Come ho accennato [in italiano] di recente, la situazione nel Kosovo occupato dalla NATO si sta rapidamente deteriorando (si veda qui e qui [in inglese]). L’umiliazione della NATO in Ucraina sta spingendo i leader dell’alleanza a cercare di dimostrare il loro “valore marziale” e la loro “virilità” facendo sì che, e cito, “ogni tanto gli Stati Uniti devono prendere un piccolo paese schifoso e sbatterlo contro un muro solo per dimostrare che facciamo sul serio” (Michael Ledeen). E, ancora, gli AngloSionisti vogliono attaccare un paese ortodosso per “mostrare alla Russia” cosa potrebbe succederle (Strobe Talbott).

Anche la NATO deve sentire che il tempo (e pure le scorte di munizioni!) sta per scadere: in questo momento la Russia non può aiutare la Serbia in nessun altro modo se non esprimere il suo sostegno politico. Inoltre la geografia può essere una maledizione, e la Serbia è all’interno del territorio NATO, circondata da ogni parte da nemici che hanno i mezzi per impedire alla Russia di offrire qualsiasi altra forma di appoggio oltre alle parole.

La stessa Serbia potrebbe facilmente affrontare i terroristi dell’UÇK, ma ciò scatenerebbe quasi certamente un attacco di rappresaglia della NATO e, obiettivamente, la Serbia non ha le capacità per affrontare la NATO. I tizi di Mons lo sanno, e quindi provocano il più possibile, finché possono.

[Nota a margine: una volta che la sconfitta della NATO in Ucraina diventerà impossibile da offuscare o negare, allora la NATO dovrà sostanzialmente scappare, proprio come ha fatto a Kabul. Una volta che ciò accadrà, il Kosovo (e la Repubblica Srpska) sarà liberato.]

Ci sono molti parallelismi tra la situazione in Ucraina e la situazione in Kosovo: il principale è che in entrambi i casi l’Occidente stava cercando di guadagnare tempo per prepararsi alla guerra (che hanno eseguito con successo contro le “aree protette” delle Nazioni Unite in Croazia). La recente ammissione della Merkel secondo cui l’unico scopo dell’Accordo di Minsk era di dare all’Ucraina il tempo per prepararsi  alla guerra (in qualche modo sono riusciti a trascurare che ANCHE la Russia avrebbe utilizzato lo stesso tempo per prepararsi alla guerra) ha ora confermato il seguente piano concettuale:

  1. Inizia fingendo di voler mediare un accordo semi-ragionevole che, sebbene non perfetto, conservi la pace e dia il tempo di negoziare (lo hanno fatto con i palestinesi, i serbi, i russi e molti altri!).
  2. Quindi rompi i termini di quest’accordo più e più volte, e sfida l’altra parte a “fare qualcosa”.
  3. Se le altre parti non fanno nulla, continua a provocare fino a quando l’intero accordo non è chiaramente morto, quindi lascia che il tuo sicario attacchi in “ritorsione” contro qualche presunta “violazione” dell’altra parte. E se il tuo sicario è debole e per lo più incline ad uccidere civili, dagli il pieno sostegno della NATO (che in Kosovo è diventata l’ “aviazione dell’UÇK”).
  4. Se l’altra parte anticipa il tuo attacco, accusala di aver infranto i termini dell’accordo e attaccala per “ritorsione”.
  5. Ripetere come un mantra che il “Paese X” (Kosovo o Israele, stessa differenza) ha il “diritto” di “difendersi” dagli “attacchi” ma non riconoscere mai lo stesso diritto all’altra parte..

Nel caso della Serbia il tutto è aggravato molto dalle politiche “multi-vettoriali” del governo Vučić che, da un lato, cerca l’adesione e il sostegno dell’Unione Europea e, dall’altro, deve fare i conti con un’opinione pubblica indignata. A dire il vero l’economia della Serbia dipende interamente dai suoi vicini, quindi qualsiasi “eccessivo patriottismo” percepito (non importa quanto minimo e persino debole) potrebbe tradursi in sanzioni ancora più devastanti da parte di un Occidente unito deciso a distruggere ogni paese sovrano esistente.

Ancora peggio è che Unione Europea/NATO sono entrambe parti in conflitto E giudice e giuria, aventi il diritto di imporre qualsiasi cosa o ignorare qualsiasi reclamo.

Assistiamo ora allo strano spettacolo di Vučić che chiede alla KFOR (la forza NATO in Kosovo) il “permesso di esercitare un diritto” (?) concessole dalla risoluzione 1244 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite che consente alla Serbia di inviare 1.000 forze di polizia/di sicurezza in Kosovo. Chiedendo, piuttosto che informando, la KFOR, Vučić sta cercando di ispirare le autorità della KFOR ad agire con un minimo di decenza. Dubito fortemente che funzionerà.

E anche il fatto che Vučić abbia fatto quella richiesta dopo che gli albanesi hanno inviato 1.000 delle proprie forze nell’enclave serba in Kosovo non aiuterà in alcun modo Vučić: l’Occidente ha mostrato la sua capacità davvero sorprendente di essere selettivamente cieco non solo durante la guerra Stati Uniti/NATO/Unione Europea contro la nazione serba negli anni ‘90, ma anche fino agli “ispettori” dei “diritti umani” “selettivamente ciechi” e altri “osservatori” nella LDNR o agli ispettori “selettivamente ciechi” dell’AIEA alla centrale nucleare di Zaporizia.

[I parallelismi tra Banderastan e “Kosovë” sono numerosi e sorprendenti, incluso il fatto che in entrambi i casi questi regimi sono gestiti da terroristi e teppisti che guadagnano milioni con vari schemi finanziari e persino con il traffico di organi. Entrambe le entità sono gestite dai “nostri figli di puttana” e, quindi, ottengono il permesso su tutto, dai diritti umani fondamentali alle principali provocazioni militari, il tutto, ovviamente, in nome della democrazia, del pluralismo e di tutto ciò che c’è di buono sotto il sole. Suggerisco che la seguente potrebbe essere una regola empirica interessante: “mostrami i tuoi prestanome e ti dirò chi sei”. Un’egemonia che ha federato, finanziato, addestrato e impegnato Al Qaeda/ISIS non avrà problemi a trattare con i delinquenti al potere a Kiev o Pristina, qualunque cosa facciano questi ultimi]

Si potrebbe perdonare se si pensa che le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite non possano essere ignorate ma, in realtà, lo possono fare (chiedetelo agli israeliani!). Se un membro del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite si lamenta di una violazione, puoi sempre contare su un veto del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite da parte dei rappresentanti Stati Uniti/Unione Europea/NATO.

Purtroppo, in questo momento la Serbia semplicemente non può aiutare la minoranza serba in Kosovo. Anche se Vučić ha deciso di respingere le richieste e i decreti dell’Impero, la Serbia non può fare molto di più che protestare verbalmente.

Considerando la straordinaria capacità dei cittadini europei di essere selettivamente ciechi, possiamo essere certi che qualsiasi protesta serba cadrà nel vuoto. Gli stessi europei che hanno versato oceani di lacrime di coccodrillo sul “bombardamento di Sarajevo” o, meglio, sul “genocidio di Srebrenica” non si sono accorti assolutamente di *nulla* durante gli otto anni in cui gli ucronazisti hanno utilizzato le proprie forze armate (in diretta violazione della costituzione ucraina) per uccidere, mutilare, rapire, torturare e persino colpire con missili balistici i civili del Donbass.

[Nota a margine: non posso provarlo, ma è mia ferma convinzione che il motivo principale per cui gli europei odiano così tanto russi e serbi è perché, a differenza degli europei, russi e serbi non hanno mai accettato di diventare schiavi di nessun impero. Ad un certo livello, forse inconscio, gli europei devono sentire che, rispetto ai russi e ai serbi, sembrano patetici, spezzati, schiavi senza alcun senso di orgoglio o addirittura identità. In poche parole: russi e serbi fanno sembrare il resto degli europei quelle “grandi gelatine invertebrate protoplasmatiche supine” (per usare la descrizione molto accurata di BoJo) che sono tutti.]

Aspettarsi che gli europei mostrino anche solo un minimo di decenza sarebbe assolutamente ingenuo. Sono troppo occupati a odiare e congelare…

Ma il tempo sta per scadere per l’Egemonia.

Una volta che la sconfitta della NATO in Ucraina diventerà innegabile, l’organizzazione diventerà rapidamente irrilevante e incapace di concordare un’altra operazione militare. Per quanto riguarda gli Stati Uniti, avendo perso la “foglia di fico” fornita dalla NATO, difficilmente avranno quello che serve per attaccare la Serbia, non dopo essere stati ampiamente sconfitti in Ucraina (il crollo della NATO scatenerà anche una grave crisi all’interno degli Stati Uniti d’America).

Il problema per la Serbia è che ci vorrà del tempo (molti mesi, probabilmente alcuni anni) per sconfiggere completamente la NATO senza innescare una guerra continentale su vasta scala in Europa. E, siamo onesti qui, se i russi ora possono prendersi il loro tempo senza furia per “smilitarizzare” il Banderastan, la minoranza serba in Kosovo non può farlo.

Quindi cosa possono fare i serbi in questa situazione?

Non fare nulla rafforzerebbe i terroristi dell’UÇK e i loro capi occidentali, e lascerebbe indifesa la minoranza serba in Kosovo.

Entrare con forze militari, anche se pienamente consentito dalla risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, rischierebbe di innescare un grave attacco economico e militare Stati Uniti/NATO/Unione Europea alla Serbia.

Evacuare i civili serbi dal Kosovo? In teoria sarebbe un’opzione, ma dobbiamo capire che, per il popolo serbo, il Kosovo è davvero un terreno sacro e che molti si rifiuterebbero di andarsene. Inoltre, svuotare il Kosovo dalla sua minoranza serba non farebbe altro che incoraggiare l’UÇK e i suoi protettori. Infine, quando i russi hanno evacuato i loro civili da Kherson, era almeno credibile che si trattasse di una mossa temporanea e che l’esercito russo sarebbe tornato, prima o poi. Ma nel caso del Kosovo, la Serbia è la parte più debole e lo rimarrà fino a quando:

  1. La Serbia non riacquisterà la sua sovranità (in questo momento la Serbia è sostanzialmente amministrata dall’Occidente, da qui le minacce dei politici dell’Unione Europea come la Baerbock).
  2. Non si ricongiungerà con terre storicamente serbe in Montenegro, Bosnia e Kosovo.
  3. Gli Stati Uniti/NATO/Unione Europea non verranno smilitarizzati e denazificati, almeno in Europa.

Tutto questo accadrà, il problema è *quando*. Io, di certo, non lo so.

Quello che so è che la nazione serba è sopravvissuta a persecuzioni assolutamente orribili e persino apertamente demoniache sia da parte degli ottomani, che degli Anglo e dei Latini (Pavelić, come Bandera, Franco o Pétain, era un puro prodotto del papato, a differenza di Hitler e Mussolini, che erano, rispettivamente, un pagano e un ateo).

Nella loro situazione attuale i serbi potrebbero dover accettare la possibilità molto reale di battute d’arresto che dovranno tollerare, anche se solo temporaneamente. L’Occidente ha anche diviso con successo la nazione serba per governarla meglio (cos’altro c’è di nuovo?). I serbi sanno che solo l’unità può salvare la Serbia e cercheranno quell’unità, anche se è estremamente difficile nelle circostanze attuali. Ma alla fine, e inevitabilmente, la nazione serba sopravvivrà a questa profonda crisi: ricordiamo la promessa di Cristo che “chi persevererà fino alla fine, sarà salvato”..

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Articolo pubblicato su The Saker il 13 dicembre 2022
Traduzione in italiano di Raffaele Ucci per SakerItalia

[le note in questo formato sono del traduttore]