Il sangue iperimmune riconosciuto in Russia
di L’INTERFERENZA (Salvatore A. Bravo)
Giuseppe De Donno noto per il sangue iperimmune e suicidatosi, probabilmente, a seguito del rifiuto della terapia e delle tensioni relative alla sua scoperta scientifica è stato riabilitato in pienezza e giustizia. In Russia la terapia è stata non solo sperimentata con successo, ma specialmente è stata approvata e diventerà un’arma valida contro il covid 19. Lo scandalo è doppio, la terapia fu rifiutata, in quanto si è battuto il sentiero della sola vaccinazione con i guadagni ad essa legata, mentre il sangue iperimmune è una terapia dai costi bassissimi. Si può dedurre, ancora una volta, che il mercato con le sue leggi draconiane decide in ogni campo dal sanitario al politico. Non secondaria è l’assenza di informazione sull’uso del sangue iperimmune in Russia. Un italiano ha donato la vita per la scienza, in questo caso al servizio dell’umanità. Tutto tace, nessun TG di Stato riporta la notizia. Non si può non restare scandalizzati da una modalità di informare chiaramente schierata e priva di dialettica. Si somministrano, come cattivi farmaci, solo notizie che sostengono l’azione sanitaria italiana, si tacciono i modelli alternativi e le soluzioni farmaceutiche non legate ai vaccini. Il caso di Giuseppe De Donno e la coltre di nebbia scesa sulla sua vicenda prima della morte e dopo è il segnale di un sistema ideologico incapace di confrontarsi con posizioni non allineate. La sua morte e la sua riabilitazione scientifica in una nazione con un livello medio di democrazia dovrebbero aprire un dibattito sulle modalità con cui è stata ed è gestita l’emergenza, invece prevale la logica dell’Inquisizione, per cui i dissenzienti sono destinati alla morte con la pena del silenzio. La vicenda svela e rivela la violenza in atto: gli interessi economici e di casta prevalgono sulla scienza e sulla medicina. Il nuovo Tribunale dell’Inquisizione accerta la fedeltà al sistema mediante la fede nell’economicismo, coloro che si discostano sono condannati al rogo mediatico. La morte biologica può giungere successivamente in forme plurali. Il silenzio a cui si è costretti può destabilizzare la psiche e rompere equilibri biologici. Resta in questa vicenda italiana, che un nostro connazionale ha contribuito ad aprire un campo di ricerca medica che potrebbe veicolare altre scoperte. Non è stato riconosciuto in patria e in Europa per il suo valore, ma la legittimazione del sangue iperimmune deve indurci ad un’ulteriore considerazione: la scienza non è neutra, ma vive all’interno di una cornice/paradigma in cui prevalgono, nel nostro tempo, gli interessi economici oligarchici e politici. La presunta fede nella scienza da molti richiesto è il segnale di una regressione superstiziosa della comunità, a cui si chiede di essere supinamente obbedienti all’alleanza trono – altare, ovvero alla politica e all’ economia. Nello stesso tempo si accusano coloro che pongono domande ed esprimono dubbi di essere terrapiattisti. L’insulto e lo stigma sono i mezzi con cui si silenziano gli eretici, se poi non è sufficiente, si utilizzano mezzi più incisivi. La nostra è un’epoca che ha bisogno di eroi per rimettere in modo la dialettica democratica, per cui la democrazia è solo formale. Possiamo rendere onore ad un uomo, Giuseppe De Donno, che ha pagato la sua fedeltà alla medicina quale pratica dell’umanesimo e per contrasto ci indica la verità della condizione attuale. Non possiamo non ricordare le parole di Bertold Brecht:
“Beati i popoli che non hanno bisogno di eroi”
Fonte: http://www.linterferenza.info/attpol/sangue-iperimmune-riconosciuto-russia/
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