PNRR o NGEU: alla fine non sarà che l’ennesima patrimoniale, ma EUROPEA, quindi buona e giusta
di SCENARIECONOMICI (Giuseppina Perlasca)
Un articolo di Zaccardi su Libero ha suscitato un po’di polemiche, che, francamente, ho trovato stupefacenti. Nel senso che è fin dai primi mesi del 2021 che avvertiamo come questi fondi non siano che prestiti da ripagare in modo indiretto (con le tasse dello stato nazionale poi girate a Bruxelles) o diretto (con tasse dirette alle UE).
Diciamo che le prime ipotesi però erano legate ai dazi e alle tasse sul carbonio (Il CBAM), tutte imposte che sarebbero cadute sui consumi, travestite da tasse verdi. Solo che questo meccanismo, con la crisi energetica scoppiata prima dell’invasione dell’Ucraina, è saltata. Mentre i socialisti veri, quelli storici, dicevano che la “Pecora capitalista” si tosa e non si uccide, la UE, con una politica energetica completamente sbagliata e utopistica, ha ammazzato l’animale: zero investimenti in Oil & Gas avevano mandato i prezzi alle stelle ben prima della guerra ad est, rendendo improponibile un aumento delle imposte sui consumi energetici. Inoltre il CBAM avrebbe colpito soprattutto le importazioni energivore dalla Russia, come alluminio, acciaio etc, Però la stessa Commissione è stata così intelligente da tagliarsi l’erba sotto i piedi ponendo le sanzioni su questi prodotti a Mosca. Il resto l0 ha fatto la guerra bloccando l’export industriale ucraino. Comunque i prezzi delle materie prime sono a livelli tali che è impensabile sanzionarli ulteriormente.
Quindi la UE pensa, ovviamente, a tassare l’unica cosa rimasta tassabile nella UE, il PATRIMONIO. Le entrare attese sono, semplicemente, enormi, fino al 10,8% del Pil europeo, pari a 1560 miliardi di euro. La misura dovrebbe, in teoria, compire poche famiglie, dal 1% al 4,8%, ma, attenzione, ricordatevi che mesa una tassa, la cosa più facile è allargarla. Queste famiglie dovrebbero pagare lo 0,3% annuo del proprio patrimonio, una tassa europea che si aggiungerebbe a quelle patrimoniali nazionali, da noi l’imposta di bollo, l’IMU, le ipotecarie.
Vi è poi una secondo ipotesi, tassare i proprietari delle società quotate sulla base del valore delle azioni. In questo modo i titolari «delle imprese di maggior successo pagherebbero di più». In realtà un vero e proprio invito per le società europee di medio, grandi dimensioni a trasferire le sedi oltre Manica…
Abbiamo anche una terza ipotesi che riguarda l’introduzione di un’imposta sui redditi più elevati. In pratica, la somma eccedente una soglia prefissata di reddito sarebbe qualificata come «retribuzione eccessiva» e tassata in aggiunta al prelievo stabilito a livello nazionale.
Infine, quarta e ultima ipotesi, un’imposta una tantum sulle ricchezze finanziarie, tra le quali rientrano i risparmi detenuti sui conti correnti, nei fondi pensione e in quelli assicurativi. Una sorta di “Imposta Amato espansa a livello europeo”. Un furto da effettuare, magari, tutti assieme allegramente in una notte, per evitare trasferimenti ed elusioni.
L’unica salvezza da questo disegno espropriativo è che ci vuole l’unanimità degli stati per imporlo, e questo porterà a discussioni lunghissime, estenuanti, ammesso che sia accettato. Comunque vediamo se la narrativa del NGEU,. e del PNRR, come “Salvatori della Patria” ormai è scricchiolante. Tutti vedono chiaramente quello di cui si tratta, cioè di un furto dalle tasche dei cittadini per pagare debiti investiti in rendimenti nulli.
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