Aspirare alla verità
di MARCO DI CROCE
Soltanto in una nazione che aspira al totalitarismo può accadere, senza conseguenze, che un giornalista parli in questo modo a un suo intervistato in una TV pubblica. In Italia i giornalisti non hanno, come dovrebbero, il compito di facilitare la conoscenza e la comprensione popolare della realtà, di fare emergere i fatti che accadono nel mondo, le opinioni degli intervistati, ecc. per presentarli alla popolazione.
In questo paese, come soltanto nelle nazioni totalitarie accade, i giornalisti hanno il compito di fare emergere con tanta schiettezza quali opinioni sono accettabili e quali non lo sono, quali fatti sono accettabili e quali non lo sono, al punto da rispondere al proprio intervistato, non già allo scopo di permettergli di presentare il suo argomento contro una possibile obiezione, ma al preciso scopo di obiettare, di contro argomentare, di parteggiare, di indicare alla popolazione che a quelle opinioni bisogna reagire, che quei fatti vanno rifiutati, quelle opinioni osteggiate.
Da questo punto di vista, uno dei compiti delle minoranze ideologiche italiane è anche, forse soprattutto, quello di divenire persone calme, pazienti, razionali, umili, serene, ammirevoli, capaci di suscitare rispetto e umiltà, e dotate del coraggio necessario a non nascondere le proprie opinioni, accettando il rischio di perdere qualche amico, senza perciò sbandierarle in modo inappropriato, ma con la tranquillità di chi ritiene sia normale avere un’opinione fondata su alcuni ragionamenti che possono essere esposti pubblicamente e, eventualmente, pubblicamente confutati.
Non bisogna vergognarsi di aspirare alla verità.
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