C’è una nuova guerra in arrivo alle porte dell’Italia
di TODAY (Redazione Bruxelles)
La tensione torna ad alzarsi nei Balcani. Belgrado si prepara a intervenire in Kosovo “per proteggere i serbi”
La guerra potrebbe presto avvicinarsi ai confini italiani, con un nuovo fronte che vedrebbe, ancora una volta, i Paesi occidentali contro la Russia di Putin. Un conflitto armato rischia infatti di scoppiare nei Balcani occidentali, per la precisione tra Serbia e Kosovo. Il presidente serbo, Aleksandar Vucic, ha minacciato un intervento militare nel Paese vicino per difendere la minoranza serba dalle presunte discriminazioni di Pristina. “Salveremo il nostro popolo”, ha promesso Vucic, fedele alleato di Vladimir Putin, in un discorso alla nazione mentre sui social cominciavano a circolare le immagini dei mezzi militari serbi trasportati al confine col Kosovo.
Nel suo discorso in tv, il leader serbo ha invitato la Nato a “fare il proprio lavoro”, nel proteggere la minoranza serba nel Paese che ha ottenuto l’indipendenza proprio grazie a un intervento militare dell’Alleanza atlantica alla fine degli anni Novanta. A quella guerra sono seguiti anni di tensione tra Belgrado e Pristina, ma lo scontro è cresciuto sensibilmente nelle ultime settimane. Di qui l’appello di Vucic a interrompere quella che li chiama “la persecuzione” dei serbi in Kosovo. “Cercheremo un compromesso nei prossimi dieci giorni, ma temo che il Rubicone sia stato attraversato molto tempo fa”, ha aggiunto il presidente serbo. Vucic ha infine criticato la Nato per aver aumentato la sua presenza militare nella parte settentrionale del Kosovo.
La mossa dell’Alleanza atlantica è una reazione alle prime avvisaglie di alcune settimane fa su un eventuale conflitto armato tra i due Paesi. A rendere i venti di guerra ancora più minacciosi è il coinvolgimento della Russia nella partita. Mosca è un’alleata storica di Belgrado ed ha già garantito il suo sostegno all’azione del governo serbo, aumentando la tensione con l’Occidente nel contesto dell’invasione in Ucraina.
Le relazioni da sempre pessime tra i due Paesi vicini, con Belgrado che neanche riconosce l’indipendenza del Kosovo, sono peggiorate di recente dopo che le autorità di Pristina hanno dichiarato che avrebbero richiesto ai membri della minoranza serba di cambiare le targhe delle loro auto da quelle serbe a quelle kosovare. La Serbia ha applicato una politica simile ai suoi cittadini kosovari negli ultimi dieci anni.
La minoranza serba in Kosovo ha protestato con forza alla misura imposta dal governo di Pristina, mettendo su barricate in strada, suonando sirene antiaeree e sparando colpi di pistola in aria e in direzione degli agenti di polizia kosovari. Per placare le tensioni Pristina ha temporaneamente chiuso due valichi di frontiera con la Serbia per mantenere la sicurezza dell’area e ha rinviato l’applicazione delle nuove regole sulle targhe.
La Serbia ha negato ogni responsabilità sulle tensioni in Kosovo e ha accusato Pristina di voler calpestare i diritti della minoranza serba che rappresenta il 5% degli 1,8 milioni di abitanti del Kosovo.
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