CAPITALISMO VACCINALE
da TERMOMETRO GEOPOLITICO
(Thomas Fazi)
Con l’estensione dell’obbligo di super green pass anche ai trasporti locali, alle attività ricreative e sportive e addirittura ai locali all’aperto, e la contestuale abolizione dell’obbligo di quarantena solo per chi abbia fatto la terza dose, dovrebbe risultare evidente a chiunque non abbia sbattuto troppe volte la testa da piccolo che tutta la strategia del governo Draghi, fin dal primo giorno, ha avuto un unico obiettivo: introdurre in maniera surrettizia – un passo alla volta, secondo la vecchia tecnica della rana bollita – l’obbligo vaccinale per tutta la popolazione, con richiami altrettanto obbligatori più volte l’anno probabilmente (richiami che oggi vengono presentati come il modo per accedere a diritti extra, ma un domani saranno la condizione per accedere ai diritti base). Con le ultime disposizioni l’obbligo diventa totale, a meno di non voler rinunciare del tutto a partecipare alla vita sociale.
Dovrebbe essere altresì evidente che tale misura non ha assolutamente nulla a che vedere con la tutela della salute pubblica. La vaccinazione a tappeto della popolazione, infatti, non rappresenta in alcun modo una tutela per la collettività, dal momento che – come è fin troppo evidente dalla cronaca di questi giorni – anche i vaccinati si contagiano e contagiano.
Anzi, i paesi con il tasso di vaccinazione più alto sono anche quelli che presentano il maggior numero di nuovi contagi. Tanto per capirci, la Svezia, con un tasso di vaccinazione più basso del nostro e senza misure discriminatorie per partecipare alla vita sociale, presenta un numero di nuovi casi in rapporto alla popolazione più basso di quello italiano.
La vaccinazione di massa è altrettanto inutile ai fini della “eradicazione” del virus: ovviamente questo virus non scomparirà neanche se si vaccinasse il 150 per cento della popolazione, ma continuerà semplicemente a circolare in forma endemica, indipendentemente dal tasso di vaccinazione della popolazione (nessuna pandemia è mai durata più di due/tre anni).
Infine, la vaccinazione di massa non serve ad evitare la saturazione degli ospedali, per il semplice fatto che sotto i sessant’anni il rischio di finire in terapia intensiva e ancora più di morire per Covid è comunque estremamente basso (il fatto che vi sia un certo numero di non vaccinati che finisce in ospedale, ma comunque non tale da creare pressioni insostenibili per il sistema ospedaliero, non inficia questo ragionamento: la scelta di non vaccinarsi in questo caso rappresenta al massimo l’assunzione di un rischio individuale, allo stesso modo che fumare, bere o condurre uno stile di vita malsano rappresenta l’assunzione di un rischio individuale, non collettivo).
Da ciò si deduce che sotto una certa fascia d’età per la maggior parte delle persone non vi è neanche alcun beneficio individuale a sottoporsi alla vaccinazione e anzi in alcuni casi il rapporto costi-benefici potrebbe addirittura essere negativo, sulla base dei dati attualmente disponibili sulle reazioni avverse e sull’aumento della mortalità in eccesso dei giovani in diversi paesi europei (dati EUROMOMO).
Questo non vuol dire assolutamente che i vaccini non servano a niente. I vaccini si stanno rivelando efficaci nel ridurre il rischio di malattia grave in quella minoranza della popolazione esposta a un rischio serio di ospedalizzazione/decesso per Covid: sostanzialmente gli over-60 e le categorie più fragili. Se la campagna di vaccinazione si fosse concentrata unicamente su questa fascia d’età avremmo non solo raggiunto lo stesso obiettivo in termini di riduzione delle ospedalizzazioni e dei morti, senza spappolare completamente il tessuto sociale e la Costituzione con obblighi e discriminazioni senza senso, ma anzi avremmo probabilmente anche evitato un gran numero di morti, visto che avremmo privilegiato la vaccinazione di coloro che effettivamente sono esposti a un rischio serio da Covid.
Ma ovviamente limitare la vaccinazione unicamente agli over-60 avrebbe ridotto enormemente gli utili del business vaccinale. Alla fine il succo di questo incubo tecno-autoritario che stiamo vivendo da mesi è tutto qua: il buon vecchio profitto.
Benvenuti nell’epoca del capitalismo vaccinale.
FONTE: https://www.facebook.com/thomasfazi/posts/4634772376615864
Ma cosa dite.. Jacques Attaly, in un suo scritto degli anni 90, disse apertamente che si sarebbero create le condizioni sanitarie, a seguito di un virus creato artificialmente, con facilità di contagio. Fatto questo… Si sarebbe passato a proporre un finto vaccino, il cui unico scopo sarebbe la riduzione della popolazione. Poi che ci abbiano inserito in GP, aveva il compito di controllare la popolazione e poi istaurare la moneta digitale. Essere chiari no?