Aumentano i costi, e mangiare costa caro
di TELEBORSA (Guido Salerno Aletta)
L’aumento dei costi per fertilizzanti ed energia fa lievitare i prezzi
Non è solo un’impressione: gli andamenti dell’economia sono ancora particolarmente confusi e contradittori. Focalizzarsi sulle decisioni di politica monetaria e fiscale, sui tassi e sulle tasse, è importante ma non fornisce chiare indicazioni su quanto sta accadendo.
Meglio, dunque, affidarsi alle rilevazioni, ai dati dell’Eurostat che si riferiscono ai prezzi dei prodotti agricoli e dei generi alimentari in Europa, dando uno sguardo in particolare all’Italia.
Secondo le prime stime di Eurostat, gli indici dei prezzi agricoli per il 2022 indicano un livello sostanzialmente più alto rispetto al 2021 per quasi tutte le principali categorie di prodotti, nonché per i principali “input” di costo per l’attività agricola.
Ci sono stati tre grandi driver che hanno influito sull’aumento dei prezzi.
Il primo è stato lo sconvolgimento dei mercati agricoli globali causato dall’invasione russa dell’Ucraina. La Russia e l’Ucraina sono i principali esportatori di cereali, frumento, mais, semi oleosi (in particolare quelli di girasole) e fertilizzanti.
Il secondo driver è stata la diffusa siccità, che dovrebbe avere ridotto il rendimento sui raccolti, comprese le colture foraggere come il fieno utilizzato come mangime per il bestiame.
Il terzo riguardava altre pressioni inflazionistiche, non ultimo il costo dell’energia poiché le azioni intraprese per eliminare gradualmente la dipendenza dell’UE dai combustibili fossili russi hanno anch’esse fatto salire i prezzi dell’energia.
I dati Eurostat indicano che il prezzo medio dei prodotti agricoli nel loro complesso, registrato alla produzione, nell’UE è aumentato del 24% tra il 2021 e il 2022.
Questi aumenti dei prezzi dei prodotti agricoli vanno correlati all’aumento medio del 30% registrato dal prezzo degli input, in particolare il +87% per i fertilizzanti e gli ammendanti dei terreni e +59% per l’energia ed i lubrificanti.
In Italia, i costi complessivi degli input sono aumentati del 25,7%, dunque un po’ al di sotto della media europea.
Gli aumenti di prezzo più marcati sono stati per i cereali (+45%), le uova (+43%) e il latte (+31%). Si sono infatti registrati aumenti di prezzo per tutti i gruppi merceologici, ad eccezione della frutta (-3%)
I cereali, l’aggregato merceologico che a fini statistici comprende frumento, orzo, mais, segale e avena, sono aumentati di una percentuale compresa tra il minimo del 33% di Austria e Paesi Bassi, al massimo del 67% in Ungheria e del 70% in Finlandia.
In Italia, l’aumento dei prezzi dei cereali è stato del 54%, con un aumento che è arrivato nel complesso all’88,7% rispetto ai prezzi del 2015. Nell’intero periodo che va dal 2015 al 2021 l’aumento era stato invece solo del 34,7%. Se il prezzo di pane e pasta schizza verso l’alto, la ragione è questa.
Anche i prezzi delle uova sono aumentati parecchio in tutti i paesi dell’UE tra il 2021 e il 2022, con una percentuale compresa tra il +6% in Lussemburgo e il +7% sia a Cipro che in Grecia, al +68% nei Paesi Bassi, al +74% in Belgio e al +76% in Francia.
In Italia, l’aumento del prezzo delle uova è stato in un solo anno del 30,9%, con un aumento che è arrivato nel complesso al 43% rispetto al 2015. In pratica, tra il 2015 ed il 2021 il prezzo delle uova era aumentato solo del 12,1%: in un solo anno, tra il 2021 ed il 2022, il prezzo delle uova è dunque aumentato quasi tre volte di più che in tutti i sei anni precedenti.
Di particolare importanza per le famiglie italiane è il prezzo dell’olio di oliva, che nel nostro Paese è aumentato dell’8,7% rispetto al 2021, mentre era aumentato appena del 3% nell’intero periodo 2015-2021.
In Italia, il prezzo della carne di pollo è aumentato del 35,4% in un solo anno, tra il 2022 ed il 2021, mentre era aumentato appena del 6% nell’intero periodo 2015-2021. In un solo anno l’aumento è stato dunque pari a sei volte quello registrato complessivamente nei sei anni precedenti.
Sempre in Italia, nell’ultimo anno i prezzi delle verdure e degli ortaggi sono aumentati del 22,6% mentre erano aumentati del 17,2% nell’intero periodo 2015-2021. In questo caso, ce la siamo cavata dignitosamente.
Per quanto riguarda il prezzo del latte, ha influito la siccità che in tutta l’UE nel 2022 ha ridotto la disponibilità di erba fresca come mangime per le vacche da latte. Gli aumenti del prezzo del latte sono andati da un minimo del 3% a Cipro, al 9% a Malta e addirittura al 50% in Belgio, Lituania, Ungheria e Lettonia.
In Italia, Paese in cui il prezzo del latte è importante non solo per il consumo da fresco ma per la produzione di formaggi che richiedono talora la importazione di prodotto, nell’ultimo anno si è registrato un aumento del 28,1% quando nell’intero periodo 2015-2021 era stato registrato appena un +5,5%. In un solo anno, il prezzo del latte è aumentato cinque volte di più che in tutti i sei anni precedenti.
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