Cosa è accaduto ai gasdotti Nord Stream che trasportano il gas naturale dalla Russia alla Germania attraverso il Mar Baltico? Chi ha compiuto l’attentato? Le indagini avanzano, ma incredibilmente i paesi coinvolti rifiutano di rendere noto quanto appurato attraverso le proprie indagini.
Indagini da cui è stato escluso l’altro paese interessato, la Russia.
Dapprima è stata la Svezia ha rifiutare il divulgare i risultati delle proprie indagini classificando le informazioni. Adesso è il turno della Germania.
Sahra Wagenknecht, esponente dell’opposizione di sinistra nel Bundestag (Parlamento), ha chiesto al governo tedesco informazioni sull’attacco ai gasdotti ricevendo questa risposta, o per meglio dire, una non risposta: “Per ragion di Stato non verranno fornite ulteriori informazioni”.
“Dopo un’attenta considerazione, il governo federale è giunto alla conclusione che ulteriori informazioni non possono essere fornite – nemmeno in forma classificata – per ragion di Stato”.
Il motivo è la “regola dei terzi” per la cooperazione internazionale dei servizi segreti.
Secondo questa regola, lo scambio internazionale di conoscenze è soggetto a requisiti di segretezza particolarmente severi. “Le informazioni richieste toccano quindi interessi di riservatezza così bisognosi di protezione che la ragion di Stato prevale prevale sul diritto parlamentare all’informazione e il diritto dei membri del Parlamento di porre domande deve eccezionalmente soccombere all’interesse di riservatezza del governo federale”.
In parole povere: probabilmente ci sono risultati che i membri del Bundestag non possono conoscere.
Per questo motivo, il governo tedesco non risponde alla domanda di Wagenknecht “quali navi e truppe della NATO” sono state nelle aree in cui si sono verificati i danni dopo la sospensione delle forniture di gas da parte di Nord Stream 1, e quali navi e truppe russe sono state avvistate durante questo periodo.
Anche questa risposta “comporterebbe la divulgazione di informazioni che avrebbero un particolare impatto sul benessere dello Stato”, scrive il Ministero degli Esteri federale. Pertanto, anche una classificazione e un deposito delle informazioni richieste sono fuori questione, “poiché non si può accettare nemmeno il basso rischio di essere conosciuti”.
L’esponente della sinistra tedesca ha quindi attaccato il governo tedesco: “Di fatto, il governo federale ci sta dicendo che sa qualcosa, ma per ‘ragion di Stato’ non può nemmeno portarlo all’attenzione dei parlamentari nell’ufficio segreto del Bundestag tedesco”, ha dichiarato domenica alla Berliner Zeitung.
Si può solo ipotizzare quali scoperte sulla paternità degli attentati potrebbero avere un impatto esistenziale sul benessere nazionale tedesco tale da rendere assolutamente necessario mantenerle segrete. “In ogni caso, questa manipolazione rende impossibile qualsiasi controllo e critica al governo federale da parte dell’opposizione”.
Evidentemente chi ha compiuto gli attentati e chi li ha commissionati sono talmente potenti da intimidire il governo di Berlino che ha deciso di tenere segreti i risultati delle proprie indagini.
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