Da lunedì, le operazioni militari russe dentro e intorno al Donbass sono notevolmente aumentate.
Sebbene il suo Ministero della Difesa non abbia annunciato l’inizio delle operazioni di terra per liberare ciò che resta dell’occupazione ucraina del territorio del Donbass, da ciò che si vede sembra che il treno abbia lasciato la stazione.
Sergej Lavrov ha indicato che è iniziata la liberazione di ciò che resta del Donbass occupato, le sue osservazioni sono state citate in un articolo dello stesso giorno.
La liberazione del Donbass in tutto il suo territorio è solo questione di tempo.
Solo la durata e la tattica dell’operazione russa rimangono sconosciute.
Molto probabilmente, le forze russe si daranno da fare intensamente per dichiarare la missione compiuta il prima possibile, anche se il trionfo potrebbe richiedere settimane.
Per quel che vale, il burattino Zelenskyj ha detto quanto segue lunedì dal suo nascondiglio polacco:
“Ora possiamo confermare che le truppe russe hanno iniziato la battaglia per il Donbass”, col suo cosiddetto Capo di Stato Maggiore che ha aggiunto:
La “seconda fase del (conflitto) è iniziata ad est”.
Sfidando una realtà altrimenti indiscutibile, ha aggiunto:
Gli ucraini dovrebbero “credere nel nostro esercito (sic). È molto forte (sic)”.
Maggiori informazioni su questo di seguito.
In relazione alla battaglia per il Donbass e alla smilitarizzazione dell’Ucraina, lunedì il portavoce del ministero della Difesa russo, Generale Igor Konashenkov, ha annunciato quanto segue.
“La mattina del 18 aprile, i missili lanciati dall’aria dalle forze aerospaziali russe hanno sferrato un attacco di precisione contro il 124° Centro Logistico Congiunto del comando delle forze armate ucraine vicino a Leopoli.
Il centro logistico e un grande lotto di armi straniere consegnate in Ucraina negli ultimi sei giorni dagli Stati Uniti e dai paesi europei è stato distrutto”.
Lo stesso giorno, un grande deposito di munizioni ucraino è stato distrutto vicino a Kiev.
Era una struttura di riparazione per i missili tattici.
Concentrazioni di truppe, armi, munizioni e attrezzature ucraine sono state colpite anche dentro e intorno al Donbass.
La scorsa settimana, il Cremlino ha avvertito il regime di Biden di interrompere l’invio di armi in Ucraina o di affrontare “conseguenze imprevedibili”.
Secondo l’analista Larry Johnson, le forze russe controllano la “costa meridionale dell’Ucraina… con una combinazione di forze navali e di terra”.
La caduta di Odessa seguirà sicuramente, tagliando completamente fuori l’Ucraina dal Mar Nero.
Nell’Ucraina occidentale, le forze russe hanno distrutto tre siti in cui erano immagazzinate armi statunitensi/occidentali.
In questo momento, “secondo quanto riferito, i carri armati russi stanno bombardando le posizioni ucraine” intorno al Donbass.
Segantamente, le forze ucraine non stanno contrattaccando.
Se avessero avuto i mezzi, li avrebbero sicuramente usati.
L’assenza di contrattacchi è una chiara prova che le unità ucraine sono in difficoltà.
A Mariupol e altrove, centinaia di soldati ucraini hanno deposto le armi e si sono arresi – a migliaia per tutto aprile.
Johnson ha osservato quanto segue:
“La limitata capacità delle forze ucraine di rispondere in modo adeguato significa che le unità si sono accucciate e subiscono un brutale pestaggio”.
Se fanno capolino fuori dai bunker, è probabile che perdano la testa.
Oltre ad uccidere fisicamente i soldati ucraini, i bombardamenti sostenuti dalla Russia stanno anche uccidendo la volontà di combattere tra alcune delle unità.
Numeri significativi si stanno arrendendo alle unità russe”.
Preferiscono vivere piuttosto che combattere e morire.
Johnson ha anche sottolineato che se le forze ucraine stessero ottenendo successi sul campo di battaglia, ci sarebbero state conferenze stampa per pubblicizzarle.
La loro assenza significa sconfitte, non trionfi.
La Russia ha distrutto le capacità di comando e controllo ucraine.
L’incapacità dei suoi militari di “comunicare con le unità in prima linea e assicurarsi che siano completamente rifornite di munizioni, armi e cibo è una spirale mortale per qualsiasi organizzazione militare”, ha sottolineato Johnson.
I rapporti sugli scenari rosei di Kiev, dei suoi media controllati dallo Stato e dei media corporativi statunitensi/occidentali sono pura finzione.
In particolare, le loro notizie false non sono accompagnate da video e/o altre prove dei successi sul campo di battaglia ucraini.
È chiaramente perché non se ne sono verificati da quando è iniziata la campagna russa il 24 febbraio.
Essa sta procedendo come previsto per smilitarizzare e denazificare l’Ucraina, insieme al raggiungimento di altri obiettivi dichiarati.
È solo questione di tempo prima che la ‘missione compiuta’ venga annunciata da Mosca.
Per ridurre al minimo l’imbarazzo per la diffusione di notizie false mentre fingono il contrario, i media tradizionali probabilmente passeranno ad una nuova narrativa, continuando a colpire la Russia a tutto campo sulla base di argomenti di discussione forniti dallo Stato.
*****
Articolo di Stephen Lendman pubblicato sul suo blog il 19 aprile 2022
Traduzione in italiano a cura di Raffaele Ucci per Saker Italia.
Commenti recenti