Processo Bologna ,propaganda e riforme nell’istruzione pubblica
di PIANO CONTRO MERCATO (Pasquale Cicalese)
Finalmente il blog si occupa dell’istruzione, o meglio, della sua distruzione, grazie al contributo di una cara amica. Ho sorelle e amiche insegnanti, amici che lavorano nella scuola come Ata o come bidelli, ho sempre ritenuto che l’istruzione, assieme alla sanità, fosse il caposaldo del salario sociale di classe e il cui smantellamento, iniziato negli anni novanta, ha portato un degrado pazzesco nel Paese. Un crimine contro le nuove generazioni. Qui una testimonianza.
Mirella Cané
Mio figlio ha 16 anni e il prossimo a.s. frequenterà il terzo anno di Liceo scientifico…. se il Liceo a cui è iscritto riuscirà a formare le terze classi, secondo le indicazioni del ministro dell’istruzione Bianchi, e cioè con il criterio di dividere e accorpare le classi per ridurne il numero totale, così da ridurre anche il personale docente e ATA. Gli studenti per classe devono essere almeno 28/30….
Alla luce di questo momento così “alto” nella strategia che il Ministero dell’istruzione (MIUR) ha adottato pensando alla formazione culturale di milioni di studenti, ci dobbiamo porre delle domande e comprendere perché – e quando – è iniziato il lavoro di smantellamento dell’organizzazione scolastica italiana, e che ha portato a minare le basi per la formazione e la cultura di milioni di ragazzi italiani.
La condizione critica in cui versa oggi l’istruzione in Italia parte da lontano, almeno dalla fine degli anni 90 del secolo scorso.
Possiamo identificare l’origine di questo processo da un incontro avvenuto a Bologna nel 1999, incontro promosso dai ministri della pubblica istruzione d’Italia, Germania, Francia e Regno Unito e che è stato chiamato il Processo di Bologna.
L’obiettivo ufficiale e propagandato era di realizzare uno Spazio di formazione comune europeo o Spazio d’educazione Europeo entro il 2025, che uniformasse i titoli di studio tra i diversi paesi europei, che permettesse il libero movimento all’interno della comunità europea di insegnanti e studenti del mondo accademico e dell’istruzione superiore al fine di trovare più facilmente lavoro all’interno del mercato comune europeo.
Ricordo quel periodo: negli anni Novanta ero studentessa della facoltà di Scienze Politiche dell’Alma Mater Studiorum di Bologna, mi sono laureata e mi sono rimaste impresse le immagini, trasmesse dalla televisione, del crollo del muro di Berlino e del mondo sovietico, oltre che dei bombardamenti della Nato su Belgrado e su Baghdad, e ricordo come i politici italiani (in primis Romano Prodi, mio concittadino, oltre che titolare di una cattedra nella Facoltà di Scienze Politiche, ma assente giustificato perchè impegnato nel processo di eropeizzazione forzata dell’Italia.
Politici e media in quel periodo proclamavano i valori europeisti come l’abbattimento delle frontiere, la libera circolazione di uomini e merci nel vecchio continente, l’introduzione della moneta unica europea, la divisione del lavoro a livello europeo e mondiale, insomma stavano dando vita e forma al nuovo mondo politico economico e finanziario noto ora con il nome di globalizzazione ed io non me ne stavo accorgendo…
Il Processo di Bologna fu un evento di portata storica, che segna una “rivoluzione” e stravolge il sistema della pubblica istruzione in Italia, nei contenuti dei programmi di studio, nelle finalità pedagogiche e di formazione culturale e professionale del sistema scolastico italiano. Questa “rivoluzione” riguarda tutto l’ordinamento scolastico, ma investe soprattutto la formazione universitaria e quella secondaria di secondo grado.
Da questo momento si susseguono una serie di riforme che tendono all’applicazione delle linee guida formulate dal Processo di Bologna, ma sviluppate e articolate anno dopo anno, incontro dopo incontro, tra i paesi membri di questo Processo, che crescono di numero, e ogni volta si incontrano in città diverse, in nazioni diverse, e ogni volta aggiungono nuove linee guida che gli Stati aderenti sono invitati a seguire per realizzare gli obiettivi prefissati. Per inciso, oggi i paesi aderenti sono quasi 50. Ne citiamo alcuni, giusto per assaporare l’eterogeneità o il globalismo del Processo: oltre ai Paesi promotori Francia, Regno Unito, Germania e Italia, si sono aggiunti via via, Montenegro, Ucraina, Moldavia, Azerbaigian, Paesi baltici, Paesi dell’est Europa, etc. etc… Ne faceva parte anche la Federazione Russa che ha annunciato il suo ritiro nell’Aprile 2022.
Quali sono state le tappe attraverso cui i vari governi italiani che si sono succeduti negli ultimi 20 anni sono riusciti a raggiungere gli obiettivi imposti e condivisi con la classe politica europea globalista
- 1997 Si parte con la riforma del ministro della pubblica istruzione Luigi Berlinguer, quello che è stato pioniere del Processo di Bologna del 1999. Questa riforma non è mai stata attuata per questioni di crisi di governo, ma di fatto rappresenta lo spartiacque ideologico nella formazione scolastica italiana. Berlinguer annulla il principio fondamentale su cui poggiava il sistema formativo italiano fino a quel momento, l’esistenza cioè di due percorsi: il processo di formazione culturale e quello di formazione professionale. La riforma Berlinguer riguarda soprattutto l’università, vennero riformati i corsi di studio universitari, con l’introduzione del “sistema del 3+2” ovvero la creazione della laurea triennalee della laurea specialistica. Altre novità che vengono introdotte nel sistema e che resteranno: il credito formativo, l’esame di maturità riformato e l’introduzione del voto in centesimi
- 2003 Riforma Moratti che, con alcune aggiunte, integrazioni e modifiche della successiva riforma Gelmini (2008) rappresenta l’ordinamento scolastico italiano tuttora attivo. Si è trattato di una riforma completa, dalla scuola d’infanzia all’università ma, l’elemento secondo me fondamentale, riguarda la riforma dei programmi ministeriali, che subiscono un cambiamento drastico per quanto riguarda lo studio delle discipline storia, geografia, scienze.
Ritengo fondamentale soffermarmi su questo punto. Vediamo il programma di storia nella scuola primaria ad esempio:
1 anno: Avviamento alla disciplina
2 anno: Concezione del tempo in generale e del proprio
3 anno: Studio dalla Preistoria alla scoperta della scrittura
4 anno: Studio delle civiltà antiche
5 anno: Studio della civiltà greca, dei popoli italici, della civiltà romana
Mio figlio, cioè, terminato il secondo anno di Liceo, a 16 anni è arrivato ai Romani, da quando ha iniziato la scuola a 6 anni ha studiato sempre e soltanto i Sumeri, gli antichi popoli della Mesopotamia, l’Antico Egitto, l’Antica Grecia e l’Impero Romano. Dai titoli di testo della terza Liceo si evince che arriverà fino al Medioevo…. Non sono a conoscenza dell’obiettivo per l’ultimo anno di Liceo, staremo a vedere…
Altre importanti novità introdotte dalla Moratti e che sono ormai “patrimonio” della struttura organizzativa della scuola italiana:
Abolizione del tempo prolungato, sia per la scuola primaria che la scuola secondaria di primo grado
Introduzione dell’alternanza scuola – lavoro nella scuola secondaria
- 2008 Riforma Gelmini:
Da wikipedia; 12/7/2022 “Autonomia finanziaria e didattica, processo di Bologna e seguente riforma del 3+2, percorso a ipsilon, legge 270, riforma Gelmini nelle sua varie forme: dietro a queste denominazioni neutre si nascondono privatizzazione dell’università, tagli selvaggi al finanziamento statale, aumento delle tasse studentesche, smantellamento del diritto allo studio, blocchi agli accessi ai diversi livelli di laurea, svilimento della didattica.”
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