, che competerà con il Boeing 787 e l’Airbus A330. Il modello base, CR929-600, avrà 280 posti a sedere e un’autonomia di almeno 12.000 chilometri. Il progetto sarebbe in ritardo di anni a causa delle controversie tra le due parti.
I rapporti tra Mosca e Pechino non sono stati sempre pacifici, alla fine degli anni ’60 alcune controversie hanno contribuito a una guerra lungo il confine nord-orientale e a un periodo di fredde relazioni che si sono concluse solo alla caduta dell’Unione Sovietica.
Il 15 dicembre scorso, durante il secondo incontro virtuale di quest’anno tra i leader di Cina e Russia, oltre a discutere di questioni inerenti i due paesi, si sarebbe raggiunta un’importante intesa che avrebbe ulteriormente rafforzato la fiducia reciproca di alto livello e che guiderà il coordinamento e cooperazione tra i due paesi sulle questioni della penisola coreana, secondo quanto riferito dal Ministero degli Esteri cinese.
Lo stesso ministero, in una nota pubblicata sul suo sito web, ha fatto sapere che all’importate evento ha fatto seguito, il 20 dicembre scorso, un altro colloquio virtuale tra Liu Xiaoming, rappresentante speciale del governo cinese per gli affari della penisola coreana, e il viceministro degli Esteri russo Igor Morgulov. I due alti rappresentanti avrebbero concordato di mantenersi in stretto contatto e coordinamento per svolgere un ruolo costruttivo nel mantenimento della pace e della stabilità nella penisola e nel promuovere la soluzione politica delle questioni della penisola con sforzi congiunti.
Russia e Cina hanno sempre avuto una posizione più benevola verso Pyongyang. Mosca si dice contraria al programma nucleare della Corea del Nord, ma a più riprese è stata critica nei confronti dei provvedimenti severi, comprese le sanzioni straordinarie contro i nordcoreani. La Russia ritiene che vi sia solo un modo per risolvere la questione nordcoreana, quello della diplomazia.
Le ambasciate russa e cinese sono attualmente tra le circa nove missioni straniere rimaste in Corea del Nord, mentre tutto il personale delle otto agenzie delle Nazioni Unite non è più presente. Mosca avrebbe ritirato la maggior parte del personale dell’ambasciata a Pyongyang, poiché la carenza di beni di consumo quotidiana causata dalla pandemia e le restrizioni anti-virus hanno spinto molti diplomatici stranieri fuori dal paese ulteriormente impoverito.
Mosca si era espressa anche durante l’incontro con il Ministro degli Esteri sudcoreano Chung Eui-yong e il suo omologo russo, Sergei Lavrov, avvenuto nella capitale russa il 27 ottobre scorso. Durante la visita i due Ministri avevano sottolineato l’urgente necessità di risolvere il problema nucleare della Corea del Nord e di cooperare strettamente ad ogni livello per una rapida ripresa del processo di pace nella penisola coreana.
Continua ad esserci molto scetticismo sulla difficile questione della penisola coreana, la fine formale della guerra tra le due Coree (la guerra di Corea 1950-1953 si è conclusa con un armistizio) e la denuclearizzazione di Pyongyang. La Corea del Nord come condizione per il rilancio dei negoziati sulla denuclearizzazione con Washington chiede la fine delle sanzioni che strangolano il paese.
Il Dipartimento del Tesoro americano, in un comunicato stampa del 10 dicembre scorso, ha reso noto che gli Stati Uniti hanno segnalato una serie di enti in Cina e Russia per aver violato le risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite che vietano agli Stati membri (ONU) di assumere o ospitare lavoratori nordcoreani.
I cittadini della Corea del Nord lavorano spesso in altri paesi anche allo scopo di generare entrate in valuta estera. Si tratta di una fonte primaria di raccolta di importante valuta estera per le casse di Pyongyang che investe poi nei programmi di sviluppo nucleare e missilistico, aggirando così le sanzioni imposte dalle Nazioni Unite.
I lavoratori nordcoreani potrebbero utilizzare intermediari per inviare denaro in patria attraverso il sistema bancario internazionale senza essere scoperti. “La risoluzione 2397 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, adottata il 22 dicembre 2017, richiede agli Stati membri delle Nazioni Unite di far rimpatriare i cittadini della Corea del Nord che percepiscono un reddito nelle loro giurisdizioni entro il 22 dicembre 2019, fatte salve eccezioni limitate”.
Tra i nuovi segnalati figurano la European Institute of Justice, università con sede a Mosca, e il suo rettore, Dmitry Yurevich Soin, che, secondo il dipartimento del tesoro, “ha sponsorizzato centinaia di visti previsti per gli studenti per i lavoratori edili della Corea del Nord in Russia”.
Il dipartimento ha anche segnalato lo Studio SEK, uno studio di animazione nordcoreano con lavoratori in Corea del Nord e Cina. Lo Studio SEK avrebbe utilizzato diverse società di facciata per eludere le sanzioni contro il governo della Corea del Nord e ingannare le istituzioni finanziarie internazionali”.
Secondo il dipartimento, Lu Hezheng, dipendente senior ed ex azionista di Nings Cartoon Studio in Cina, ha lavorato con i rappresentanti dello Studio SEK per facilitare i bonifici tramite il “Nings Cartoon Studio” e altre società di facciata in Cina. Il dipartimento ha segnalato Lu Hezheng e una serie di società a lui affiliate, tra cui Nings Cartoon Studio e Shanghai Hongman Cartoon and la Animation Design Studio.
Nel mese di novembre scorso, Cina e Russia avrebbero sollecitato il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite per la fine di una serie di sanzioni contro la Corea del Nord, tra cui il divieto di esportazione di prodotti ittici e tessili, un tetto alle importazioni di prodotti petroliferi raffinati e il divieto ai suoi cittadini di lavorare all’estero e di mandare a casa i loro guadagni.
Per quanto riguarda il rapporto tra le due Coree, dopo innumerevoli contrasti e test missilistici tra i due paesi, il 4 ottobre scorso, Pyongyang ha deciso di ripristinare tutte le linee di comunicazione con Seoul. Considerati gli alti e bassi tra le due parti, il segnale appare abbastanza promettente.
Le linee di comunicazione erano state interrotte, nel mese di giugno 2020, come ritorsione contro i gruppi di disertori che inviavano volantini anti-Pyongyang in Corea del nord, successivamente, interrotte nuovamente nel mese di agosto scorso per circa due mesi.
FONTE: https://www.analisidifesa.it/2021/12/la-cooperazione-russo-cinese-nella-crisi-coreana/
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