Se mai c’è stato un decisivo negoziato diplomatico destinato all’insuccesso fin dall’inizio, quello è sicuramente la discussione tra Stati Uniti e Russia sull’Ucraina e sulla sicurezza russa.

Le due parti non riescono a mettersi d’accordo neanche sull’agenda.

Dal punto di vista della Russia, la situazione è chiara: “La parte russa è arrivata qui [a Ginevra] con una posizione chiara e una serie di elementi che, a mio avviso, sono comprensibili e sono stati formulati in maniera così chiara, anche ad alto livello, che allontanarsi dal nostro approccio è semplicemente impossibile” ha dichiarato alla stampa il viceministro degli Esteri Sergei Ryabkov [in inglese] dopo la cena di pre-riunione di domenica organizzata dal vicesegretario di Stato Wendy Sherman, che guida la delegazione americana.

Ryabkov si riferiva alle richieste fatte ad inizio dicembre dal Presidente russo Vladimir Putin al Presidente americano Joe Biden in merito alle garanzie di sicurezza alla Russia, richieste che poi Mosca ha presentato in dettaglio sotto forma di due bozze di trattati [in inglese], uno sulla sicurezza Russia-USA e l’altro sulla sicurezza Russia-NATO.

Quest’ultimo dovrebbe impedire l’ingresso dell’Ucraina nella NATO ed escludere l’espansione dell’alleanza militare trans-atlantica. All’epoca, Ryabkov aveva seccamente osservato che gli Stati Uniti dovevano cominciare immediatamente ad esaminare le bozze proposte per finalizzare un qualcosa in vista dell’incontro tra le due parti. Ora, con l’incontro che inizia lunedì [10 gennaio], sembra che gli Stati Uniti non abbiano fatto nulla di questo.

“I colloqui saranno difficili” ha detto Ryabkov ai giornalisti dopo l’incontro a cena. “Non possono essere facili. Saranno simili al fare affari. Penso che domani non sprecheremo il nostro tempo”. Alla domanda se la Russia era pronta al compromesso, Ryabkov ha seccamente risposto: “Gli Americani dovrebbero prepararsi al compromesso”.

A quanto pare, tutto ciò che gli Stati Uniti sono disposti a fare è ricordare alla Russia le cosiddette “gravi conseguenze” in caso di invasione russa in Ucraina, un qualcosa che USA e NATO temono come imminente, data la portata e le dimensioni delle recenti esercitazioni russe nella regione, che hanno coinvolto decine di migliaia di soldati. Questa minaccia è stata fatta da Biden a Putin in diverse occasioni, anche durante la telefonata decisa da Putin la scorsa settimana per aiutare ad inquadrare gli imminenti colloqui.

Eppure, alla vigilia dell’incontro Ryabkov-Sherman, il Segretario di Stato americano Tony Blinken ha semplicemente ripetuto queste minacce, dichiarando che la Russia avrebbe affrontato “enormi conseguenze” se avesse invaso l’Ucraina.

“E’ chiaro che gli abbiamo offerto due percorsi da seguire” ha detto Blinken parlando di Putin. “Uno è quello della diplomazia e del dialogo, l’altro è quello della deterrenza e delle enormi conseguenze per la Russia in caso rinnovasse l’aggressione contro l’Ucraina. E stiamo per verificare quale strada vuole prendere il Presidente Putin questa settimana”.

Lezioni di Storia

E’ come se Biden e Blinken fossero entrambi sordi, muti e ciechi quando si tratta di capire la Russia.

Ryabkov ha accennato ad un fatto già chiarito dai Russi: non ci sono compromessi quando si tratta di legittimi interessi di sicurezza nazionale della Russia. E se gli Stati Uniti non riescono a capire perché la Russia consideri come una minaccia l’aumento di forza militare racchiusa in un’alleanza militare che considera la Russia come una singola minaccia esistenziale alla sicurezza dei membri dell’alleanza stessa, allora non c’è alcuna comprensione di come gli eventi del 22 giugno 1941 abbiano modellato la psiche russa di oggi, perché la Russia non permetterà mai più che accada una situazione del genere, e del perché i colloqui siano condannati al fallimento prima ancora di cominciare.

Per quanto riguarda le minacce americane, la Russia ha fornito la sua risposta: ogni tentativo di sanzionare la Russia si tradurrà (come ha detto Putin a Biden il mese scorso) in una “rottura totale delle relazioni” tra la Russia e quei paesi che applicano le sanzioni. Non è necessario essere uno studente di storia per comprendere che il prossimo passo logico conseguente ad una “rottura totale delle relazioni” tra due parti ai ferri corti su questioni relative alle minacce fondamentali per la sicurezza nazionale di una o entrambe le parti, non è la pacifica ripresa delle relazioni, bensì la guerra.

Ora a Mosca non c’è alcun atteggiamento evasivo dei pavoni di Washington, ma piuttosto un freddo e duro dato di fatto: ignorare le richieste della Russia è a vostro rischio e pericolo. Gli Stati Uniti, a quanto sembra, sono convinti che lo scenario peggiore sia quello in cui la Russia invade l’Ucraina, solo per indebolirsi sotto la pressione sostenuta delle sanzioni economiche e delle minacce militari.

Il caso peggiore per la Russia è quello in cui essa possa essere impegnata in un conflitto armato con la NATO.

In generale, prevarrà la parte più preparata alla realtà di un conflitto armato.

La Russia si sta preparando a questa possibilità da più di un anno. Ha dimostrato più volte la capacità di mobilitare rapidamente più di 100.000 effettivi in breve tempo. La NATO ha dimostrato una capacità di mobilitare 30.000 effettivi dopo sei/nove mesi di estesa preparazione.

La forma della guerra

Come potrebbe essere un conflitto tra Russia e NATO? In breve, niente per cui la NATO sia preparata. Il tempo è amico della NATO in ogni conflitto del genere: tempo per lasciare che le sanzioni indeboliscano l’economia russa e tempo per permettere alla NATO di allestire una forza militare sufficiente ed essere in grado di eguagliare la forza militare convenzionale della Russia.

La Russia lo sa e, di conseguenza, ogni mossa russa sarà progettata per essere rapida e decisiva.

Prima di tutto, se arriveremo a quel punto, cioè quello in cui la Russia deciderà di muovere contro l’Ucraina, lo farà con un piano d’azione ben congegnato e con risorse sufficienti stanziate per un risultato finale di successo. La Russia non sarà coinvolta in una disavventura militare in Ucraina che ha il potenziale di trascinarsi a lungo, come l’esperienza americana in Afghanistan e in Iraq. La Russia ha studiato una precedente campagna militare, l’Operazione Desert Storm della Prima Guerra del Golfo, e ha imparato la lezione.

Non è necessario occupare il territorio di un nemico per distruggerlo. Il piano d’azione sarà probabilmente una campagna aerea strategica progettata per annullare aspetti specifici della capacità di una nazione (economica, politica, militare, o tutte queste), abbinata ad una campagna di terra mirata, progettata per distruggere l’esercito nemico invece di occuparne il territorio.

Data la schiacciante supremazia che la Russia ha in termini di abilità di prevedere una forza aerea appoggiata da attacchi missilistici di precisione, una campagna aerea strategica contro l’Ucraina realizzerebbe in giorni ciò che gli Stati Uniti hanno fatto in più di un mese in Iraq nel 1991.

A terra, la distruzione dell’esercito ucraino è quasi garantita. In poche parole, l’esercito ucraino non è né equipaggiato né addestrato per combattere un conflitto terrestre su larga scala. Verrebbe distrutto per gradi, ed è molto più probabile che la Russia passi più tempo a processare i prigionieri di guerra ucraini piuttosto che uccidere i difensori ucraini.

Ma affinché ogni campagna militare russa contro l’Ucraina sia efficace in un conflitto più ampio con la NATO, devono verificarsi due cose: l’Ucraina deve smettere di esistere come Stato-nazione, e la sconfitta dell’esercito ucraino deve essere estremamente a senso unico e veloce. Se è in grado di raggiungere questi due obiettivi, allora la Russia è ben posizionata per passare alla fase successiva della sua posizione strategica complessiva nei confronti della NATO, cioè l’intimidazione.

Se Stati Uniti, NATO, Unione Europea e G7 hanno tutti promesso “sanzioni senza precedenti”, le sanzioni funzionano solo se è un problema per la controparte. Avendo rotto le relazioni con l’Occidente, alla Russia non interessano più le sanzioni. In più, è una semplice constatazione della realtà il fatto che la Russia è in grado di sopravvivere al di fuori del circuito SWIFT più a lungo di quanto l’Europa possa sopravvivere senza l’energia russa. Ogni rottura delle relazioni tra Russia e Occidente comporterò un embargo totale del gas e del petrolio russo per i clienti europei.

Non c’è alcun Piano B europeo. L’Europa ne risentirà e, poiché l’Europa è composta da ex-democrazie, i politici ne pagheranno il prezzo. Tutti quei politici che hanno ciecamente seguito gli Stati Uniti in un confronto con la Russia, dovranno rispondere ai rispettivi elettori sul perché si siano suicidati economicamente per conto di una nazione devota al Nazismo e completamente corrotta (l’Ucraina) che non ha nulla in comune con il resto dell’Europa. Sarà una conversazione breve.

La soluzione della NATO

Se gli Stati Uniti provano a potenziare le forze NATO ai confini occidentali della Russia all’indomani di una qualche invasione russa dell’Ucraina, la Russia allora presenterà all’Europa un fatto compiuto sotto forma di ciò che a quel punto sarebbe noto come il “modello ucraino”. In breve: la Russia si impegnerà ad applicare il trattamento dell’Ucraina ai Paesi Baltici, alla Polonia e persino alla Finlandia, nel caso fossero così folli da perseguire l’adesione alla NATO.

La Russia non aspetterà neanche che gli Stati Uniti abbiano avuto il tempo per accumulare una forza militare sufficiente. La Russia distruggerà semplicemente la parte incriminata attraverso la combinazione di una campagna aerea progettata per danneggiare l’attività economica, e una campagna terrestre progettata per distruggere la capacità di fare la guerra. La Russia non ha bisogno di occupare il territorio della NATO per un lungo periodo, ma solo quanto basta per distruggere qualsiasi forza militare accumulata dalla NATO ai suoi confini.

E qui viene il bello: a parte impiegare armi nucleari, non c’è nulla che la NATO possa fare per impedire questo risultato. Dal punto di vista militare, la NATO non è che l’ombra di ciò che era prima. Gli eserciti europei, un tempo grandi, hanno dovuto cannibalizzare le loro formazioni di combattimento per assemblare dei “gruppi di combattimento” nei Paesi Baltici e in Polonia. La Russia, invece, ha ricostituito due formazioni dalle dimensioni di un esercito (la 1ma Armata Corazzata della Guardia e la 20ma Armata Combinata) dell’epoca della Guerra Fredda, specializzate in azioni militari offensive di profondità.

Anche a Las Vegas fanno scommesse su questo.

La Sherman affronterà Ryabkov a Ginevra, con il destino dell’Europa nelle sue mani. La cosa triste è che lei non la vede in questo modo. Grazie a Biden, a Blinken e ai tanti russofobi che oggi popolano lo Stato di Sicurezza Nazionale americano, la Sherman pensa di essere lì semplicemente per comunicare alla Russia le conseguenze di un fallimento diplomatico. Per minacciare. Solo a parole.

Ciò che la Sherman, Biden, Blinken e gli altri devono ancora comprendere è che la Russia ha già soppesato le conseguenze e, a quanto pare, è disposta ad accettarle. E rispondere. Con i fatti.

Viene da chiedersi se la Sherman, Biden, Blinken e gli altri ci abbiano riflettuto. Le probabilità sono pari a zero, e le conseguenze per l’Europa saranno terribili.

 

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Articolo di Scott Ritter pubblicato su Consortium News il 10 gennaio 2022 2021
Traduzione in italiano a cura di Elvia Politi per Saker Italia.

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