Le guerre del gas: dall’Asia all’Europa dall’Africa al Nord America
di DIFESA ONLINE (Antonino Lombardi)
La guerra in Ucraina ha molteplici effetti collaterali, tra questi la rincorsa dei Paesi maggiormente dipendenti dalle risorse energetiche russe, a cercare fonti di approvvigionamento alternative o ad implementare alcune di quelle già esistenti.
Il governo italiano, nelle ultime settimane, ha dato mandato ad alcuni suoi esponenti di rinnovare o stipulare nuovi contratti con partner internazionali per allontanare lo spettro di una profonda crisi energetica, in parte già in atto.
In conflitto in Europa Orientale va ad innestarsi nell’ormai eterna disfida che si combatte nell’Africa Nord-Occidentale che vede come attori direttamente coinvolti Algeria, Marocco, Sahara Occidentale, Mauritania e Spagna.
Scontri, rivalse e sospetti non sono solo concentrate sul confine nei pressi di Guerguerat ma anche nelle relazioni diplomatiche e politiche tra gli stati coinvolti e non solo.
In questo quadro geopolitico, il conflitto russo-ucraino ha portato ad un aumento dei prezzi del gas e l’Algeria, storico nemico del Marocco, ha espressamente minacciato di sospendere le esportazioni di gas verso la Spagna se quest’ultima lo avrebbe convogliato verso il Marocco.
La Spagna nei primi tre mesi di quest’anno ha ricevuto circa il 26% del gas consumato dall’Algeria attraverso il gasdotto GME (Maghreb-Europa) ed ha assicurato, per tramite del Ministro Teresa Ribera Rodriguez, che “non una sola molecola del gas che arriva in Marocco può essere attribuita al gas proveniente dall’Algeria”.
Al contempo Leila Benali, ministro della Transizione Ecologica marocchina, ha dichiarato che il suo Paese sta per acquistare GNL (gas naturale liquefatto) sul mercato internazionale per essere rigassificato in impianti spagnoli ed essere poi reindirizzato nelle centrali elettriche di Tangeri e Ain Beni Mathar chiuse qualche mese fa, quando l’Algeria ha interrotto il flusso diretto mostrando una determinazione difficile da trovare altrove considerando che oltre alla sospensione delle relazioni diplomatiche, ha proibito il sorvolo di velivoli marocchini attraverso il suo spazio aereo.
Il presidente del Consiglio spagnolo, dopo aver riconosciuto che, il piano di autonomia proposto dal Marocco nel conflitto del Sahara Occidentale, è la soluzione “più seria, più realistica e più credibile” lo scorso marzo, ha guadagnato antipatie e sospetti da parte dell’Algeria tanto da dover ora rassicurare il ministro dell’Energia algerino, Mohamed Akrab, di certificare e rendere pubblica l’origine del GNL trasportato in Marocco. Non avendo nessun obbligo giuridico nel farlo, il Marocco renderà pubbliche tali informazioni? Improbabile.
Si parla con insistenza di Qatar e degli Emirati Arabi Uniti come fonti alternative di approvvigionamento con i quali, soprattutto il secondo, Rabat ha buoni rapporti e dovrebbe ottenere il gas a prezzi scontati.
Il ministro Mohamed Akrab ha infatti dichiarato “qualsiasi spedizione di gas naturale algerino fornita alla Spagna, la cui destinazione non sia quella prevista nei contratti, sarà considerata come violazione degli impegni contrattuali e, di conseguenza, potrebbe comportare alla rescissione del contratto che lega Sonatrach con i suoi clienti spagnoli”.
Algeri è anche irritata dal fatto che il governo spagnolo stia andando a riempire, attraverso il gasdotto, il deficit energetico che il Marocco soffre da quando il presidente Tebboune ha chiuso il GME, nell’ottobre scorso.
Qualora l’Algeria sospendesse l’esportazione in Spagna, Italia e Francia sarebbero pronte ad incrementare l’importazione da essa e la Spagna implementerebbe le sue riserve acquisendo GNL dagli Stati Uniti (rispetto al primo trimestre 2021, nello stesso periodo del 2002 le importazioni dagli USA sono aumentate del 460%) pagandolo però di più rispetto a quello che arriva dal gasdotto Orano-Almeria (Medgaz) e che non necessita di rigassificazione.
Il governo spagnolo da un lato tende la mano al governo marocchino “per cercare un’alternativa ai suoi bisogni elettrici e industriali” e dall’altra non vuole privarsi del gas proveniente dall’Algeria garantendo a quest’ultima che non sarà algerino il gas che finirà in Marocco.
“Vorremmo avere relazioni migliori rispetto a quelle attuali. Non abbiamo paura di una interruzione del gas dall’Algeria, ma certo speriamo che le cose vadano meglio” è ciò che ha dichiarato anche in questi giorni, durante la dodicesima edizione della conferenza “The State of the Union”1 che si sta svolgendo a Fiesole, il ministro Teresa Ribera Rodriguez.
Le continue oscillazioni del governo spagnolo che cerca di barcamenarsi tra Algeria e Marocco, tentando di non scontentare nessuno, hanno in realtà forti possibilità di irritare ulteriormente le due nazioni ed esporsi ad ulteriori pressioni da parte loro; intanto l’Algeria ha già ridotto il flusso di gas nel gasdotto Orano-Almeria e il Marocco continua a rimandare l’apertura delle frontiere terrestri con Ceuta e Melilla e la Spagna non ha ancora ttivato il flusso di gas verso il Marocco (adducendo ragioni ‘tecniche’).
L’Italia resta a guardare gli sviluppi della vicenda in cui ancora una volta, il dimenticato conflitto nel Sahara occidentale ha originato la crisi algero-ispano-marocchina e ha notevoli risvolti geopolitici non solo tra Europa ed Africa.
L’ONU intanto continua la sua missione (MINURSO) in quei territori confidando in un abbassamento dei toni di questi ultimi tempi tra le parti interessate.
1 “The State of the Union”, conferenza annuale organizzata dall?Istituto universitario europeo organizzazione intergovernativa di formazione e di ricerca. Ai lavori di The State of the Union 2022, partecipano fra gli altri Tedros A. Ghebreyesus, Josep Borrell Fontelles, Roberta Metsola, Jos Delbeke, Kristalina Georgieva, Petra De Sutter, Eva Fodor, Teresa R. Rodriguez, Paolo Gentiloni, Luigi di Maio, Christopher Vaj da Q C, Sarah Nouwen, E. Somathan, Věra Jourová, esperti conosciuti a livello internazionale.
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